Conferenza mondiale per il dialogo di Madrid. Il re saudita: riconciliazione tra le religioni

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Il rischio di incontri di questo tipo è che si limitino ad essere delle vetrine. Eppure, a volte anche i simboli possono dare il loro contributo. Si è aperta a Madrid la Conferenza mondiale per il dialogo, iniziativa promossa dalla Lega musulmana mondiale e dal re saudita Abdallah, con l’obiettivo di rilanciare il ruolo di pace delle religioni.

Alla presenza di 250 rappresentanti delle religioni monoteiste, il re dell’Arabia Saudita ha invocato un “dialogo costruttivo per la riconciliazione dopo tante guerre” fra religioni e civilizzazioni. Di fronte alla “perdita di valori” e alla “confusione concettuale” delle società umane, provocate dal “vuoto spirituale sofferto dagli uomini”, diventa cruciale la testimonianza di chi crede nel Dio unico. E sia chiaro: “Le religioni devono essere un mezzo per appianare le differenze e non per attizzare dispute”. In particolare, il sovrano critica “l’estensione della criminalità, l’eccesso del terrorismo, lo smembramento della famiglia” e il “grave danno” provocato dalla droga sui giovani e le “ripugnanti e odiose dispute razziste”.

Un messaggio religioso, con evidenti implicazioni politiche, specie quando re Abdallah indica l’Islam come “religione della tolleranza, della moderazione e della ponderazione”, attribuendo le tragedie vissute dall’umanità “all’estremismo” adottato da alcuni seguaci delle diverse religioni. Nell’analisi, c’è spazio anche per un insolito spirito ecumenico, con un giudizio positivo sulla pluralità delle religioni, nella convinzione che se Dio avesse voluto diversamente “avrebbe imposto una sola religione all’umanità”.

Colpisce sentire queste parole dal capo di una monarchia teocratica, patria di Bin Laden, sostenitrice occulta, almeno in passato, dei movimenti più radicali. Un’erma bifronte, alleata da una parte con l’Occidente e gli Stati Uniti, dall’altra disposta a finanziare gli affari più oscuri. La sfida lanciata dall’estremismo islamico e la radicalizzazione politica di alcuni settori del mondo musulmano (Iran in testa), pongono tuttavia nuovi problemi. E l’iniziativa del re saudita appare anche come un modo per riaffermare un ruolo di mediazione, senza dubbio religiosa, ma non solo.

Alla conferenza, che si svolge attraverso una serie di seminari a porte chiuse al termine dei quali è prevista venerdì una dichiarazione comune conclusiva. La sede di Madrid è stata proposta dalla stessa Lega musulmana mondiale (Mwl), che in un comunicato ha ricordato come “la Spagna è da secoli luogo di pacifica convivenza e dialogo tra le tre principali religioni monoteistiche – Giudaismo, Cristianesimo e Islam”. All’incontro partecipano anche il Congresso ebraico mondiale e la Santa Sede attraverso il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Quest’ultimo, ha definito la riunione come “molto positiva”, aggiungendo che il re saudita nell’organizzarla ha dato prova “di grande coraggio”.

“Il papa – ha aggiunto il cardinale nel suo intervento – è convinto che un dialogo fondato sull’amore e sulla verità tra i seguaci dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’Islam è il modo migliore per contribuire a fare di tutti i popoli della terra una sola famiglia”. “Ebrei, cristiani e musulmani condividono una comune eredità nonostante nel passato ci siano stati in alcuni capitoli della loro comune storia incomprensioni, polemiche, persecuzioni e anche conflitti armati. Ma oggi possiamo dire che il dialogo abraimico esiste. Ancora di più, possiamo dire che il futuro dell’Europa, del Medio Oriente e dell’intero mondo negli anni che verranno dipenderà dalla capacità che ebrei, cristiani e musulmani avranno di vivere come fratelli”. “Nel mondo globale in cui viviamo – ha detto ancora Tauran – oserei dire che siamo condannati al dialogo. Insieme ebrei, cristiani, musulmani, devono dimostrare che le religioni sono una fonte di pace e non di tensione e violenza”.

La foto: il re saudita con un rabbino (Foto Reuters)

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