Focsiv: vescovi contro i signori della guerra
Sono 5 i vescovi italiani che, con Focsiv, hanno sottoscritto il documento proposto da Cidse, a livello internazionale, ‘per chiedere all’Unione europea di adottare un regolamento per rendere obbligatoria la trasparenza nel commercio dei minerali estratti dai paesi in conflitto’:
mons. Domenico Cancian, vescovo della diocesi di Città di Castello e delegato della Conferenza Episcopale Umbra alla commissione Missionaria tra le chiese, mons. Rosario Gisana, vescovo della diocesi di piazza Armerina, mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, mons. Francesco Montenegro, cardinale e arcivescovo di Agrigento, mons. Calogero Peri, vescovo della diocesi di Caltagirone.
Il presidente del Focsiv, Gianfranco Cattai, ringraziandoli dell’adesione ha affermato: “Per porre fine a questo scandalo, 125 vescovi con le loro diocesi chiedono all’Unione europea di adottare un regolamento per rendere obbligatoria la trasparenza nel commercio di questi minerali. Tutti sono chiamati a fare pressione perchè la proposta di regolamento in corso di discussione, che verrà votata in aprile, non venga annacquata e ridotta a semplice volontarismo da parte delle imprese coinvolte nel traffico.
Li ringraziamo e ci impegniamo a far crescere come un ‘ruggito’ la voce dei poveri, come ci esorta a fare papa Francesco… Tutti sono chiamati a fare pressione perché la proposta di regolamento in corso di discussione, che verrà votata in aprile, non venga annacquata e ridotta a semplice volontarismo da parte delle imprese coinvolte nel traffico…
Le imprese che commerciano e che producono con questi minerali devono essere responsabili verso i consumatori e specialmente verso le popolazioni sfruttate e violentate dai signori della guerra”. I vescovi firmatari dell’appello hanno sottolineato: “Dobbiamo prestare più attenzione alle catene di approvvigionamento delle materie prime ed evitare le complicità delle imprese nei conflitti.
Le aziende commerciano prodotti che sfruttano risorse naturali, provocando violenza e sofferenze. Noi, leader cattolici di tutto il mondo ci appelliamo all’UE perché ponga fine a tutto ciò. Di fronte alle drammatiche immagini di donne, uomini e bambini colpiti quotidianamente da guerre e da conflitti in ogni parte del mondo, i cittadini vogliono avere la garanzia di non essere complici di un simile scempio.
L’indifferenza di pochi, che ignorano le proprie responsabilità per il dolore degli altri, minaccia la nostra comune dignità umana. Per porre fine a tutto questo, abbiamo urgente bisogno di regole nuove in modo da assicurare che il frutto della generosità creatrice del Signore non venga messa al servizio di un cieco consumismo votato alla distruzione della vita.
Le risorse del pianeta debbono essere gestite con saggezza da bravi custodi e fattori, capaci di garantire l’integrità morale del mercato globale a tutte le persone che si trovano ai due estremi delle catene commerciali che ci uniscono…
In certi paesi del Sud, e specialmente in quelli ricchi di risorse (minerali, legname, gas, petrolio…), il controllo, l’estrazione, la lavorazione e il commercio di queste materie prime stanno finanziando gruppi armati e forze militari e di polizia che commettono gravi violazioni dei diritti umani, invece di contribuire allo sviluppo delle persone. Ovunque sia possibile, la Chiesa è a fianco dei poveri, e lavora per proteggere coloro che soffrono a causa della violenza, o per dialogare con coloro che possono essere d’aiuto nel porre fine agli abusi”.
Ed infine si rivolgono all’Europa chiedendo un controllo rigoroso su questi commerci: “Essendo una delle maggiori potenze commerciali del mondo, l’Unione Europea importa una quantità notevole di materie prime dalle regioni in guerra. Attraverso le catene commerciali e di approvvigionamento, alcune compagnie europee si stanno rendendo complici dei conflitti e dei loro abusi, e la situazione è ormai diventata intollerabile.
Gli Stati europei hanno il preciso dovere di fare ogni sforzo per assicurare condizioni di pace non solo entro i propri confini, ma in tutto il mondo. Questo è l’insegnamento in campo sociale della Chiesa Cattolica. I governi, i cittadini, e gli uomini e le donne d’affari dell’Unione Europea devono perciò impegnarsi affinché le loro aziende gestiscano le risorse naturali della terra con maggiore senso di responsabilità…
Noi, vescovi e leader della Chiesa Cattolica, prestiamo il nostro sostegno alla Società Civile che, nel Sud come nel Nord del mondo, lavora per la pace al servizio responsabile della creazione. L’Unione Europea ha un’opportunità unica per porre fine alle guerre legate allo sfruttamento delle risorse naturali, guerre che hanno costituito il 40% di tutti i conflitti del globo negli ultimi 60 anni. Facciamo appello ai Governi e ai parlamentari europei perché si facciano carico di questa sfida”.