“Così il messaggio del papa arriva al mondo!”. A colloquio con la traduttrice ufficiale della GMG di Madrid
Il papa in viaggio parla alla nazione che visita, ma continua a rivolgersi al mondo intero. Si è visto in maniera speciale nella recente GMG di Madrid: il messaggio di Benedetto XVI si è dimostrato davvero universale, e rivolto ad una platea molto più folta dei due milioni di giovani presenti nella capitale spagnola. Ma come si può far giungere in maniera corretta e non distorta il messaggio del papa? C’è bisogno di uno sforzo comunicativo enorme, in cui entrano in gioco numerose professionalità. Fruitori immediati sono i media del mondo, soprattutto radio e tv, chiamati a rilanciare il messaggio all’audience globale. Ne abbiamo parlato con Helena Faccia, interprete e traduttrice, che collabora da molti anni con la Sala Stampa della Santa Sede in occasione dei Sinodi dei Vescovi. Ma adesso, dice, “ho avuto il privilegio di lavorare durante la recente visita del Papa a Madrid in occasione della GMG come interprete del gruppo italiano”.
Com’è nata la collaborazione per la GMG?
“L’organizzazione mi ha contattata vari mesi fa proponendomi il lavoro. Mi ha chiesto anche se potevo formare un gruppo di interpreti per le lingue ufficiali. Subito mi sono messa al lavoro e abbiamo trovato tutti gli interpreti. Dopo un pò di attesa ci hanno informato che eravamo stati scelti per lavorare in questo importantissimo evento”.
In che cosa è consistito il vostro impegno?
“La prima cosa è stata andare al sito web del Vaticano e vedere cosa c’era pubblicato sull’evento. E da lì siamo partiti. Abbiamo preso come riferimento il Messale della GMG pubblicato su sito Internet del Vaticano e di questo, abbiamo lavorato sui 4 eventi nei quali dovevamo interpretare: Cerimonia di Benvenuto e Via Crucis in Plaza de Cibeles, Veglia e Santa Messa a Cuatro Vientos. Per i testi del Vangelo, i gruppi italiano ed inglese hanno usato la Bibbia pubblicata sul sito internet del Vaticano. Gli altri gruppi ne hanno usato altre, sempre ufficiali. Per tutte le parti in latino, specialmente la Messa, abbiamo avuto l’enorme aiuto di due amici miei sacerdoti: Padre Gerardo Roncero e P. Juan Manuel Prim. Il primo mi ha dato i link dove trovare traduzioni della messa dal latino nelle diverse lingue e anche dove cercare le preghiere liturgiche e la loro traduzione; il secondo mi ha aiutato nelle preghiere la cui traduzione io non riuscivo a completare o dubitavo. Quando abbiamo trovato qualche incongruenza (tipo una citazione del Vangelo non corretta – i versetti non coincidevamo-) ci scambiavamo le informazioni tra di noi”.
Vi siete occupati anche della traduzione dei testi ufficiali?
“Un altro aspetto è stato quello dei testi dei Cardinali Rouco e Rylko e, ovviamente, i testi del Santo Padre. I testi dei Cardinali sono arrivati in spagnolo, ma con il tempo sufficiente per prepararli bene: o tramite un glossario o direttamente traducendo il testo per intero e poi facendo una interpretazione a vista.
I testi del Santo Padre, invece, sono arrivati dalla Sala Stampa della Santa Sede, già tradotti nelle diverse lingue. Normalmente si fa sempre così, ma anche per noi era un motivo di preoccupazione: non si può interpretare il Papa senza avere il suo testo davanti. I concetti, il suo modo di esprimersi sono così profondi che non puoi rischiare di sostituire una parola con un’altra che non significhi esattamente quello che Sua Santità vuole dire. È una responsabilità enorme”.
L’esperienza non vi mancava comunque…
“Nel Sinodo dei Vescovi scorso ho avuto la fortuna di tradurre un bellissimo testo di Benedetto XVI. Ti rendi conto che ogni parola è misurata e vuole esprimere un concetto preciso, e devi usare la parola più adeguata possibile, per non indurre a ‘misinterpretations’”.
Avete svolto anche il lavoro di interpretariato in cabina, durante gli eventi…
“Si, le cabine erano ottime e con schermo in ognuna di loro per poter seguire tutti gli eventi in diretta. I primi due giorni sono andati benissimo. Durante la Veglia è scoppiata una tempesta che ha fatto cambiare il programma. Ma tra me e la mia collega Francesca avevamo preparato bene l’evento e non abbiamo avuto problemi. Niente panico, nè errori. Stessa cosa per la Santa Messa. Ogni tanto mi rendevo conto che avanzavo più veloce nell’interpretazione dal latino all’italiano, così dovevo frenare il mio ritmo”.
Parlavi di una preparazione lunga, un lavoro di precisione per ogni evento…
“È stato un lavoro di preparazione enorme e un lavoro di interpretazione simultanea importante. Un lavoro soddisfacente anche dal punto di vista dei compagni di lavoro, tutti ottimi professionisti e gentilissimi. Ma, soprattutto, è stato un lavoro che mi ha emozionato in tantissime occasioni. Alcune volte quasi fino alle lacrime. Più di una volta ho avuto la pelle d’oca e ho ammirato ancora di più, se possibile, il Papa per la sua intelligenza, spiritualità, sensibilità e tenerezza”.