La cerimonia di benvenuto e la preghiera alla beata MacKillop. Il papa ai giovani: siate santi!

Prima giornata pubblica per Benedetto XVI a Sydney. Accoglienza festante tra le strade, con una città a metà tra l’ordinarietà del quotidiano e la straordinarietà dell’evento. Prima tappa la cerimonia di saluto nella Government House. “Appare particolarmente opportuno celebrare qui la GMG – ha detto il papa nel suo saluto – visto che la Chiesa in Australia, oltre che essere una delle Chiese più giovani dei vari continenti è la più cosmopolita”.
Un discorso programmatico, quello di Benedetto XVI, che condensa i punti centrali del viaggio in Australia e ricorda che la GMG è fonte di speranza per la Chiesa e per il futuro del mondo. Benedetto XVI parla alle autorità del Paese: sono presenti tra gli altri, il governatore centrale, Jeffery, e il primo ministro Ruud. Il papa ci tiene ad evidenziare la dimensione spirituale della sua visita, per poi toccare temi cari all’opinione pubblica australiana: il multiculturalismo, le potenzialità di una “Nazione giovane”, il cammino di riconciliazione con gli aborigeni. Centrale il riferimento alle radici più profonde del Paese, al contributo dei cattolici nei campi dell’educazione e della sanità e sulle questioni attuali, all’esempio dei santi, a cominciare dalla beata Mary McKillop. Senza dimenticare, le tematiche ambientali e il dialogo tra le religioni.
“Ma prima di ogni altra cosa, – ricorda Benedetto XVI – sono qui per incontrare i giovani, sia dell’Australia che di ogni parte del mondo, e per pregare per una rinnovata effusione dello Spirito Santo su quanti prenderanno parte alle nostre celebrazioni”. E allo Spirito il papa chiede un rinnovamento per una generazione posta di fronte “ad un’impressionante varietà di scelte di vita”, a tal punto che talvolta “è arduo sapere come meglio incanalare idealismo ed energia”. In un contesto simile, spiega, “è lo Spirito che dona la saggezza per discernere il sentiero giusto ed il coraggio per percorrerlo”, egli “corona i nostri poveri sforzi con i suoi doni divini”, permettendo “a uomini e donne di ogni terra e di ogni generazione di diventare santi”. È questa la chiamata dei giovani. Questo, conclude Benedetto XVI, “è ciò di cui ha bisogno il mondo, più di qualunque altra cosa”. Il testo integrale del discorso del papa

La cerimonia di benvenuto (Foto Reuters/Ap Photo)
Subito dopo, mezz’ora di confronto con i due esponenti del governo australiano. Tra i temi trattati, l’ambiente, la presenza e l’educazione cattolica in Australia e il ruolo della nazione nell’assicurare la pace nel mondo. Non è mancato il classico scambio di doni. Quello del papa al governatore è stato un mosaico con l’immagine della Vergine. Al primo ministro, invece, il papa ha donato una stampa della Città del Vaticano. Il Santo Padre, a sua volta, ha ricevuto in porta documenti in legno pregiato, tipico dell’Australia.
La mattinata è proseguita con la visita alla cappella di Mary MacKillop, graziosa chiesa nel nord di Sydney, dove è sepolto il corpo della beata. Il papa ha sostato in preghiera davanti alla tomba e ha avuto un breve scambio di battute con le suore dell’ordine di St. James. Tra le capriate in legno e le foto della beata, tante le suore che hanno stretto la mano al Santo Padre, evidentemente emozionate.

Il papa in preghiera sulla tomba della beata MacKillop (Foto Ap Photo/Carlo Ferraro)
Tra queste anche un’anziana suora, organista, che alla fine dell’incontro ha intonato l’inno tedesco. Non ci sono stati discorsi ufficiali, ma il papa aveva parlato della beata già al governatore. “So che la sua perseveranza di fronte alle avversità,- aveva detto – i suoi interventi in difesa di quanti erano trattati ingiustamente e l’esempio pratico sono di santità sono divenuti fonte di ispirazione per tutti gli australiani”.
“Siamo onorati di ospitare il Santo Padre, – ha detto Josephine Dubiel – soprattutto in questo momento in cui è partito il processo di canonizzazione della nostra Mary MacKillop, che potrebbe diventare la prima santa australiana. Questo servirebbe come stimolo alla società australiana, perché si accresca la fede e si rafforzi il sentimento cristiano”. Nell’occasione è stato donato al papa un busto della beata. Benedetto XVI, invece, ha donato una statua di San Giuseppe.
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La foto: il papa con il primo ministro australiano accompagnato dalla moglie (Foto Reuters)