Il papa a Sydney. Cerimonia di benvenuto e festa con i giovani


Con l’arrivo di Benedetto XVI, entrano nel vivo le celebrazioni della 23ma Giornata mondiale della gioventù. Oggi, il primo incontro con i giovani sul molo di Barangaroo. Il papa mette al centro temi forti: l’ambiente, la difesa del creato, il degrado sessuale, la lontananza dalla fede e l’aborto. Un’analisi schietta aperta però alla speranza della fede e al rinnovamento che può venire dalle nuove generazioni. Prima della festa di accoglienza, la cerimonia di benvenuto nel Palazzo del Governo di Sydney, alla presenza del premier australiano Kevin Rudd e del governatore generale, che ha funzioni di capo di stato, Michael Jeffery. Intanto, continua il programma dei pellegrini, con il secondo turno di catechesi dei vescovi e il Festival della gioventù. Ieri, sono stati oltre 150 gli eventi musicali e culturali proposti e c’è stato spazio anche per la gastronomia, quando in più di 200 luoghi sono state offerte oltre 220.000 fette di pane con salsicce e salsa di pomodoro. L’ambasciatore della Giornata Mondiale della Gioventù Jared Crouch ha servito salsicce ai pellegrini all’Università di Notre Dame, Broadway. Se le 220.000 fette di pane venissero allineate, spiegano gli organizzatori della GMG, attraverserebbero il Sydney Harbour Bridge 21 volte.
I MOMENTI DELLA GIORNATA
FESTA A BARANGAROO. Non è sicuramente il colpo d’occhio delle altre GMG a cui ci siamo abituati negli ultimi anni, ma i 150mila di Barangaroo e i 500mila per l’accoglienza a Benedetto XVI si fanno vedere e sentire. Il clima, però, è quello di sempre. Bandiere, cori, preghiera e festa, con lo stesso sottofondo di questi giorni: “Receive the power”, con il suo “Alleluia” coinvolgente. Nel suo discorso, il papa rilancia la sfida dell’amore di Dio, con una riflessione che parte dai temi ambientali per arrivare alle ferità dell’umanità: l’alcool, l’abuso di droghe, la esaltazione della violenza e dal degrado sessuale, presentati come divertimento. Spazio poi al monito su libertà e tolleranza spesso separate dalla verità; il rifiuto di una verità assoluta a guidare le nostre vite. E il relativismo, che in pratica dà valore indiscriminatamente a tutto che ha reso importante l’”esperienza” più di tutto. Ne deriva una confusione morale e intellettuale, un abbassamento dei livelli morali, fino alla perdita dell’autostima e persino alla disperazione. Certo essere testimone oggi non è facile.

L’accoglienza a Barangaroo (Foto Reuters/Ap Photo)
Anche il secolarismo è una ideologia con una visione globale, ma “quando Dio viene eclissato, la nostra capacità di riconoscere l’ordine naturale, lo scopo e il “bene” comincia a svanire. Ciò che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento egoistico. La dignità dell’ uomo, spiega il papa, “poggia sulla sua più profonda identità, quale immagine del Creatore, e perciò i diritti umani sono universali, basati sulla legge naturale, e non qualcosa dipendente da negoziati o da condiscendenza, men che meno da compromesso”. La Creazione è buona, conclude Benedetto XVI, ma non si può comprendere senza una “profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile”. Il messaggio che i ragazzi di Sydeny devono portare a tutto il mondo è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo.

Il papa era arrivato a Barangaroo in nave, con la Sydney 2000. Con lui 900 persone, tra vescovi e cardinali, stampa e tanti giovani. Vicino a lui, quattro di loro hanno fatto da “Cicerone”, mostrando e spiegando i luoghi di Sydney, in particolare quelli legati all’immigrazione, alla presenza militare, alla storia degli aborigeni e al confino coatto degli inglesi, che in Australia venivano esiliati dalla loro terra. Con lui anche il cardinale Gorge Pell, arcivescovo di Sydney, e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone. La cronaca – Le parole del papa
CERIMONIA DI BENVENUTO. “Possano i giovani riuniti qui per la Giornata Mondiale della Gioventù avere il coraggio di divenire santi! Questo è ciò di cui ha bisogno il mondo, più di qualunque altra cosa”. Primo messaggio di Benedetto XVI in terra australiana. Primo pensiero rivolto ai giovani e alla Gmg, “motivo del viaggio”. Arrivato a Sydney domenica pomeriggio, dopo tre giorni di completo riposo e relax nella tenuta privata dell’Opus Dei a Kenthurst, il papa viene accolto questa mattina dal primo ministro Kevin Rudd e dal governatore generale, Micheal Jeffry, nel corso della cerimonia di benvenuto alla Government House di Sydney. Nel suo discorso, il pontefice ricorda che la GMG è fonte di speranza per la Chiesa e per il futuro del mondo, evidenzia la dimensione spirituale della sua visita, per poi toccare temi cari all’opinione pubblica australiana: il multiculturalismo, le potenzialità di una “Nazione giovane”, il cammino di riconciliazione con gli aborigeni. Centrale il riferimento alle radici più profonde del Paese, al contributo dei cattolici nei campi dell’educazione e della sanità e sulle questioni attuali, all’esempio dei santi, a cominciare dalla beata Mary McKillop. Senza dimenticare, le tematiche ambientali e il dialogo tra le religioni.

La cerimonia di benvenuto al Palazzo del Governo di Sydney (Foto Reuters/Ap Photo)
“Ma prima di ogni altra cosa, – ricorda Benedetto XVI – sono qui per incontrare i giovani, sia dell’Australia che di ogni parte del mondo, e per pregare per una rinnovata effusione dello Spirito Santo su quanti prenderanno parte alle nostre celebrazioni”. E allo Spirito il papa chiede un rinnovamento per una generazione posta di fronte “ad un’impressionante varietà di scelte di vita”, a tal punto che talvolta “è arduo sapere come meglio incanalare idealismo ed energia”. In un contesto simile, spiega, “è lo Spirito che dona la saggezza per discernere il sentiero giusto ed il coraggio per percorrerlo”, egli “corona i nostri poveri sforzi con i suoi doni divini”, permettendo “a uomini e donne di ogni terra e di ogni generazione di diventare santi”. È questa la chiamata dei giovani. Questo, conclude Benedetto XVI, “è ciò di cui ha bisogno il mondo, più di qualunque altra cosa”. La cronaca – Le parole del papa