Milano diventi la capitale per il diritto all’acqua e al cibo

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Milano è una delle città dove il costo dell’acqua è tra i più bassi. Ma sono triplicate le domande di aiuto alla Caritas per le bollette. Un controsenso proprio a pochi giorni dall’apertura di Expo. Proprio da Milano si è levato un appello: «la città, con Expo, diventi la capitale per il diritto all’acqua e al cibo». Questo l’auspicio espresso al convegno “Fame zero e sete zero: acqua e cibo come diritti umani” che si è svolto nella sede della Caritas Ambrosiana.

Un gruppo di giuristi dell’Università Bicocca ha elaborato su commissione del Comitato italiano del contratto mondiale dell’acqua un protocollo da sottoporre agli Stati per obbligarli a tutelare il diritto all’accesso alle fonti idriche. «La bozza del protocollo che abbiamo elaborato prevede ad esempio che tra i 50 e i 100 litri al giorno l’acqua sia gratuita, che fino a 200 litri i costi siano accessibili a tutti, ma che oltre i 400 litri al giorno si venga tassati. In questo modo si riconosce il diritto ad una minima quantità di acqua a titolo gratuito, ma si colpiscono gli sprechi», spiega Tullio Scovazzi, docente di diritto internazionale all’Università di Milano Bicocca.

Il testo, come ha spiegato Rosario Lembo, presidente del Comitato italiano del Contratto Mondiale sull’Acqua, è già stato presentato al ministro Paolo Gentiloni, ai paesi Latino Americani dell’ALBA (Alleanza bolivariana per le Americhe) e alla Segretaria di Stato Vaticano e sarà al centro di un side-event che si svolgerà a Ginevra presso il Consiglio dei Diritti umani a metà giugno. «L’obiettivo – ha spiegato – è quello di sollecitare l’impegno di un gruppo di Stati ed Istituzioni a presentare all’Assemblea delle Nazioni Unite sull’Agenda Post2015 la proposta e poi di aprire un negoziato».

«La battaglia per il diritto all’acqua fa parte della battaglia per il diritto al cibo, perché senza un accesso adeguato alla risorse idriche, non avremo nemmeno al possibilità di produrre cibo sufficiente per sfamarci», ha sottolineato Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana che ha ricordato «che degli 850 milioni di persone malnutrite, 15 milioni vivono nei paesi ricchi compresa l’Italia dove a causa della crisi sono aumentati del 60 per centro aiuti».

Contro la fame nel mondo Caritas internationalis ha lanciato a fine dicembre una campagna globale. «Ogni Caritas nazionale si è impegnata a presentare una proposta di legge al proprio governo – ha sottolineato Gualzetti -. Al momento lo hanno già fatto in 16. Anche Caritas italiana sta elaborando la propria che sarà incentrata su reddito minimo, il diritto alla casa e al lavoro, perché siamo convinti che in una collettività non si può tollerare che una quota di cittadini non abbia nemmeno il minimo per vivere».

Nonostante il rincaro in tutta Italia, Milano resta una delle città dove si paga di meno l’acqua.  «I milanesi pagano l’acqua un dodicesimo di quanto la pagano i tedeschi. E in generale l’acqua a Milano costa meno di un terzo della media nazionale. I rincari delle bollette, che pure ci sono stati, sono avvenuti a fronte di un impegnativo piano di investimenti, pari a 800 milioni, che ci metterà in sicurezza per gli anni futuri», ha sottolineato l’assessore all’ambiente del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, intervenendo al convegno.

Tuttavia, secondo i dati raccolti dai centri di ascolto della Caritas Ambrosiana le richieste di aiuto per il pagamento delle bollette, tra le quali anche quelle dell’acqua, sono state quasi 1400 e sono aumentate di tre volte rispetto al 2009. Una fascia della popolazione, sebbene molto minoritaria, non riesce a sostenere i costi energetici e tra questi anche quello di un bene essenziale, come appunto l’acqua.

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