Le Marche mettono l’Eucarestia al centro della vita

Pane e vino consacrati
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Sabato 3 settembre ad Ancona si apre il XXV congresso eucaristico nazionale. Tutta la regione Marche si è preparata meditando il tema centrale: ‘Signore da chi andremo? L’Eucarestia per la vita quotidiana”. La settimana celebrativa del Congresso Eucaristico proporrà una scansione che aiuterà a rileggere, a partire dall’Eucaristia, alcuni ambiti della vita quotidiana, peraltro già presentati nel Convegno Ecclesiale nazionale di Verona del 2006, e quindi a rivisitare i luoghi della testimonianza che il cristiano è chiamato a dare del Signore e del suo Vangelo. Ad Ancona sarà sottolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cinque ambiti dell’esistenza già al centro del Convegno ecclesiale di Verona nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza.

 

 

Ma il vero fulcro della preparazione al Congresso Eucaristico in questo anno è stata la Basilica di Loreto, che ha ospitato molti pellegrini e molti convegni, tra cui segnaliamo un interessante incontro sul tema educativo, organizzato dall’ Associazione Laicale Eucaristica Riparatrice (ALER):  ‘L’Eucarestia, ispirazione e forza nell’impegno educativo’, a cui hanno la dott.ssa Paola Bignardi, componente del comitato del Progetto Culturale della Cei, e mons. Domenico Sigalini, assistente nazionale dell’ Azione Cattolica Italiana.

Dopo i saluti iniziali dell’Arcivescovo di Loreto, mons. Giovanni Tonucci, l’ex presidente nazionale dell’Azione Cattolica ha raccontato la fatica educativa, parlando di crisi dei processi educativi tradizionali, andati in crisi per i profondi cambiamenti che caratterizzano la nostra società. Quindi ha analizzato la crisi educativa in tre ‘luoghi’ fondamentali della vita di un ragazzo: nella famiglia, nella scuola e nella comunità cristiana: “E’ chiaro che anche nella comunità cristiana la crisi dell’educazione ha lasciato il suo segno. Oggi sappiamo che nelle nostre comunità cristiane la proposta educativa è stata sostituita da varie e vivaci attività di animazione, che non hanno l’efficacia dell’educazione. Inoltre queste attività sono spesso affidate a ragazzi poco più grandi di coloro che essi animano”.

Di seguito ha invitato i presenti a riscoprire il senso dell’educare: “L’educazione può costituire una straordinaria avventura umana, quella che segna la maturità di un adulto. Essa è legata alla generazione: si genera alla vita in senso biologico; attraverso l’educazione si genera al senso ed alla pienezza della vita. Chi genera trasmette la propria vita ed il proprio sangue, ed al tempo stesso mette al mondo una creatura che vive la propria vita”. L’educazione è dono, che comporta un sacrificio come conseguenza del suo donarsi: “Generare è dare la vita perché l’altro ne divenga responsabile”. Ed al contempo l’educazione comporta la responsabilità:  “La responsabilità è accompagnare verso la maturità, perché ciascuno sia disposto e capace di andare con fiducia nel mondo a renderlo migliore”.

Infine l’educazione è legame e distacco: “Il legame mi dice che l’altro c’è  e la sua presenza influisce sulla mia vita di persona adulta. Ma al contempo l’educazione è distacco, necessario perché un figlio divenga una persona libera. Generare è ‘mettere al mondo’: non si genera per se stessi”. Quindi ha affrontato la condizione di fatica degli adulti ad educare: “Si percepisce nella generazione adulta un senso di pesantezza esistenziale, accentuata da un’organizzazione che non può far sentire stanchi di una vita vissuta velocemente. Educare è un impegno gravoso, che l’attuale generazione adulta ha escluso dalla propria esistenza”.

Quindi, ha concluso la relatrice, nella generazione adulta è in crisi il progetto di vita: “Oggi gli adulti sembrano non essere in grado di narrare il valore e la bellezza della vita, in tutti i suoi aspetti”, perché negli adulti è in crisi la fiducia nella vita. Quindi ha invitato a costruire una comunità educante: “Si costruisce comunità attraverso la pazienza dei legami: questo vale per la comunità cristiana come per la società civile. Non si può educare oggi se non insieme ad altri”. Mons. Domenico Sigalini ha esaminato il compito educativo della Chiesa: “Il contributo educativo della Chiesa rientra nei compiti dell’evangelizzazione, perché non si dà separazione tra uomo e Vangelo”. Ma quali caratteristiche deve avere la Chiesa per educare alla vita buona del Vangelo? “La Chiesa deve essere trasparenza di Cristo in un lavoro continuo di ascolto e conversione, in una dimensione di interiorità ineludibile e sempre alla sequela di Cristo”.

Liturgia, catechesi, carità: una necessità nell’educazione di cristiani adulti e cittadini onesti? “Annuncio, celebrazione e testimonianza sono da declinare in ogni struttura pastorale. Ci confrontiamo con tre dimensioni che stanno alla base di un progetto educativo specifico di una comunità cristiana. E’ importante che una unità progettuale parta da queste tre dimensioni”. Però il centro è l’Eucarestia: “Mettere al centro l’Eucarestia è per noi una necessità per radicarci nell’essenziale della nostra vita di cristiani”.

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