E Bertone alza gli occhi dal foglio e chiede attenzione per le piccole coop

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Silenzio in sala. Il cardinal Bertone, segretario di Stato, sta parlando al 44esimo incontro nazionale delle Acli. Lo sfondo politico in Italia è incandescente, con una manovra economica che continua ad essere modificato. Lo sfondo più profondo parla di un dibattito continuo e costante che dura da due mesi e che parla del peso dei cattolici in politica, nonostante la diaspora e la mancanza di una linea unitaria. Bertone parla di dottrina sociale, l’occasione è l’anniversario della Laborem Exercens, ma lui cita spesso e volentieri la Caritas in Veritate. E a un certo punto alza gli occhi dal foglio. “Non voglio fare richiami all’attualità – afferma – ma vorrei sottolineare il grande lavoro delle cooperative, che in questa manovra finanziaria meriterebbero un trattamento migliroe, visto che in periodi di crisi hanno dato lavoro e mostrato solidarietà straordinaria. Quello delle coop è un mondo che si ispira a quei valori di bene comune, fraternità e condivisione che servono per uscire dalla crisi”.

 

Nessuna parola sul resto delle polemiche. Quando a luglio ci fu prima una cena tra politici di ispirazione cattolica e giovani impegnati presso una parrocchia salesiana, le indiscrezioni filtrate sulla stampa parlarono di un interesse personale di Bertone a creare una nuova Democrazia Cristiana. Il gran cerimoniere incaricato da Bertone sarebbe stato monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, uno degli animatori delle scuole di politica salesiana che avevano portato alla cena. Quando Toso, in qualità di vicedirettore della rivista sulla Dottrina Sociale “La Società”, aveva annunciato un convegno e invitato tutti i politici di area cattolica a partecipare per discutere delle ragioni di un impegno e far partire un nuovo movimento culturale di ispirazione cattolica (non un partito, perché le scelte politiche spettano ai politici), le indiscrezioni sulla stampa parlarono di Toso gran cerimoniere del nuovo partito, mentre si notava una certa freddezza da parte della Cei, che tra le pieghe dei suoi pronunciamenti faceva capire di preferire l’attuale bipolarismo italiano. L’incontro nazionale di studi delle Acli era indicato da tutti come il passaggio fondamentale dalla teoria alla pratica, mentre dall’altra parte il Forum delle Associazioni Cattoliche aveva già rivendicato il suo “aver pensato prima” ad un progetto unitario.

Per questo motivo, il discorso di Bertone era molto atteso. Bertone ha preferito invece volare alto, parlare di Dottrina Sociale e di bene comune. Il tema del convegno, “Il lavoro scomposto”, tocca in realtà temi politici di grande rilevanza, Non è un caso che a parlare è stato chiamato Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, che è stata in prima linea nei dibattiti sul collegato lavoro. Lo stesso Bonanni che dopo aver partecipato all’incontro organizzato dalla rivista “La Società”, aveva detto a chiare lettere che il Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione Cattolica nel Mondo del Lavoro di cui era parte era “altra cosa”. E i rumors di corridoio parlano di un Bonanni pronto ad accettare, al termine del mandato in Cisl, un incarico di tipo governativo, magari in un governo di solidarietà nazionale che alcuni dei vescovi vorrebbero affidare al ministro del Lavoro Sacconi. Sacconi ha parlato subito dopo Bertone all’incontro delle Acli. In un discorso dai toni forti, che ha suscitato qualche malumore in una platea generalmente tranquilla come quella delle Acli, alla fine ha difeso le scelte del governo, ha sostenuto la flessibilità del lavoro parlando di “flessibilità contrattualizzata”. Precarietà e garanzie. Il binomio può essere possibile?

“I diritti sociali sono parte integrante della democrazia sostanziale e l’impegno a rispettarli non può dipendere meramente dall’andamento delle Borse e dei mercati”, ha affermato Bertone di fronte alle Acli. E Andrea Oliviero, presidente delle Associazioni Cristiano Lavoratori, nel tratteggiare la situazione nazionale ci ha tenuto a sottolineare che “come laici siamo pronti ad impegnarci e ad andare incontro anche a possibili errori. Ma non vogliamo tornare indietro”.

Dal mondo del lavoro, il dibattito si sposterà inevitabilmente sul peso dei cattolici nel mondo politico non solo italiano. Dalle rassegne stampa, si nota che l’idea di unire il mondo cattolico, anche solo per un movimento culturale, non piace moltissimo. Da ambienti curiali commentano amaramente che “ai cattolici ormai non è nemmeno permesso di pensare”. Monsignor Toso, la cui presenza è annunciata nel programma delle Acli, con tutte le probabilità non sarà presente. Ha lasciato la parola a Bertone, che ha parlato del campo delle idee. La Segreteria di Stato ha deciso di volare alto. Resta da vedere come si comporteranno i vescovi, molto presenti in questi ultimi tempi nel dibattito di stampo economico politico, con i continui appelli di Bagnasco contro l’evasione e per il bene comune.

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