Il Papa è stato molto bene in Spagna!
“La Spagna è una grande Nazione che, in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa, sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica.” Il saluto del Papa dopo quattro giorni di un vero e proprio bagno di folla per le vie di Madrid è uno slancio verso il futuro. All’aeroporto di Barajas sono ancora una volta Juan Carlos e Sofia ad accompagnare Benedetto XVI. “ Il Papa si è sentito molto bene in Spagna”, dice all’inizio del suo discorso. Gli inni ufficiali, i ragazzi con le bandiere che con la poca voce rimasta dopo giorni di canto, caldo, e pioggia, sono gli elementi di una cerimonia carica di nostalgia. Il Papa ringrazia tutti, un po’ stanco, ma sorridente con negli occhi ancora la folla di Cuatro Vientos. C’è chi parla di due milioni di ragazzi. Si rivolge a loro Benedetto: “A loro dico: grazie e complimenti per la testimonianza che avete dato a Madrid e nelle altre città spagnole dove siete stati. Vi invito adesso a diffondere in ogni angolo del mondo la gioiosa e profonda esperienza di fede vissuta in questo nobile Paese. Trasmettete la vostra gioia specialmente a coloro che avrebbero voluto venire ma non hanno potuto farlo per diversi motivi, a quanti hanno pregato per voi e a coloro ai quali la celebrazione della Giornata ha toccato il cuore. Con la vostra vicinanza e testimonianza, aiutate i vostri amici e compagni a scoprire che amare Cristo è vivere in pienezza.”
Non uno sguardo a ciò che è stato, ma a quello che sarà e deve essere la JMJ2011. “La festa della fede che abbiamo condiviso -dice- ci permette di guardare in avanti con molta fiducia nella provvidenza, che guida la Chiesa attraverso il mare della storia. Per questo rimane giovane e piena di vita, anche affrontando situazioni difficili. Questo è opera dello Spirito Santo, che rende presente Gesù Cristo nei cuori dei giovani di ogni epoca e così rivela loro la grandezza della vocazione divina di ogni essere umano.” Ed è per questo, dice, che “ i giovani rispondono con impegno quando si propone loro con sincerità e verità l’incontro con Gesù Cristo, unico redentore dell’umanità.” Un compito nel quale devono essere sostenuti dai vescovi e dai sacerdoti. “Non bisogna scoraggiarsi- ripete- davanti agli ostacoli che, in diversi modi, si presentano in alcuni paesi. Più forte di tutto questo è il desiderio di Dio, che il Creatore ha posto nel cuore dei giovani e la potenza dall’alto, che dà forza divina a coloro che seguono il Maestro e a coloro che trovano in Lui alimento per la vita.
Non abbiate timore di presentare ai giovani il messaggio di Gesù Cristo in tutta la sua integrità e ad invitarli ad accostarsi ai Sacramenti tramite i quali Egli ci rende partecipi della sua stessa vita.” Il saluto finale è per gli spagnoli che “ho molto presenti nella mia preghiera” e “specialmente per gli sposi e per le famiglie che affrontano difficoltà di diversa natura, per i bisognosi e gli infermi, per gli anziani e i bambini, e anche per coloro che non trovano lavoro.” E dei giovani spagnoli dice: “ Sono convinto che, animati dalla fede in Cristo, offriranno il meglio di se stessi perché questo grande Paese affronti le sfide del momento presente e continui ad avanzare nel cammino della concordia, della solidarietà, della giustizia e della libertà.” Il Re ha detto che sono stati “quattro giorni pieni di allegria”, ha ringraziato i volontari che hanno dimostrato il sincero spirito di accoglienza che distingue la società spagnola.
Un monito per costruire un mondo migliore, per il rispetto delle dignità della persona, un futuro che meriti di essere vissuto. Sulla pista a salutare il Papa ancora una volta i bambini vestiti da Guardie Svizzere, come a dire: Santità la Spagna cattolica la ama e la protegge!