Il papa: “Unica parola giusta in Ucraina è pace”. Udienza generale sulla figura del padre

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“L’unica parola giusta è ‘pace’”, non “vittoria” o “sconfitta”. Al termine dell’udienza generale di oggi, papa Francesco si rivolge “a voi, fratelli e sorelle ucraini”, nel momento in cui le tensioni nell’area sembrano di nuovo acuirsi, perché  “la situazione sta peggiorando e si aggrava la contrapposizione tra le parti”. “Ma pensate, – spiega il papa a braccio – questa è una guerra fra cristiani! Voi tutti avete lo stesso battesimo! State lottando fra cristiani. Pensate a questo, a questo scandalo. E preghiamo tutti, perché la preghiera è la nostra protesta davanti a Dio in tempo di guerra”.

“Chiediamo al Signore – l’appello del papa – che cessi al più presto questa orribile violenza fratricida. Rinnovo l’accorato appello affinché si faccia ogni sforzo – anche a livello internazionale – per la ripresa del dialogo, unica via possibile per riportare la pace e la concordia in quella martoriata terra”.

Un’udienza ancora dedicata alla “figura del padre nella famiglia”, con l’auspicio che “sia presente”, “che sia vicino alla moglie, per condividere tutto, gioie e dolori, fatiche e speranze. E che sia vicino ai figli nella loro crescita: quando giocano e quando si impegnano, quando sono spensierati e quando sono angosciati, quando si esprimono e quando sono taciturni, quando osano e quando hanno paura, quando fanno un passo sbagliato e quando ritrovano la strada”.

“La volta scorsa – ha spiegato Francesco – ho parlato del pericolo dei padri “assenti”, oggi voglio guardare piuttosto all’aspetto positivo”. “Ogni famiglia ha bisogno del padre”, ha aggiunto il papa, partendo da alcune espressioni contenute nel libro dei proverbi e citando la Santa Famiglia di Nazareth. “Un buon padre sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi”.

“La Chiesa, nostra madre – ha detto ancora il papa -, è impegnata a sostenere con tutte le sue forze la presenza buona e generosa dei padri nelle famiglie, perché essi sono per le nuove generazioni custodi e mediatori insostituibili della fede nella bontà, della fede nella giustizia e nella protezione di Dio, come san Giuseppe”.

“Sarò felice ogni volta che ti vedrò agire con saggezza, e sarò commosso ogni volta che ti sentirò parlare con rettitudine”: questo dev’essere, secondo Francesco, il vero “orgoglio” del padre verso il figlio. Che dovrebbe dire: “Questo è ciò che ho voluto lasciarti, perché diventasse una cosa tua: l’attitudine a sentire e agire, a parlare e giudicare con saggezza e rettitudine. E perché tu potessi essere così, ti ho insegnato cose che non sapevi, ho corretto errori che non vedevi. Ti ho fatto sentire un affetto profondo e insieme discreto, che forse non hai riconosciuto pienamente quando eri giovane e incerto”. Inoltre: “Ti ho dato una testimonianza di rigore e di fermezza che forse non capivi, quando avresti voluto soltanto complicità e protezione. Ho dovuto io stesso, per primo, mettermi alla prova della saggezza del cuore, e vigilare sugli eccessi del sentimento e del risentimento, per portare il peso delle inevitabili incomprensioni e trovare le parole giuste per farmi capire. Adesso, quando vedo che tu cerchi di essere così con i tuoi figli, e con tutti, mi commuovo. Sono felice di essere tuo padre”.

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