Nella Terra dei fuochi si muore ancora

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La locuzione ‘terra dei fuochi’ individua una vasta area situata nell’Italia meridionale, tra le province campane di Napoli e Caserta, caratterizzata dalla forte presenza di rifiuti tossici e soprattutto di numerosi roghi di rifiuti. Essa venne utilizzata per la prima volta nel 2003 nel Rapporto Ecomafie curato da Legambiente.

La terra dei fuochi comprende un territorio di 1076 km², nel quale sono situati 57 comuni, nei quali risiedono circa 2.500.000 di abitanti: 33 comuni situati nella provincia di Napoli e 24 comuni situati nella provincia di Caserta. Essa è tornata al centro dell’attenzione nazionale perché nel concerto di fine anno il cantante Gigi D’Alessio ha dichiarato che ‘il fenomeno della Terra dei fuochi sarebbe sotto controllo e che le azioni avviate negli ultimi mesi lo abbiano praticamente circoscritto’.

Per capire meglio la situazione abbiamo contattato le mamme dell’associazione ‘Noi genitori di tutti’: “Noi non abbiamo nulla contro Gigi D’Alessio. Ce l’abbiamo con chi gli ha riferito delle informazioni che non trovano alcuna rispondenza nella realtà che noi viviamo quotidianamente. Chiediamo a Gigi, se veramente vuole essere testimonial gratuito per un vero rilancio dell’agroalimentare campano, di venire con noi e verificare ogni mese, in queste campagne, se veramente vengono fatti dei passi avanti.

L’unico modo per rilanciare veramente le nostre eccellenze uniche al mondo, prodotte nella terra più fertile del mondo, è fare in modo che la purezza da ritrovare delle nostre campagne siano la vera vetrina dei prodotti di eccellenza. Solo quando questa vetrina sarà perfetta potremo dire di aver veramente rilanciato i nostri prodotti. Gigi può farlo insieme a noi, da vero testimonial, testimoniando questa rinascita nel tempo”.

Quale è la situazione reale?
“Le campagne sono ancora disseminate di rifiuti speciali perché i comuni non hanno i mezzi per controllare il territorio. Questi mezzi dovevano essere forniti dalla Regione che non ha mai erogato i 7 milioni di euro promessi con l’aggiudicazione dei bandi di videosorveglianza, controllo, risanamento delle periferie, contenuti nel Patto per la Terra dei fuochi.

La Legge regionale 20/2013 è rimasta inapplicata per l’immobilismo della Regione: in quella Legge c’era una procedura semplificata per lo smaltimento dell’amianto, l’istituzione del catasto dei terreni in cui si verificano fenomeni di sversamenti e roghi, il controllo dello smaltimento dei rifiuti inerti dell’edilizia. Di tutto questo non si è saputo più nulla, è rimasta lettera morta. E’ rimasta assolutamente inapplicata per l’immobilismo della regione anche l’istituzione del QR Code, quello che dovrebbe essere il marchio di qualità dei prodotti. Non se ne è saputo più nulla. La Regione Campania non è dunque un’istituzione credibile nel momento in cui dice che ha investito e si è impegnata sulla questione terra dei fuochi. Non è così!”

Perché vi siete costituiti in associazione?
“Un filo colorato che unisce cielo e terra: da qui siamo partiti. I soci fondatori dell’Associazione ‘Noi Genitori di Tutti’ hanno in comune il dolore sovrumano di avere un figlio in cielo. Bambini diventati angeli troppo in fretta, fiori recisi dal cancro in una terra scempiata dallo smaltimento illegale di rifiuti industriali.

Insieme hanno deciso di dedicarsi alla denuncia di quanto accade ed è accaduto per 30 anni e di adoperarsi a tutela dei bimbi che vivono in Campania tutelando l’ambiente e il diritto alla vita. Sotto la protezione dei nostri angeli guerrieri agiamo affinché nasca la cultura ‘del bambino prima di tutto’, prima di interessi, di profitti, di individualismi e egoismi di ogni tipo. Lo facciamo con loro, i nostri figli, per i vostri figli, per i figli del futuro… Ecco il filo colorato che unisce cielo e terra”.

Cosa significa vivere nella Terra dei fuochi?
“Per noi, mamme che hanno partorito i loro cuccioli nella terra dei veleni e dei fuochi, la parola mamma è diventata d’un tratto un termine che racchiude in se molteplici sentimenti. Con gioia abbiamo messo al mondo le nostre creature, le abbiamo amate fin dal primo battito del loro cuoricino, le abbiamo cresciute fra stenti e sacrifici, preoccupandoci della loro salute più che della nostra. Quante domande ci hanno accompagnato, quanti dubbi circa una corretta alimentazione, tanta frutta, verdure, bilanci di salute fatti col cuore in gola e la felicità di saperli sani… mamme come tutte le altre insomma!!!

