L’abbraccio dei volontari a Benedetto XVI

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L’ultimo bagno di folla per il Papa è tra i padiglioni della Fiera di Madrid (Ifema). Sono circa 12.000, con le tipiche divise verdi, i volontari che lo accolgono al termine della Gmg – circa la metà di quanti in questi giorni hanno prestato servizio. È dedicato a loro l’ultimo saluto prima di rientrare a Roma. Hanno svolto un lavoro spesso nascosto, a volte lontano dagli appuntamenti presieduti dal Papa, ma anche per questo “prezioso”. Benedetto XVI ne è grato e lo riconosce: “questa rinuncia è stata un modo molto bello ed evangelico di partecipare alla Giornata: quello dell’attenzione agli altri di cui parla Gesù”. Ringrazia i giovani volontari che con il loro impegno hanno dato alla Gmg “il volto dell’amabilità, della simpatia e della premura per gli altri”. E “non solo siete stati attenti ai pellegrini, ma anche al Papa” dice strappando un caloroso applauso. In tutti i momenti ai quali ho partecipato, voi eravate lì: alcuni visibilmente, altri in secondo piano, rendendo possibile l’ordine richiesto perché tutto andasse bene”.

La festa è grande: i giovani interrompono più volte il breve saluto del cardinale al Papa con cori e applausi, e sottolineano con uguale entusiasmo le parole di Javier, spagnolo, e Giselle, brasiliana di Rio, i due volontari che hanno salutato il Papa. “Grazie di confidare in noi” gli dice il primo. “Grazie di stare a nostro fianco, di confidare in noi e di tenerci sempre presenti nelle sua preghiere. Consideri sempre questa sua casa, con le porte aperte”. Giselle parla del suo percorso nelle ultime tre Gmg: “La Chiesa è viva e giovane” dice, interrotta da un grande applauso. “Ho scoperto che la Chiesa era il mio posto e per essa volevo vivere e dare il meglio: la mia gioventù, il mio tempo, la mia vita”. E così “tutti i volontari”. Poi “l’invito” finale: “è con grande gioia che la aspettiamo per la Gmg in Brasile. La aspettiamo!”. “Sono certo – dice il Papa – che questa esperienza come volontari vi ha arricchito tutti nella vostra vita cristiana. Il Signore trasformerà la vostra stanchezza accumulata, le preoccupazioni e il peso di molti momenti in frutti di virtù cristiane: pazienza, mansuetudine, gioia nel donarsi agli altri, disponibilità a compiere la volontà di Dio. Amare è servire e il servizio aumenta l’amore. Penso che questo sia uno dei frutti più belli del vostro contributo alla Giornata mondiale della gioventù”.

 

I ragazzi accolgono ora con un silenzio attento le parole di Benedetto XVI: “Nel tornare ora alla vostra vita ordinaria, vi incoraggio a conservare nel vostro cuore questa gioiosa esperienza e a crescere ogni giorno di più nel dono di voi stessi a Dio e agli uomini. È possibile che in molti di voi si sia manifestata timida o con forza una domanda molto semplice: Che cosa vuole Dio da me? Qual è il suo disegno sulla mia vita?” “Se è sorta questa inquietudine, lasciatevi guidare dal Signore e offritevi volontariamente al servizio di Colui che ‘non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti’ La vostra vita raggiungerà una pienezza insospettata”. Una esortazione accolta da un applauso. Così come la successiva battuta: “Forse qualcuno sta pensando: il Papa è venuto a ringraziarci e ora sta chiedendo. Sì, è così. Questa è la missione del Papa, Successore di Pietro. All’amore di Cristo si può rispondere solo con amore, e questo è ciò che vi chiede il Papa: che rispondiate con amore a colui che per amore si è consegnato per voi”. C’è tempo per la benedizione finale, dove una piccola incertezza vale a Benedetto XVI l’ennesima dimostrazione di simpatia da parte dei ragazzi e si allontana accompagnato dai loro cori. Sotto il palco lo attende la berlina che lo conduce all’aeroporto per la cerimonia di congedo.

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