Famiglia, solidarietà e diplomazia nella giornata vaticana

La musica ci porta in alto e ci libera dalle angosce. Papa Francesco lo ha detto agli organizzatori e gli sponsor del “Concerto per i Poveri” nell’auletta dell’Aula Paolo VI, prima dell’Udienza generale. “L’affarismo materiale che sempre ci circonda e ci abbassa, ci toglie la gioia”ha detto il Papa ricordando che “come credenti abbiamo la gioia di un Padre che ci ama tutti e la gioia di poter fare fratellanza con tutti. Però questa gioia voi la seminate adesso in questo concerto”. Organizzato per sostenere le opere di carità di Papa Francesco, con il patrocinio dell’Elemosineria Apostolica, del Pontificio Consiglio della Cultura, del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione e della Fondazione San Matteo in memoria del Card. Van Thuân, il concerto si terrà domani alle 18 in Aula Paolo VI. E, spiega il Papa, servirà “per seminare gioia, non un’allegria divertente di un momento, no: il seme rimarrà lì nelle anime di tutti e farà tanto bene a tutti”.
Nella catechesi della udienza generale il Papa ha ripreso il suo trittico di parole “che aprono la strada per vivere bene in famiglia”. Le ha ripetute più volte, in varie occasioni in questi anni: sono “permesso”, “grazie”, “scusi”. Per il Papa sono “tre parole chiave” per vivere in armonia; “parole semplici” che “forse in un primo momento ci fanno sorridere. Ma quando le dimentichiamo, non c’è più niente da ridere”. Udienza generale nel giorno della festa della Vergine di Fatima. Presente in piazza anche la statua della Madonna Pellegrina, davanti alla quale Papa Francesco si ferma in preghiera; al termine chiederà anche un’Ave Maria in portoghese ai presenti.
Ma è sulla famiglia che il Papa continua a incalzare, inaugurando una nuova serie di riflessioni, di cui “la catechesi di oggi è come la porta d’ingresso”. Francesco preannuncia che nei prossimi mesi parlerà della “vita della famiglia, la sua vita reale, con i suoi tempi e i suoi avvenimenti”. Non si tratta di osservare la “buona educazione”, spiega Francesco: “Un formalismo delle buone maniere può diventare una maschera”, dice. Anche perché, “dietro tante buone maniere si nascondono cattive abitudini”; per esempio anche il diavolo si presenta come un “cavaliere”, a volte, nelle sue tentazioni, “sembra un teologo”. Nel salutare i pellegrini di lingua portoghese, il Papa ha ricordato la festa liturgica odierna: “In questo giorno della Madonna di Fatima, vi invito a moltiplicare i gesti quotidiani di venerazione e imitazione della Madre di Dio. Affidatele tutto ciò che siete, tutto ciò che avete; e così riuscirete ad essere uno strumento della misericordia e della tenerezza di Dio per i vostri familiari, vicini e amici”.
E oggi in Vaticano si è svolta anche una Sessione plenaria oggi in Vaticano della Commissione Bilaterale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina che lavora ad un Accordo Globale a seguito dell’Accordo di Base, firmato il 15 febbraio 2000. L’incontro segue quello tenutosi a Ramallah presso il Ministero degli Affari Esteri dello Stato di Palestina il 6 febbraio 2014. Scopo il riconoscimento del “lavoro svolto a livello informale dal gruppo tecnico congiunto dopo l’ultimo incontro ufficiale”, come si legge nella nota congiunta. “I colloqui sono stati guidati da Mons. Antoine Camilleri, Sotto-Segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, e dall’Ambasciatore Rawan Sulaiman, Ministro degli Affari Esteri aggiunto per le Questioni Multilaterali dello Stato di Palestina. I lavori si sono svolti in un’atmosfera cordiale e costruttiva. Affrontando i temi già esaminati a livello informale, la Commissione ha rilevato con grande soddisfazione il progresso compiuto nella stesura del testo dell’Accordo, che tratta degli aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa cattolica in Palestina.
Le due Parti hanno concordato che il lavoro della Commissione sul testo dell’Accordo si è concluso, e che l’Accordo sarà sottoposto alle rispettive autorità per l’approvazione prima di fissare una data nel prossimo futuro per la firma.”