Il Papa: la peggior tentazione è perdere fiducia in Dio
Il Papa torna in Vaticano per l’udienza generale cui hanno partecipato alcune decina di migliaia di fedeli con moltissimi spagnoli e messicani che hanno caretterizzato l’atmosfera festosa. Saturno rosso in testa per ripararsi dal sole, Benedetto XVI ha girato la piazza sulla jeep scoperta per salutari i presenti. Commentando un passo del salmo 3 che parla del fedele che sa di essere difeso da Dio dagli assalti dei nemici il Papa ha proseguito la scuola di preghiera con la meditazione di alcuni salmi che formano il libro di preghiera per eccellenza.
Lamento e supplica ma fiducia nelle certezza dell’aiuto di Dio nel Salmo attribuito a Davide, scritto mentre fugge dagli assalti di Assalonne. L’orante lamenta la sua situazione in cui è perseguitato da una moltitudine. “ Gli oppressori sono tanti e prendono il sopravvento mentre l’orante è inerme e in balia dei persecutori” dice il Papa. L’orante non si lascia vincere e rimane legato a Dio. Ma i nemici cercano di allontanarlo dalla fiducia in Dio. É la tentazione più grande. E il Papa dice “Siamo tentati di pensare che Dio non mi può salvare La tentazione contro la fede è l’ultima aggressione del nemico cui dobbiamo resistere.” Il Signore come scudo protegge chi si affida a Lui, l’uomo non è più solo e i nemico non sono imbattibile come sembravano, l’uomo chiede aiuto e Dio risponde. Questo intreccio è la dialettica della preghiera e chiave di lettura di tutta la storia della salvezza Gridare è porre un gesto di fede nell’ascolto di Dio.
La preghiera esprime la certezza di una presenza divina e questo è importante per la nostra fede. Alla fine l’orante pur in mezzo al pericolo può addormentarsi in un atteggiamento di abbandono fiducioso in Dio, Dio gli è accanto come custode che non dorme e non lo abbandona mai. Il Papa spiega che il salmo si chiude con la visione della liberazione dal pericolo e dalla tentazione di abbandonare la fiducia in Dio, i nemici non potranno più insinuare il male del dubbio. Una supplica piena di fiducia e consolazione, il salmista è la figura del giusto perseguitato che trova in Gesù il suo compimento. Dio è sempre vicino anche nell’oscurità della vita, ascolta, risponde e salva ma bisogna riconoscere la sua presenza ed accettare le sue vie. Come compiutamente vediamo nella morte e resurrezione di Gesù. Benedetto XVI ha concluso con una invocazione: che il Signore ci renda capaci di pregare in ogni angoscia abbandonandoci con fiducia a Lui che è nostro scudo e nostra gloria.