Il Papa: ‘Recuperare lo stupore dell’incontro con Dio’
Il tema della predicazione, della celebrazione e dell’omelia è stato al centro stamane del tradizionale incontro di inizio Quaresima di questa mattina tra il Papa ed il clero romano. Un incontro avvenuto a porte chiuse.
L’omelia deve essere ben strutturata, secondo Francesco, poiché “porta in sè la grazia, come fosse un sacramentale forte”. Molto spesso, invece, si sente dire in chiesa: ”sono contento perchè con i miei amici abbiamo trovato una chiesa dove si fa la messa senza l’omelia”.
Predicare, celebrare e pregare sono azioni che vanno compiute con normalità. Infatti “si deve pregare davanti a Dio con la comunità, ma normalmente, cioè così come si prega”. Se un sacerdote – ha aggiunto il Papa – è ”eccessivamente rubricista e rigido, allora tutta la forza è in quella forma. Se sono il protagonista nemmeno faccio entrare nel mistero”.
La liturgia, quindi, deve essere ispirata alla spontaneità. “L’ars celebrandi – ha ribadito il Pontefice – va per la strada di recuperare il fascino della bellezza, entrando in un atmosfera spontanea, dunque normale, religiosa ma non artificiale. E così si recupera un po’ lo stupore, quello che si sente nell’incontro con Dio. Pregando sentiamo questo stupore, ma se preghiamo in modo formalistico no. Il sentimento dell’incontro è lo stupore: attira e ti lascia in contemplazione. Contro lo stupore va ogni tipo di artificialità”.