Una gran allegria: i giovani di Plaza Cibeles
“Siamo pieni di allegria. Avevamo bisogno di sentire parole come quelle di Benedetto XVI, di sentirci richiamati all’amore di Cristo. Avevamo bisogno di risposte”. Manuel ha 18 anni. È uno dei tantissimi giovani spagnoli che sono arrivati a Madrid per la Gmg. È riuscito a prendere i primi posti, e ora ascolta con attenzione le parole di Benedetto XVI. È entusiasta. Madrid, Cibeles. Il primo incontro di Benedetto XVI con i giovani di tutto il mondo è un lungo abbraccio che va dal passaggio simbolico nella porta di Alcalà al benvenuto che viene offerto al Papa da giovani dei cinque continenti sul palco di Plaza de la Indipendencia. Le strade sono gremite di gente. La Gran Via è del tutto impraticabile, e da Cuartier General dell’Esercito (all’interno della quale campeggia una Virgen Morenita, messa fuori per l’occasione) non c’è più possibilità di passare. Nemmeno i volontari si impegnano per dare un ordine alla folla delle persone, che – scoraggiata – invade le strade circostanti. È un tappeto di giovani quello che riempie tutto il centro storico di Madrid.
Il Papa li invita a non vergognarsi di mostrare la loro fede. “Siamo passati – spiega Armando Real, giovane e già famoso giornalista di informazione religiosa – dal ‘Non abbiate paura’ di Giovanni Paolo II al ‘Non vergognatevi’ di Benedetto XVI. È in quest’ultima frase che si caratterizza il messaggio del Papa tedesco. È il teologo di Ratisbona che viene a parlare ai giovani, e chiede loro di guardare a fondo nelle radici della propria fede”. Ma la sfida del Papa viene anche raccolta con difficoltà. “E’ vero – dice Alessandro, della diocesi Pesaro – dovremmo guardare a Cristo, radicarci in lui, cercare le cose vere e profonde. Ma a volte è così difficile, ed è più facile rifugiarci nelle cose effimere, nelle piccole gioie di ogni giorno, senza guardare nel profondo”. Non è più la generazione Giovanni Paolo II, ragazzi entusiasti e pieni di certezza.
È la generazione Benedetto XVI – dopo sei anni di pontificato, molti dei giovani lo hanno proprio vissuto il Papa – che vive in maniera inversamente proporzionale a quella del Papa. Ratzinger ha fatto della ricerca della verità il cardine di una vita, loro fanno del bisogno di verità la direzione di una vita. E il Papa in aereo aveva parlato della Giornate Mondiali della Gioventù come un posto dove i confini si annullano, dove si potevano creare legami in tutto il mondo. “Basta guardarsi intorno – afferma Armando, della diocesi di Bologna – siamo giovani che vengono da tutto il mondo, in molti di noi continueranno a tenere contatti (ed è sicuramente più semplice, oggi, con i social network) e stiamo condividendo una esperienza incredibile”. Mentre parliamo, siamo a Recoletes, poco dopo plaza del Rey, per niente vicini al luogo dove Benedetto XVI si appresta a commentare il Vangelo. Eppure tutti, costretti a vedere il Papa dai maxischermi, insistono sull’idea dell’incontro con Benedetto XVI. Non interessa loro essere più vicini. Interessa loro essere lì.