Il Papa agli ucraini: siate veri fratelli
Basta divisioni, siete fratelli. Papa Francesco comincia dai vescovi e costruisce il dialogo per la pace in Ucraina. A conclusione della visita ad limina il Papa ha ricevuto greco- cattolici e latini in una udienza estremamente attesa nel mondo mediatico.
Chiede che sia osservata la tregua il Papa che “siano applicati tutti gli altri impegni che sono condizioni per evitare la ripresa delle ostilità.”
Poi rilegge la storia dell’ Ucraina, “questioni che in parte hanno una base politica, e alle quali non siete chiamati a dare risposta diretta; ma vi sono anche realtà socio-culturali e drammi umani che attendono il vostro diretto e positivo apporto” dice ai vescovi.
Ascoltare il popolo, ecco la soluzione, perché cos’ “la ricerca della pace possibile.” Un patrimonio fecondato dalla carità.
E il Papa si spinge oltre. Siete cittadini a pieno titolo del vostro paese, dice ai vescovi, “e perciò avete il diritto di esporre, anche in forma comune, il vostro pensiero circa i suoi destini. Non nel senso di promuovere una concreta azione politica, ma nell’indicazione e riaffermazione dei valori che costituiscono l’elemento coagulante della società ucraina, perseverando nell’instancabile ricerca della concordia e del bene comune, pur di fronte alle gravi e complesse difficoltà.” E aggiunge: “ La Santa Sedeè al vostro fianco.”
Pensa alle famiglie Papa Francesco, e non solo ai conflitti, ma anche alle “conseguenze di quel malinteso senso di libertà economica che ha permesso il formarsi di un ristretto gruppo di persone che si sono enormemente arricchite a discapito della grande maggioranza dei cittadini. La presenza di tale fenomeno ha inquinato in varia misura, purtroppo, anche le istituzioni pubbliche. Ciò ha generato una iniqua povertà in una terra generosa e ricca.”
Il compito dei vescovi è quello di essere liberi ministri della Chiesa di Cristo: “tanto più, pur nella vostra povertà, vi farete difensori delle famiglie, dei poveri, dei disoccupati, dei deboli, dei malati, degli anziani pensionati, degli invalidi, degli sfollati.”
Poi il Papa passa a parlare delle vicende interne alla Chiesa in Ucraina, ai problemi storici
In Ucraina i cattolici sono circa il 10%, in maggioranza greco-cattolici. Con più di 5 milioni di fedeli nel mondo rappresentano la Chiesa cattolica orientale numericamente più grande. Seguono i fedeli di rito latino per lo più di origine polacca, ungherese o slovacca, che rappresentano solo il 10-15% della popolazione cattolica nel Paese.
Nonostante le differenze storiche collegate alle identità nazionali, in particolare tra polacchi e ucraini, i rapporti tra greco-cattolici e cattolici di rito latino, oggi sono improntati alla cooperazione. Ad unirle le persecuzioni del passato ed il comune impegno per la ricostruzione della Chiesa dopo decenni di comunismo.
Il Papa parla proprio di questo. “Conosco le complesse vicende storiche che pesano sui rapporti reciproci, come pure alcuni aspetti di carattere personale.
Rimane indiscutibile il fatto che entrambi gli episcopati sono cattolici e sono ucraini, pur nella diversità di riti e tradizioni. A me personalmente fa male sentire che vi siano incomprensioni e ferite. C’è bisogno di un medico, e questo è Gesù Cristo, che ambedue servite con generosità e di tutto cuore. Siete un corpo unico e, come vi è stato detto in passato da san Giovanni Paolo II e daBenedetto XVI, vi esorto a mia volta a trovare fra voi la maniera di accogliervi l’un l’altro e sostenervi generosamente nelle vostre fatiche apostoliche.”
Unità basata anche sul martirio: “il sangue dei vostri testimoni, che per voi intercedono dal Cielo, sia ulteriore motivo che vi sospinge verso la vera comunione dei cuori. Unite le vostre forze e sostenetevi a vicenda, facendo delle vicende storiche un motivo di condivisione e di unità. Ben radicati nella comunione cattolica, potrete portare avanti con fede e pazienza anche l’impegno ecumenico, perché crescano l’unità e la cooperazione tra tutti i cristiani.”
L’auspicio del Papa è quello di una vera fraternità tra vescovi, e di “rapporti rispettosi e proficui con le pubbliche Autorità.” E poi i poveri che, conslude il Papa “sono la vostra ricchezza.”
Pastori del gregge affidato da Cristo anche “nei vostri organi interni di autogoverno. Questi vanno sempre intesi come strumenti di comunione e di profezia.”