Aquì esta la joventud del Papa. Nonostante le difficoltà.
Prima era solo la sabbia, che il milione e mezzo di giovani che continuavano ad arrivare a Cuatro Vientos sollevavano muovendosi. Poi una nuvola nera si è stagliata all’orizzonte. “Mica credi che pioverà?”, dice un ragazzo. Nessuno ci crede. Non può succedere alla Gmg. Arriva il vento, ed è un sollievo, perché dopo una giornata passata sotto il sole che cuoceva la pelle a 40 gradi, un po’ di vento non può che fare bene. Arriva il Papa, ed è un entusiasmo generale. “Benedicto, Benedicto”, cantano i ragazzi tutti in coro. Ma nel momento in cui il Papa comincia a parlare, cominciano i fulmini. Ci si comincia a preoccupare sul serio. E poi la pioggia, la tempesta.
Qualcuno comincia a dire: “E’ Giovanni Paolo II che ha mandato la pioggia”. Eppure tutti rispondono con entusiasmo. “Aquì esta la joventud del Papa”, qui sta la Gioventù del Papa: è un grido che parte spontaneo, e che supera con entusiasmo il freddo improvviso e le difficoltà di una veglia che non sembra poter cominciare, per le parole del Papa che non si riescono più a sentire. “Ci mettiamo entusiasmo, perché siamo più forti delle difficoltà”, urla un ragazzo, da un settore indefinito. Sono pronti a tutto, questi ragazzi venuti da 193 nazioni differenti, alcuni persino con i bambini piccoli, che non vogliono saperne di non far sentire al Papa il loro entusiasmo. E non ne vogliono sapere nonostante tutto per loro sia stato davvero difficile nella giornata. Ottocento malori, portati nei piccoli pronti soccorso da campo, vittime di insolazione, di mancanza di acqua – le fontanelle non funzionavano, nonostante fosse stata garantita la presenza copiosa e abbondante di acqua – oppure semplicemente stremati dopo ore di fila.
E nella Messa di oggi i ragazzi non potranno nemmeno prendere l’Eucarestia, perché il vento della notte ha divelto le tende eucaristiche. Eppure i ragazzi sono ancora lì, pieni di entusiasmo. Accolgono il Papa e cercano di vivere la loro fede. Alcuni sono ancora sorpresi dell’ostensorio di Toledo, arrivato come dal niente dal fondo del palco, e così grande da essere visibile fino a lunga distanza. “E’ una cosa meravigliosa”, dice una ragazza, mentre si inginocchia per l’adorazione. Nonostante le difficoltà, la Gmg è viva.