Suor Bonetti spiega la Giornata internazionale di preghiera contro la tratta
Oggi, festa canonica di santa Giuseppina Bakhita, in tutte le diocesi e le parrocchie del mondo si celebra la prima Giornata internazionale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, un tema su cui lo stesso papa Francesco si è espresso il 12 dicembre 2013, definendolo ‘un crimine contro l’umanità’:
“La tratta delle persone è un crimine contro l’umanità. Dobbiamo unire le forze per liberare le vittime e per fermare questo crimine sempre più aggressivo, che minaccia, oltre alle singole persone, i valori fondanti della società e anche la sicurezza e la giustizia internazionali, oltre che l’economia, il tessuto familiare e lo stesso vivere sociale”.
L’obiettivo della Giornata, intitolata ‘Accendi una luce contro la tratta’, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e l’Ufficio delle Nazioni unite contro la droga e il crimine (Unodc) riguarda 21 milioni di persone, vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio forzato, servitù domestica, matrimonio forzato, adozione illegale e altre forme di sfruttamento.
L’iniziativa è organizzata dalle Unioni internazionali femminili e maschili dei superiori/e generali (Uisg e Usg) insieme al Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, il Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, la Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Inoltre aderiscono la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Caritas Internationalis, Talitha Kum, l’Ufficio ‘Tratta donne e minori’ Usmi, Slaves no More, l’Unione mondiale associazioni femminili cattoliche, la Comunità Papa Giovanni XXII, Jesuit Refugee Service (Jrs), International Catholic Migration Commission, International Forum Catholic Action, la Congregazione Figlie della Carità Canossiane.
Questa giornata, ha spiegato suor Eugenia Bonetti, responsabile dell’Ufficio Tratta e minori dell’Usmi e presidente dell’Associazione ‘Slaves No More’, è “un momento che ci vede impegnati a sensibilizzare tutte le realtà della chiesa, del governo, dei media, dei privati e delle organizzazioni che hanno a che fare con la vita delle donne per debellare davvero questa piaga”.
A lei ci siamo rivolti per capire perché è stata proclamata una giornata di preghiera e riflessione contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale?
“Perché di fronte ad una realtà di sfruttamento e annientamento della persona umana ridotta in schiavitù, dai nostri stessi sistemi di vita e di benessere abbiamo sentito l’urgenza di unire tutte le forze politiche, sociali ma soprattutto ecclesiali per gridare con papa Francesco: ‘Non più schiavi ma fratelli e sorelle’. E questo è davvero un crimine contro l’umanità”.
Quale è la situazione del fenomeno oggi?
“E’ semplicemente vergognoso che nel 2015, secondo le stime dell’Organizzazione del Lavoro ci siano ancora al mondo 21 milioni di esseri umani ridotti in stato di schiavitù. (Naturalmente questi dati sono molto in difetto..) E questa schiavitù produce un fatturato di oltre 32 miliardi di $ annui.
Questo mercato viene subito dopo le armi e la droga e a farne le spese sono soprattutto le donne e i bambini per oltre il 60%, provenienti in modo particolari da paesi poveri che cercano di fuggire per una vita diversa e dignitosa ma sovente si trovano nelle maglie di trafficanti senza scrupolo che sfruttano pure situazione di guerre e calamità per creare nuove forme di schiavitù”.
Quali sono gli ‘strumenti’ per combatterlo?
“Prima di tutto una forte presa di coscienza che la schiavitù è presente in mezzo a noi, sulle nostre strade, nelle nostre stesse case e forse non ce ne accorgiamo o facciamo finta di non vedere e non sapere per non assumerci le nostre responsabilità. Siamo tutti responsabili e chiamati in causa: Istituzioni di governo e di chiesa, organizzazioni del pubblico e del privato, scuole e famiglie, agenzie di comunicazioni e informazioni, singoli cittadini, responsabili del bene comune dove ogni persona è vista e accolta con rispetto nella sua dignità e diversità….”.
Perché la Chiesa ha scelto per la giornata proprio la festa di santa Giuseppina Bakhita?
“Perché Santa Bakhita era una piccola schiava sudanese che dopo essere stata liberata e portata in Italia ha voluto essere battezzata, è diventata religiosa canossiana; morta del 1947 è stata canonizzata da S. Giovanni Paolo II nel 2000, anno del grande giubileo e considerata da noi tutti operatori e operatrici che operano per debellare la tratta degli schiavi nostra e loro speciale patrona”.
Giornata contro la tratta ed Anno della Vita consacrata: ci può essere un collegamento?
“Questa prima giornata mondiale celebrata nell’anno speciale dedicato alla vita consacrata di uomini e donne che hanno risposto alla chiamata di Dio di vivere nella chiesa e nel mondo la profezia dell’assoluto e del servizio per la costruzione del regno è certamente un segno di vitalità e di riconoscimento soprattutto alle diverse migliaia di donne religiose di tutto il mondo che in modo particolare hanno colto questa nuova sfida per rispondere con coraggio ad uno dei nuovi segni dei tempo”.