Il Papa ai giovani sotto la pioggia: ricorderemo questa meravigliosa avventura

Probabilmente rimarrà nella storia delle GMG con l’immagine del vento.Quatros Vientos non è solo un nome. “Cari amici, che nessuna avversita’ vi paralizzi! Non abbiate paura del mondo, ne’ del futuro, ne’ della vostra debolezza”, ha detto il Papa dope essere stato interrotto da un forte vento e dalla pioggia improvvisa che ha bagnato il milione e mezzo di ragazzi riuniti all’aerodromo Cuatro Vientos di Madrid. “Il Signore – ha detto il Papa riprendendo in mano i fogli stropicciati del discorso- vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perche’ grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra”. Mentre il Papa parlava e’ iniziata una forte pioggia, che ha costretto il cerimoniere monsignor Guido Marini a proteggere il Pontefice con un ombrello bianco. ”Il signore con la pioggia ci manda tante benedizioni” ha aggiunto il Papa prima di riprendere la lettura del suo intervento limitato ai saluti nelle diverse lingue. In italiano ha detto: “ Questa veglia rimarrà una indimenticabile con queste avventure.” Il Papa poi si è preparato, come previsto, per la Adorazione Eucaristica. Volti, storie e vite, tutte giovani. Questa sera si sono incrociate a Cuatro Vientos, l’aeroporto-spianata di Madrid che ha accolto un milione e mezzo di pellegrini della GMG 2011. Tutti affidati al Cuore di Gesù, durante una veglia eucaristica, culmine di tanti giorni di riflessione, ricchi, faticosi ed intensi. Tutti qui come “Juventud del Papa, come più volte i giovani stessi si sono autodefiniti in questi giorni madrileni. Benedetto XVI continua a puntare alto: “La fede non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona”.
“Cari giovani – continua – non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo”. Quattro chilometri a piedi il percorso studiato dalla GMG per raggiungere Cuatro Vientos, attraversando i parchi cittadini, sfidando il sole e i 40 gradi di temperatura. Molti giovani pellegrini, zaino e sacco a pelo in spalla sono qui da stamattina presto, per prendere i primi posti del loro settore e poter vedere più da vicino il Papa. Nel discorso preparato, ma non pronunciato, Benedetto XVI offre un’altra catechesi, partendo dal tema di questa GMG, “Radicati in Cristo, Saldi nella Fede”, ormai un must conosciuto da tutti, anche attraverso l’inno. “Se rimarrete nell’amore di Cristo – spiega Benedetto XVI – radicati nella fede, incontrerete, anche in mezzo a contrarietà e sofferenze, la fonte della gioia e dell’allegria”. “Precisamente oggi -aggiunge – in cui la cultura relativista dominante rinuncia alla ricerca della verità e disprezza la ricerca della verità, che è l’aspirazione più alta dello spirito umano, dobbiamo proporre con coraggio e umiltà il valore universale di Cristo, come salvatore di tutti gli uomini e fonte di speranza per la nostra vita”. Il Papa risponde alle domande dei giovani, dirette e pressanti. E definisce queste “inquietudini”, “l’anelito” per “giungere a qualcosa di grande nella vita”, che dia “pienezza e felicità”. Perché una cosa non si deve dimenticare mai: “Dio ci ama”.
E “questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio”. Benedetto XVI invita a “chiedere a Dio che vi aiuti a riscoprire la vostra vocazione nella società e nella Chiesa e a perseverare in essa con allegria e fedeltà. Vale la pena accogliere nel nostro intimo la chiamata di Cristo e e seguire con coraggio e generosità il cammino che ci propone!”. C’è la via del matrimonio, “un orizzonte luminoso ed esigente al tempo stesso”. Tuttavia, “riconoscere la bellezza e la bontà” del sacramento, fa “essere coscienti che solo un contesto di fedeltà e indissolubilità, come pure di apertura al dono divino della vita, è quello adeguato alla grandezza e dignità dell’amore matrimoniale”.
Ma c’è anche la via del sacerdozio e della vita consacrata, in risposta ad un “Seguimi” di Gesù. In ogni occasione, però, il denominatore comune passa dal “rimanere nel suo amore come amici”. “E come si mantiene l’amicizia – si chiede il papa – se non attraverso il contatto frequente, la conversazione, lo stare uniti e il condividere speranze o angosce?” Da qui l’invito: “rimanere in adorazione di Cristo, realmente presente nell’Eucarestia”, “dialogare con Lui e porre davanti a Lui le vostre domande e ad ascoltarlo”.
Benedetto XVI è rimasto a lungo in ginocchio davanti al magnifico ostensorio cinquecentesco “Custodia di Arfe” della cattedrale di Toledo mentre si cantava il Tantum ergo. Infine, preparando con il traduttore un altro saluto improvvisato: abbiamo vissuto un’avventura meravigliosa, abbiamo resistito alla pioggia grazie per il meraviglioso esempio che avete offerto ricordatevi: con Cristo potete superare tutte le disavventure della vita.