Il Papa:la difesa della dignità della vita qualifica la società

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“La nostra società, nella quale troppo spesso si pone in dubbio la dignità inestimabile della vita, di ogni vita, necessita di voi: voi contribuite decisamente a edificare la civiltà dell’amore.” Nella strada che lo porta a Quatros Vientos Bendetto XVI fa una sosta che è un dono d’amore. La Fondazione “San José” è opera di san Benito Menni Figini dei Fatebenfratelli e del Marchese Diego Fernández Vallejo e la prima pietra è stata posta nel 1895. Oggi la Fondazione si occupa di assistenza specializzata per i disabili e in particolare della cura dell’epilessia. Benedetto XVI ha salutato personalmente dieci bambini dei duecento presenti. Il centro è composto da 10 padiglioni con 400 posti letto con 300 operatori sanitari. Accolto dal superiore Fr Rafael M. Martinez il Papa ha ricordato ancora una volta la enciclica sulla Speranza cristiana. La domanda è quella sempre attuale del perché del dolore e della sofferenza dei giovani.

“Una società – ha detto citando la Spe Salvi -che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la com-passione a far sì che la sofferenza venga condivisa e portata anche interiormente, è una società crudele e disumana” Sono i Santi che ci insegnano a vivere “il dramma della sofferenza per il nostro bene e la salvezza del mondo” parlandoci “della dignità di ogni vita umana, creata a immagine di Dio.” ed ha aggiunto: “Nessuna afflizione è capace di cancellare questa impronta divina incisa nel più profondo dell’uomo.” Ed è certo che la predilezione speciale “del Signore per colui che soffre ci porta a guardare l’altro con occhi limpidi, per dargli, oltre alle cose esterne di cui ha bisogno, lo sguardo amorevole di cui ha bisogno. Però questo è possibile realizzarlo solo come frutto di un incontro personale con Cristo.” Il grazie del Papa quindi per operatori e volontari che sono “testimoni anche del bene immenso che rappresenta la vita di questi giovani per chi sta loro accanto e per l’intera umanità.

In modo misterioso ma molto reale, la sua presenza suscita nei nostri cuori, frequentemente induriti, una tenerezza che ci apre alla salvezza. Certamente, la vita di questi giovani cambia il cuore degli uomini e, per questo, siamo grati al Signore per averli conosciuti.” Presente anche un gruppo di giovani invalidi che partecipano alla GMG. Mar.a Jos. Gonz.lez-Iglesias, coordinatrice della sezione dei portatori di handicap, ha dimostrato la sua riconoscenza al Papa per la sua decisione di incontrare i giovani portatori di diverse forme di handicap affermando che si tratta di “un bel gesto del Papa verso queste persone”. Il Santo Padre ha donato un quadro in mosaico raffigurante Cristo nella Nicchia dei Pallii di San Pietro e un’offerta in denaro.

Oggi l’Istituto lavora nel campo delle “dipendenze severe e delle disabilita, nel recupero funzionale e nell’ambito dei processi vitali avanzati” e dunque coinvolge numerose discipline come la neurologia, le tecniche della riabilitazione, la neurofisiologia, la geriatria. Benito Menni fu canonizzato da Giovanni Paolo II il 21 novembre 1999. Il giorno della sua canonizzazione il beato Giovanni Paolo II ricordò nell’omelia che il nuovo santo aveva una grande devozione per il Cuore di Gesù e per la Vergine Maria e da questo suo amore – aggiunse – è nata la sua “totale dedicazione caritatevole verso gli altri, in particolare per chi soffre: anziani, bambini malati”.

Poco prima il Papa aveva incontrato la suora di clausura piu’ anziana del mondo, suor Teresita, che ha 103 anni. La suora, che cammina ancora sulle sue gambe, sedeva su una bella poltrona a fianco del Papa, al quale ha regalato un libro sulla vita religiosa nel quale c’e’ un capitolo dedicato a lei. Sul frontespizio del libro suor Teresita ha vergato con bella calligrafia una dedica a Benedetto XVI. Con lei una suora piu’ giovane, di soli 80 anni, che ha prestato servizio per molti anni alla Congregazione per la dottrina della fede, quando il cardinale Ratzinger ne era prefetto. Suor Teresita vive nel convento di Sisal Buonafuente, circa 100 chilometri a sud est di Madrid, ed e’ entrata nel Carmelo quando aveva 19 anni, il 16 aprile 1927, il giorno della nascita di Joseph Ratzinger.

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