La certezza dell’uomo è la fede: il messaggio del Papa al Meeting

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L’uomo non può vivere senza una certezza sul proprio destino e sul quale certezza l’ uomo può fondare ragionevolmente la propria esistenza? L’unica speranza che non delude è Cristo, e i drammi del secolo scorso hanno dimostrato che quando viene meno la speranza cristiana l’uomo si smarrisce. E’ il messaggio che il il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone ha inviato oggi a nome di Papa Benedetto XVI all 32.ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si è aperta ieri a Rimini sul tema: E l’esistenza diventa una immensa certezza. Il Messaggioè stato letto ieri mattina da Emilia Guarnieri, Presidente della Fondazione promotrice dell’evento, prima della Santa Messa di apertura del Meeting celebrata da S.E. Mons. Francesco Lambiasi, Vescovo di Rimini, ed oggi è stato diffuso dalla Sala Stampa Vaticana.

“Qual è il fondamento della certezza senza la quale l’uomo non può vivere?” Da questa domanda dopo un breve excursus filosofico il cardinale, riprendendo don Luigi Giussani, ricorda che “il riconoscimento della propria origine e la “prossimità” di questa stessa origine a tutti i momenti dell’esistenza sono la condizione che permette all’uomo un’autentica maturazione della sua personalità, uno sguardo positivo verso il futuro e una feconda incidenza storica.” E prosegue: “Occorre entrare nell’amore di chi ci ha voluti per poter sperimentare la positività dell’esistenza. Se manca una delle due, la coscienza dell’origine e la certezza della meta di bene cui l’uomo è chiamato, diventa impossibile spiegare il dinamismo profondo dell’esistenza e comprendere l’uomo.” L’uomo deve essere certo del proprio destino e questa certezza ci è arrivata attraverso Cristo. “In Cristo Gesù il destino dell’uomo è stato strappato definitivamente dalla nebulosità che lo circondava.

Attraverso il Figlio, nella potenza dello Spirito Santo, il Padre ci ha svelato definitivamente il futuro positivo che ci attende.” In pratica il cardinale spiega che “se manca questa coscienza è facile cadere nei rischi dell’attualismo, nel sensazionalismo delle emozioni, in cui tutto si riduce a fenomeno, o della disperazione, nella quale ogni circostanza appare senza senso. Allora l’esistenza diventa una ricerca affannosa di avvenimenti, di novità passeggere, che, alla fine, risultano deludenti. Solo la certezza che nasce dalla fede permette all’uomo di vivere in modo intenso il presente e, nello stesso tempo, di trascenderlo, scorgendo in esso i riflessi dell’eterno cui il tempo è ordinato.” Ed è evidente, guardando ai drammi del secolo scorso “che quando viene meno la speranza cristiana, quando cioè viene meno la certezza della fede e il desiderio delle “cose ultime”, l’uomo si smarrisce e diventa vittima del potere, inizia a chiedere la vita a chi la vita non può dare. Una fede senza speranza ha provocato l’insorgere di una speranza senza la fede, intramondana.”

Quello che siamo chiamati a fare noi cristiani conclude il cardinale Bertone nel suo messaggio, è “lasciarsi rigenerare dai Sacramenti e dalla preghiera, riscoprire in essi l’alveo di ogni autentica certezza. La Chiesa, rendendo presente nel tempo il mistero dell’eternità di Dio, è il soggetto adeguato di questa certezza.” Dunque “l’esistenza non è un procedere cieco, ma è un andare incontro a colui che ci ama.”

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