Una Chiesa viva
C’è chi ha visto nella presenza a sorpresa del premier spagnolo Rodriguez Zapatero al cerimoniale di benvenuto di Benedetto XVI all’aeroporto di Madrid la fine dell’era dello zapaterismo. Negli ultimi otto anni di amministrazione, Zapatero si era presentato come il paladino del pensiero laico, l’uomo dei matrimoni omosessuali (e relative adozioni alle coppie omosessuali), della depenalizzazione dell’aborto, della fecondazione in vitro senza alcun limite. Ma già dopo i primi quattro anni di amministrazione (vi era arrivato dopo il terribile attentato di Atocha, grazie soprattutto alle menzogne di Aznar), riconfermato, aveva fatto qualche passo indietro che non erano piaciuti ai socialisti laici duri e puri. Per esempio, non ha mai portato avanti quella legge sulla libertà religiosa che avrebbe portato a togliere i crocifissi dalle scuole pubbliche. Nel frattempo, la Spagna viveva una crisi economica che non aveva precedenti nella sua storia, trascinata in basso anche dall’Europa.
La disoccupazione giovanile sfiora il 40 per cento, non sempre avere una laurea porta ad avere un buon lavoro. Facile che in questo clima nascano gli indignados. E facile che gli indignados siano portati ad una linea di contestazione che attacca sia i due partiti di maggioranza in Spagna (il Partido Popular e il Partido Socialista), sia la Chiesa, accusata come connivente al potere. È uno schema, tra l’altro, già conosciuto in Europa. In Repubblica Ceca, la rivoluzione che portò al crollo del comunismo si avvalse della intellighentsja cattolica. Ma oggi gli atei sono il 70 per cento, e insistono sullo schema della Repubblica Ceca tre volte tradita (dai tedeschi, dai russi, e anche dalla Chiesa che stava con i tedeschi e ha bloccato la riforma di Jan Huus) per rivendicare la loro non appartenenza. Eppure, il milione e mezzo di persone (ma erano di più, in molti sono rimasti fuori dal perimetro prestabilito) alla piana di Cuatro Vientos raccontano di una necessità diversa e profonda. Sono giovani che sanno che una vita agiata senza valori manca di qualcosa. Che sanno che nel momento in cui la vita agiata crolla (e che può crollare lo dimostrano le crisi finanziarie, ormai sempre più vive e ripetute), ecco che se mancano i valori non serve più niente. Che la libertà individuale non può essere scambiata per la libertà dell’uomo, e che il bene di una comunità vale la pena di qualche rinuncia. Si tratta di una moltitudine cristiana, in cerca di cristianesimo vero. Come lo sono i ragazzi che frequentano le nostre parrocchie, e come lo sono ancora in molti.
A loro, Papa Benedetto XVI ha chiesto di aggrapparsi alla vera roccia, di resistere insieme in un mondo fatto di individualismo, di sopportare il disprezzo degli altri e rispondere vivendo una vita buona e vera. Nel frattempo, i colloqui di stampo politico (il Papa con Zapatero, Zapatero con il card. Bertone, segretario di Stato) si concentravano tutti sulla crisi economica e sugli aiuti agli ultimi, in particolare sulla questione africana. Negli ultimi mesi della sua amministrazione, prima di ritirarsi perché ha fallito i suoi obiettivi e allo stesso tempo non ha più numeri elettorali, Zapatero si aggrappa al Papa per rifarsi trucco e immagine in vista di una crisi che sembra essere sempre più inesorabile. È un’immagine che rappresenta forse non il tramonto, ma una brusca frenata nel progetto di secolarizzazione senza religione che ha luogo in tutta Europa. Non si può togliere all’uomo ciò in cui crede, non si può imporgli una condotta che non sente sua. Lo capirono subito i primi cristiani.
Chiamati a dare un atto di omaggio alla statua dell’imperatore divinità, “un pugno di incenso e poi fatevi i culti che volete”, i cristiani dissero che quel pugno di incenso li avrebbe compromessi di fronte a Cristo. E che quello in cui credevano valeva di più di un compromesso. E che volevano essere liberi di crederci. È uno schema che si ripete anche oggi. I cristiani dei Cuatro Vientos, insieme al Papa, hanno detto che non sono disposti a dare quel granello di incenso, e hanno chiesto di poter vivere la propria fede. La Chiesa è viva. O perlomeno ha cominciato a risorgere.