La catechesi del vescovo di Fabriano. Lo Spirito per essere forti dentro
A Sidney la GMG è entrata nel pieno dell’attività. Dopo la Messa inaugurale del card. Pell sono iniziate le catechesi. Il tema della prima giornata verte sulla chiamata a vivere lo Spirito Santo. I 21 giovani marchigiani hanno seguito la catechesi tenuta dal vescovo di Fabriano, mons. Giancarlo Vecerrica, colui che ha ridato vita nel 1978 con alcuni studenti al pellegrinaggio Macerata-Loreto. Ecco come ci hanno raccontato la catechesi.
Sant’Agostino afferma: “ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è irrequieto finché non riposa in te”. La natura umana è sete di soddisfazione totale. Partendo da questa constatazione mons. Vecerrica ha detto che: “Lo Spirito è il principio del vedere Dio, della vita di Dio in noi. Senza lo Spirito c’è distanza e ignoranza. Lo Spirito è il principio della conoscenza del Padre e del Figlio (Gv. 14,16-26). La conoscenza avviene attraverso un’attenzione, un’attrattiva, una simpatia, carica di un inizio amoroso”. Il vescovo ha ribadito che Gesù “Non solo insegna chi è Dio, il Padre e il Figlio ma anche quale rapporto c’è tra me e colui che mi ha fatto. Lo Spirito mi insegna il significato dell’essere, della storia, dell’esistenza”. Ma quali sono i doni di questa nuova conoscenza? Sono essenzialmente due: la certezza, perché “anche in mezzo ai problemi, sono certo che lo Spirito mi fa conoscere Dio, l’autore della mia vita, allora divento sempre più certo della mia vita. Non la certezza umana, presuntuosa o su mia misura, ma la certezza che viene dallo Spirito” e la fortezza, che “è la forza che mi viene dall’Alto (dal profondo, dallo Spirito). Forti dentro!. Confortati da qualcuno che scende dentro di me. Lo spirito scendendo dentro di me crea un avvenimento interiore, il più reale; è una energia che dal di dentro ci rende certi, forti e gioiosi”.
E su questi due doni si basa tutta la vita del cristiano. Infatti il vescovo di Fabriano ha ribadito che chi conosce lo Spirito Santo è una nuova creatura: “Proprio perché è principio di conoscenza, lo Spirito dà un nuovo inizio. L’inizio di un cambiamento, di un nuovo essere, di una nuova creatura. E’ un pegno per il futuro. Lo Spirito è il principio, l’inizio, la strada del cambiamento: da soli non si cambia, puoi cambiare le ‘pedine’ della vita, ma la vita rimane sempre la stessa, come la propria aridità. Lo Spirito cambia l’essere, tanto che S. Paolo arriva a dire: ‘Non sono più io che vivo, ma è un altro che vive in me’. Lo Spirito è la strada della risurrezione, della trasfigurazione”. Infine mons. Vecerrica ha concluso la sua catechesi invitando i giovani ad essere portatori di bellezza e di novità, in quanto lo Spirito Santo imprime il suo ‘sigillo’: “Sigillo è un linguaggio cristiano che indica la preziosità e la novità della persona, cambiata nel suo essere, imprime il carattere indelebile. Sigillo è un volto nuovo, un essere nuovo dando un gusto del vivere. ‘Il pegno della Spirito’ è per indicare che ciò che ci verrà dato inizia già ad accordare in me”.A Sidney la GMG è entrata nel pieno dell’attività. Dopo la Messa inaugurale del card. Pell sono iniziate le catechesi. Il tema della prima giornata verte sulla chiamata a vivere lo Spirito Santo. I 21 giovani marchigiani hanno seguito la catechesi tenuta dal vescovo di Fabriano, mons. Giancarlo Vecerrica, colui che ha ridato vita nel 1978 con alcuni studenti al pellegrinaggio Macerata-Loreto. Ecco come ci hanno raccontato la catechesi.
Sant’Agostino afferma: “ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è irrequieto finché non riposa in te”. La natura umana è sete di soddisfazione totale. Partendo da questa constatazione mons. Vecerrica ha detto che: “Lo Spirito è il principio del vedere Dio, della vita di Dio in noi. Senza lo Spirito c’è distanza e ignoranza. Lo Spirito è il principio della conoscenza del Padre e del Figlio (Gv. 14,16-26). La conoscenza avviene attraverso un’attenzione, un’attrattiva, una simpatia, carica di un inizio amoroso”. Il vescovo ha ribadito che Gesù “Non solo insegna chi è Dio, il Padre e il Figlio ma anche quale rapporto c’è tra me e colui che mi ha fatto. Lo Spirito mi insegna il significato dell’essere, della storia, dell’esistenza”. Ma quali sono i doni di questa nuova conoscenza? Sono essenzialmente due: la certezza, perché “anche in mezzo ai problemi, sono certo che lo Spirito mi fa conoscere Dio, l’autore della mia vita, allora divento sempre più certo della mia vita. Non la certezza umana, presuntuosa o su mia misura, ma la certezza che viene dallo Spirito” e la fortezza, che “è la forza che mi viene dall’Alto (dal profondo, dallo Spirito). Forti dentro!. Confortati da qualcuno che scende dentro di me. Lo spirito scendendo dentro di me crea un avvenimento interiore, il più reale; è una energia che dal di dentro ci rende certi, forti e gioiosi”.
E su questi due doni si basa tutta la vita del cristiano. Infatti il vescovo di Fabriano ha ribadito che chi conosce lo Spirito Santo è una nuova creatura: “Proprio perché è principio di conoscenza, lo Spirito dà un nuovo inizio. L’inizio di un cambiamento, di un nuovo essere, di una nuova creatura. E’ un pegno per il futuro. Lo Spirito è il principio, l’inizio, la strada del cambiamento: da soli non si cambia, puoi cambiare le ‘pedine’ della vita, ma la vita rimane sempre la stessa, come la propria aridità. Lo Spirito cambia l’essere, tanto che S. Paolo arriva a dire: ‘Non sono più io che vivo, ma è un altro che vive in me’. Lo Spirito è la strada della risurrezione, della trasfigurazione”. Infine mons. Vecerrica ha concluso la sua catechesi invitando i giovani ad essere portatori di bellezza e di novità, in quanto lo Spirito Santo imprime il suo ‘sigillo’: “Sigillo è un linguaggio cristiano che indica la preziosità e la novità della persona, cambiata nel suo essere, imprime il carattere indelebile. Sigillo è un volto nuovo, un essere nuovo dando un gusto del vivere. ‘Il pegno della Spirito’ è per indicare che ciò che ci verrà dato inizia già ad accordare in me”.