Pietralata è pronta ad accogliere Francesco

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È nato per creare aggregazione sociale nelle periferie, e in un anno si è inserito nel panorama musicale di Roma arrivando a fare performance di Roma e di gospel. In questi giorni sta provando canti di Frisina, ma anche il canto in spagnolo “Somos el pueblo de Dios,” che gli argentini usano nei pellegrinaggi alla Madonna di Lujan. È il coro dei “Cantori di Pietralata”. Trenta persone, guidate dal Maestro Carlo Alberto Gioja. Saranno loro a cantare per il Papa nella sua visita nella parrocchia di San Michele Arcangelo di Pietralata. Rappresentano un po’ quel lavoro nelle periferie che è nel cuore di Papa Francesco.

È forse anche per questo che il Papa ha scelto di visitare la parrocchia dove già Paolo VI celebrò la Messa di Natale del 1963 e Giovanni Paolo II andò nel 1991. Il parroco è Monsignor Aristide Sana, un lombardo trapiantato lì da 17 anni. Appare emozionato con i biglietti arrivati dalla Prefettura della Casa Pontificia, mentre nel territorio intorno la parrocchia si cominciano a preparare le misure di sicurezza per l’arrivo di Papa Francesco.

Grazie anche alla vicina stazione della metropolitana, Pietralata non si può considerare più periferia. Ma quando nacque era un quartiere all’estrema periferia di Roma. Lì furono spostate le famiglie sfrattate dalla zona di Piazza Venezia, quando Mussolini cominciò gli sventramenti intorno all’altare della patria, e per diverso tempo il quartiere rimase senza acqua potabile ne corrente elettrica.

Ma il quartiere è comunque un posto dove ci sono molti emarginati. Come i carcerati di Rebibbia, che una volta che escono spesso orbitano nel territorio vicino la parrocchia. Monsignor Sana è attivissimo. La Caritas parrocchiale ha diversi progetti, distribuisce cibo due volte il mese, ha persino un centro di consulenza per il lavoro. E poi, la catechesi, molto forte. Per preparare tutti all’arrivo del Papa, ha fatto leggere brani dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium.

Tutti i livelli della comunità parrocchiale incontreranno il Papa. Quando Francesco arriverà, intorno alle quattro del pomeriggio, ci sarà un incontro con i bambini battezzati nell’anno e i loro genitori, i bambini che riceveranno la prima comunione e i loro genitori, e circa 80 scouts con le loro famiglie. Il Papa confesserà qualcuno, e poi celebrerà Messa.

Monsignor Sana ha spiegato che il Papa trascorrerà anche del tempo con le persone emarginate che gravitano nell’area della parrocchia. Un’area in cui lo spirito della borgata romana si mescola con aree più residenziale. “Siamo il cuore pulsante della zona”, afferma Sana.

Ed è per questo motivo che fu installata la Chiesa, nel 1938. Cardinale titolare della Chiesa è Javier Lozano Barragan, messicano, che conosce molto bene Papa Francesco.

Tra i progetti, anche quello del coro, gestito dall’associazione Culturale Viviamo L’Arte, che punta proprio a valorizzare le periferie e le piccole cittadine. “E’ composto da 30 elementi, ed è stato fondato il 13 gennaio 2014 – spiega il maestro Gioja – sono l’espressione di questo territorio, sono appassionati, amano quello che fanno. E sono così bravi che hanno imparato velocemente anche partiture complicate. Ora la parrocchia li chiama per momenti importanti.” Come, appunto, la visita del Papa.

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