Il Papa ai seminaristi della GMG: “Sarete Apostoli se aspirate alla Santità”

“Cristo continua a chiamare giovani discepoli per farli suo apostoli, così che permane viva la missione della Chiesa e l’offerta del Vangelo al mondo”. Benedetto XVI parla ai seminaristi nella cattedrale di Santa Maria Real de la Almudena, e li definisce “coloro che prolungano la missione che Cristo ricevette dal Padre”. È una messa tutta dedicata a coloro che si preparano a celebrare l’Eucarestia, “l’espressione reale” del “dono incondizionato di Gesù per tutti, anche per coloro che lo tradivano”. È molto bella la cattedrale di Madrid, un edificio ricco di storia e tradizione, proprio di fronte al maestoso Palazzo Reale. E qui il Papa non sembra parlare solo alla Sua Chiesa, ma attraverso i suoi ministri vuole rivolgersi all’intera società. “Attraverso Cristo – dice – sappiamo che non siamo dei viandanti verso l’abisso, verso il silenzio del nulla o della morte, ma siamo dei pellegrini verso una terra promessa, verso di Lui, che è la nostra meta e anche la nostra origine”.
I seminaristi, tutti iscritti alla GMG, sono arrivati prestissimo nella Cattedrale. Ma ascoltano con grande attenzione le parole del Papa. “Cari amici – spiega loro Benedetto XVI -, preparatevi ad essere apostoli con Cristo e come Cristo, per essere compagni di viaggio e servitori degli uomini”. “Come vivere questi anni di preparazione? – si chiede – Anzitutto devono essere anni di silenzio interiore, di orazione costante, di studio assiduo e di prudente inserimento nell’azione e nelle strutture pastorali della Chiesa”.
Perchè “la Chiesa è comunità e istituzione, famiglia e missione, creata da Cristo mediante lo Spirito Santo e, allo stesso tempo, risultato di quanti la costituiamo con la nostra santità e con i nostri peccati. Così ha voluto Dio, che non disdegna di fare di poveri e peccatori suoi amici e strumenti di redenzione del genere umano. La santità della Chiesa è prima di tutto la santità oggettiva della persona stessa di Cristo, del suo Vangelo e dei suoi Sacramenti, la santità di quella forza dall’alto che l’anima e la sospinge. Noi dobbiamo esser santi per non creare una contraddizione fra il segno che siamo e la realtà che vogliamo significare”.
Anche se non sempre la società sembra aiutare. “Nessuno sceglie il contesto, né i destinatari della propria missione – continua il Papa -. Ogni epoca ha i suoi problemi, ma Dio offre in ogni tempo la grazia opportuna per farsene carico e superarli con amore e realismo. Per questo, in ogni circostanza in cui si trovi, e per quanto dura essa sia, il sacerdote deve portare frutto in ogni ambito di opere buone, custodendo, a tale scopo, sempre vive nel proprio cuore le parole del giorno dell’ordinazione, quelle con le quali lo si esortava a configurare la propria vita al mistero della croce del Signore”. Ma “configurarsi a Cristo comporta identificarsi con colui che si è fatto servo, sacerdote e vittima”.
E da qui l’invito: “Chiedete quindi a Lui che vi conceda di imitarlo nella sua carità fino all’estremo verso tutti, senza escludere i lontani e i peccatori, così che, con il vostro aiuto, si convertano e ritornino sulla retta via. Chiedetegli che vi insegni a stare molto vicini agli infermi e ai poveri, con semplicità e generosità. Affrontate questa sfida senza complessi, né mediocrità, anzi come un modo significativo di realizzare la vita umana nella gratuità e nel servizio, quali testimoni di Dio fatto uomo, messaggeri dell’altissima dignità della persona umana e, di conseguenza, suoi incondizionati difensori”. “Può darsi che vi disprezzino, come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano – mette in guardia il papa -. Sarà allora che una vita profondamente radicata in Cristo si rivelerà realmente come una novità, attraendo con forza coloro che veramente cercano Dio, la verità e la giustizia”.
Con il Papa hanno concelebrato numerosi cardinali e vescovi spagnoli, oltre ai membri del seguito e della Curia romana. Al padrone di casa, cardinale Maria Ruoco Varela, il compito di salutare il Santo Padre, citando anche i patroni della GMG. I seminaristi – ha ricordato Varela – “hanno meditato diligentemente con i propri formatori la lettera che Lei ha scritto poco più di un anno fa. Sanno che non esiste altra alternativa nel percorso formativo del sacerdozio ministeriale se non quella mostrata dal Papa”, che è la “via verso la santità”
Durante la celebrazione i seminaristi hanno ringraziato Benedetto XVI per questa opportunità offerta al culmine della GMG e gli hanno fatto fatto gli auguri “per i suoi sessant’anni di sacerdozio, che abbiamo celebrato con molto affetto”.