Il Papa il Re e Zapatero

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Sarà l’effetto Spagna: sembra dire così Benedetto XVI, allargando le braccia in un gesto di soddisfazione, davanti al premier José Luis Zapatero che si complimenta di trovarlo così “in forma, nonostante il tanto lavoro e la giornata impegnativa”. Inizia così lo scambio di battute tra i due nel “Salone degli ambasciatori” della nunziatura di Madrid, su cui la televisione spagnola Tve offre un veloce squarcio. Una lunga stretta di mano e larghi sorrisi. È l’ultimo incontro ufficiale tra i due, essendo Zapatero a fine mandato, e dura poco meno di mezz’ora. Al termine, Benedetto XVI ha omaggiato Zapatero con una penna stilografica, mentre il capo del governo spagnolo ha donato al Pontefice un facsimile dell’”Obra del Obispo Martínez Compañón sobre Trujillo del Perú en el siglo XVIII”. Filtrano indiscrezioni sui temi: la situazione giovanile, la crisi economica, la situazione in Africa e in Medio Oriente, la libertà religiosa.

Proprio oggi, tra l’altro, il governo spagnolo ha approvato tre misure antideficit: riduzione temporanea dell’Iva sulla vendita di case nuove (dall’8 al 4 per cento), modifica delle procedure di pagamento dell’imposta sulle grandi società e una riforma della normativa sulla spesa farmaceutica. In realtà non c’era una agenda precisa – ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana – trattandosi di una visita di cortesia. Lo stesso era avvenuto in mattinata, nell’incontro, il quinto, tra Benedetto XVI e i reali di Spagna, re Juan Carlos I e la regina Sofia. Nella cornice del Palazzo della Zarzuela, residenza dei reali, il Papa e il sovrano hanno avuto un colloquio privato di circa 20 minuti “piuttosto ampio e familiare – ha riferito padre Lombardi -. Tra l’altro il re ha ringraziato il Papa perché è la terza volta che visita la Spagna mentre Benedetto XVI si è detto grato per la grande accoglienza che le Gmg stanno ricevendo a Madrid”.

Le foto di famiglia raccontano un clima di grande cordialità, favorito anche dalla presenza di quattro nipoti dei reali – i figli di Felipe e dell’infanta Helena, mentre Cristina, madre di quattro figli e secondogenita dei reali, era assente -, che hanno mostrato al Papa i loro disegni e pensierini. Decisamente “raggianti” i reali spagnoli: il re ha sfoggiato una cravatta arancione, mentre la regina indossava un completo giallo. Un tocco di colore anche per il principe Felipe, che portava una cravatta verde. Il vero teatro politico della giornata è stato in realtà il pranzo tra il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, il nunzio apostolico Renzo Fratini e i ministri Ramon Jáuregui y Trinidad Jiménez. Gli esponenti dell’esecutivo avrebbero chiesto l’appoggio della Chiesa sul progetto di trasformare la Valle de los Caídos (Valle dei caduti), in luogo di “riconciliazione della memoria nazionale”. Si tratta del mausoleo che Francisco Franco fece costruire alle porte di Madrid, alla fine della Guerra civile spagnola, per commemorare i caduti di entrambi gli schieramenti.

Si trovano qui sepolti circa 40 mila soldati nazionalisti e repubblicani. Il progetto di Zapatero sarebbe di cancellare ogni esplicito riferimento al “cattolicesimo nazionale franchista”. Bertone si sarebbe dimostrato “ricettivo e comprensivo”. Gli esponenti del Vaticano si sarebbero informati in particolare sul problema del terrorismo e dell’Eta. Ma avrebbe trovato spazio anche il contenzioso ecclesiastico sui beni da trasferire tra le diocesi di Lérida, in Catalogna, e di Barbastro-Monzón, in Aragona, irrisolto dal 1995. All’epoca, la nuova diocesi è stata creata per adeguare i confini diocesani a quelli politici, trasferendo 111 parrocchie e i relativi possedimenti e beni artistici. Il governo avrebbe chiesto alla Chiesa un intervento sul vescovo di Lérida per concludere la vicenda a breve. A tema, infine, anche fruttuosa intercessione della Chiesa nella scarcerazione di molti prigionieri politici a Cuba, la questione mediorientale e delle rivoluzioni in Nord Africa.

 

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