E quanta gioia, felicità, quanto orgoglio nel crescere i nostri figli, quanti progetti per il loro futuro. Poi un giorno, il giorno più brutto, un sintomo, un dolore ci mette in allarme, un esame e poi tanti controlli ci fanno piombare nel più atroce degli incubi: il viso dei dottori che non trovano le parole e il giorno della diagnosi: mio figlio, il mio bambino ha il cancro! Provate per un attimo a pensare a cosa è accaduto quel giorno al nostro cuore, pensate con quanto coraggio e dolore abbiamo dovuto guardare negli occhi le nostre rispettive creature che ci chiedevano: ‘Cosa ho? Quando guarisco?’.

A noi è toccato trovare le parole giuste per spiegare loro ciò che nemmeno noi riuscivamo a capire. Cos’era accaduto? Dove avevamo sbagliato? Dio ce li aveva dati sani, noi li avevamo fatti ammalare, ma qual’era la causa di questa catastrofica diagnosi? Per mesi abbiamo chiesto ai dottori di darci spiegazioni, anche perché notavamo che ce n’erano tanti di bambini come i nostri negli ospedali oncologici, tutti stranamente residenti nelle stesse zone Acerra, Afragola, Caivano, Giugliano, Marcianise, Succivo, San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe, Casalnuovo ecc…) ma non avevamo tempo per indagare: dovevamo accudire i nostri bimbi, spiegare loro tutte le atroci sofferenze che avrebbero dovuto subire.

Qualcuna di noi aveva un bimbo di pochi mesi da curare e lo ha accudito con canzoncine e carezze fino all’ultimo respiro; altre avevano bimbi di pochi anni che accompagnavano in ospedale a suon di caramelle, favolette e piccole bugie; altre hanno dovuto affrontare la consapevolezza di figli un po’ più grandicelli o adolescenti che facevano domande che laceravano il cuore e ottenebravano le menti. Vi risparmiamo i particolari di ciò che è stato accompagnarli al calvario, come Maria dinanzi a Cristo sulla croce abbiamo assistito alle loro sofferenze impotenti, eravamo sul Golgota e da lì a poco saremmo state al sepolcro…

Quanto speciale siano stati i nostri figli sarebbe davvero riduttivo spiegarlo in quattro righe: sono stati angeli guerrieri con amore, coraggio e dignità hanno affrontato tutto, lasciandoci in eredità la forza di lottare e continuare a vivere. Ancora oggi, a distanza di tempo, non abbiamo risposte: perché sono morti? Dopo di anni di lotte ambientaliste finalmente la nostra terra attira un po’ di attenzione mediatica, veniamo a conoscenza delle tonnellate di rifiuti tossici e nocivi che sono stati illegalmente sversati nelle nostre campagne o bruciati nei roghi che vedevamo appiccare qua e la e il cui cattivo odore arrivava fin nelle nostre case.

I nostri cuori sussultano, un’altra spada ancora ci trafigge: allora ce li hanno ammazzati!!! Capite??? Ammazzati!!! Senza che avessero alcuna colpa, se non quella di essere nati in una terra dove si muore di cancro più che altrove. Ci siamo allora affiancate ai vari comitati per la tutela ambientale delle nostre terre, alle fiaccolate nei vari paesi con in mano le foto dei nostri figli, anch’essi vittime innocenti della camorra e dell’ecomafia.

Abbiamo sostenuto gli appelli di don Patriciello, abbiamo rilasciato interviste, fatto foto e aperto le porte delle nostre case per chiedere aiuto… non certo per esibizionismo. Poi, abbiamo assistito ad uno strano fenomeno in cui i nostri morti parlavano più dei vivi che ancora oggi negano, i nostri angeli, ancora guerrieri, combattono da lassù per i bimbi che restano qui, in questa terra di morte, chiedendo azioni concrete che ancora non arrivano. Vi supplichiamo, ora, lasciamoli godere in pace le meraviglie del paradiso e a noi dateci la certezza che i carnefici non resteranno impuniti.

Vogliamo nomi e cognomi, e non solo dei camorristi, paghino tutti per omicidio plurimo e crimini contro l’umanità. Ci hanno tolto il futuro, bruciato insieme ai roghi e seppelliti insieme ai fusti di materiali tossici. Ora basta con le parole, agite, aiutateci, dateci almeno la pace nel cuore in questa terra che, mentre noi parliamo, lentamente muore. Le mamme degli angeli ancora guerrieri della terra dei fuochi e dei veleni”.

La vostra ‘battaglia’ sta producendo qualche risultato?
“La risposta a questa domanda la può dedurre facilmente dalle risposte precedenti. Le istituzioni continuano ad essere assenti, quello che è cambiato è la consapevolezza da parte nostra e da gran parte della popolazione soprattutto giovani che messi al corrente delle reali condizioni in cui si trova il nostro paese non fa spallucce e si gira dall’altra parte ma lotta quotidianamente alla ricerca della verità”.

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