Il papa ai prefetti italiani: siete i custodi dei diritti fondamentali di ogni persona
Sono anni “caratterizzati dalla particolare incidenza del movimento migratorio, legata all’aumento nel mondo di violenti conflitti con le loro tragiche conseguenze sulle persone e sulle economie di tanti Paesi”. In questo i prefetti italiani, devono garantire “lo scrupoloso rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona umana”, oltre a “individuare nella quotidiana gestione delle situazioni, spesso d’emergenza, quella corretta applicazione delle norme, che garantisca, insieme con la fedeltà al dettato della legge e delle altre disposizioni vigenti”. Papa Francesco incontra in Vaticano i rappresentanti del Governo italiano nei vari territori, guidati dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Ed esprime “viva riconoscenza per l’impegno profuso da voi Prefetti nel coordinare l’accoglienza delle migliaia di uomini, donne e bambini giunti sulle coste italiane”.
Ritorna subito alla mente la visita del papa a Lampedusa, nella quale Francesco ha voluto proprio gridare il suo “mai più” alle stragi di migranti, che ancora trovano nel mare una porta verso l’Europa. Il Papa conferma la disponibilità delle strutture ecclesiastiche a spendersi in questa “frontiera”: “sono di notevole aiuto i rapporti di proficua collaborazione tra le Prefetture, le Diocesi e le parrocchie, collaborazione che, nel rispetto delle distinte competenze, merita di essere confermata, valorizzata e approfondita”. “La Chiesa – continua Francesco -, essendo una realtà divina e umana, opera nella società al servizio delle persone sulla base dell’insegnamento di Cristo e, desiderando svolgere la sua missione educativa e caritativa nella sincera collaborazione con le istituzioni dello Stato per la promozione dell’uomo e il bene del Paese, è lieta di trovare nelle Prefetture uno degli ambiti in cui maggiormente si concretizza questa sinergia per il bene di tutti i cittadini”.
Ma, ricorda il papa, il compito del prefetto non può mai essere slegato dai valori alti: “l’esercizio dell’autorità – ammonisce – ha sempre come obiettivo il conseguimento del bene comune, trovando la sua più intima ragion d’essere e la possibilità stessa della sua efficacia nel porsi quotidianamente al servizio di coloro ai quali si indirizza la sua potestà”, soprattutto in un contesto in cui “la crisi di autorità che la nostra società sperimenta in diversi ambiti, tanto pubblici quanto privati, con conseguenze di vasta portata, specie per l’educazione delle giovani generazioni, ha tra le sue cause proprio la carenza di queste fondamentali disposizioni all’obbedienza, all’ascolto, alla pazienza”.
Tuttavia, “quanto più i cittadini percepiranno che i poteri costituiti sono generosamente rivolti a cercare di offrire risposte ai loro bisogni e a tutelare i loro diritti, tanto più saranno disposti ad accoglierne le indicazioni e a disporsi ad un operoso e ordinato spirito di collaborazione e di rispetto”.
“Siete dunque chiamati – l’invito del papa – a mettere a disposizione la vostra professionalità e la vostra umanità, le vostre conoscenze e la vostra prudenza, senza scoraggiamenti o pessimismi, sapendo però che non vi confrontate con questioni astratte, ma con il volto concreto di uomini e di donne con i loro problemi e le loro speranze, che in questi anni di incertezza e di difficoltà economiche si sono fatte ancora più impellenti”.