Il papa: fate stimare la fede davanti all’intelligenza degli uomini.
È monumentale l’Escorial: è patrimonio reale ma soprattutto un monastero degli agostiniani. Un luogo di meditazione e di studio, insomma; non a caso Benedetto XVI incontra docenti universitari e giovani religiose, che ringrazia per la presenza nel “monastero di grande bellezza artistica, eloquente testimonianza nei secoli di una vita di preghiera e di studio”. “In questo luogo emblematico, – aggiunge Benedetto XVI – ragione e fede si sono fuse armoniosamente nell’austera pietra per modellare uno dei monumenti più rinomati della Spagna”. Il Papa parla da “collega” ai giovani professori, che, dice, offrono “una splendida collaborazione nella diffusione della verità, in circostanze non sempre facili”. Calda e colorata l’accoglienza nella monumentale cappella di San Lorenzo all’Escorial: anche i professori, vestiti con le loro toghe cappelli si lanciano in cori ed applausi, ed apprezzano la muova d’organo che nella chiesa suona sontuosa. Parla di “fondamenti solidi per la vita” Benedetto XVI, che si chiede: “Dove troveranno i giovani tali punti di riferimento in una società sgretolata e instabile?
Talvolta si ritiene che la missione di un professore universitario sia oggi esclusivamente quella di formare dei professionisti competenti ed efficaci che possano soddisfare la domanda del mercato in ogni momento preciso”. “Si afferma pure -aggiunge-che l’unica cosa che si deve privilegiare nella congiuntura presente sia la pura capacità tecnica. Certamente, oggi si estende questa visione utilitaristica dell’educazione, anche di quella universitaria, diffusa specialmente a partire da ambiti extrauniversitari. Tuttavia, voi che avete vissuto come me l’università, e che la vivete ora come docenti, sentite senza dubbio il desiderio di qualcosa di più elevato che corrisponda a tutte le dimensioni che costituiscono l’uomo. Sappiamo che quando la sola utilità e il pragmatismo immediato si ergono a criterio principale, le perdite possono essere drammatiche: dagli abusi di una scienza senza limiti, ben oltre se stessa, fino al totalitarismo politico che si ravviva facilmente quando si elimina qualsiasi riferimento superiore al semplice calcolo di potere. Al contrario, l’idea genuina di università è precisamente quello che ci preserva da tale visione riduzionista e distorta dell’umano”. L’università è “la casa della verità”, “che non a caso fu promossa dalla Chiesa”. E poiché la “Buona novella scopre una razionalità in tutto il creato e guarda all’uomo come ad una creatura che partecipa e può ricongiungere la razionalità”, l’università ha il compito di tenere vivo un ideale che non deve snaturarsi, nè a causa di ideologie chiuse al dialogo razionale, n’è per servilismi ad una logica utilitaristica di semplice mercato, che vede l’uomo come consumatore”. Ecco perchè i professori hanno il compito di trasmettere questo “ideale universitario”, come continuatori dei loro predecessori, ma soprattutto perchè i giovani hanno bisogno di “autentici maestri” e di persone convinte “della capacità umana di avanzare nel cammino verso la verità”.
Questo cammino “impegna anche l’intero essere umano: è un cammino dell’intelligenza e dell’amore, della ragione e della fede”, anche se “la verità è sempre più alta dei nostri traguardi”, e “possiamo cercarla ed avvicinarci ad essa, però non possiamo possederla totalmente, o meglio è essa che ci possiede e ci motiva. Prima dell’incontro con i professori il Papa aveva incontrato le giovani religiose, nel cortile esterno dell’Escorial. “Davanti al relativismo e alla mediocrità, sorge il bisogno di questa radicalità, che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio, sommamente amato”. Un incontro fortemente voluto dal papa che ha ricordato come in questo Monastero- Palazzo siano custodite edizioni prestigiose della Sacra Scrittura e delle regole monastiche ed aggiunge “la vostra vita di fedeltà alla chiamata ricevuta è anch’essa un modo prezioso di custodire la Parola del Signore che risuona nelle forme di spiritualità a voi proprie”. Una vita che nasce dall’ascolto della Parola e dalla radicalità evangelica “che nella vita consacrata significa andare alla radice dell’amore a Gesù Cristo con cuore indiviso, senza anteporre nulla a tale amore, con una appartenenza sponsale, come l’hanno vissuta i Santi, nello stile di Rosa da Lima e Raffaele Arnaiz, giovani patroni di questa Giornata Mondiale della Gioventù”.
La vita di consacrazione totale “possiede oggi una speciale rilevanza, quando «si constata una sorta di «eclissi di Dio», una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda». Davanti al relativismo e alla mediocrità, sorge il bisogno di questa radicalità, che testimonia la consacrazione come un appartenere a Dio, sommamente amato”. Una radicalità che diventa comunione con i Pastori, la familgia religiosa, gli altri membri della Chiesa. E una missione concreta “dalla vita contemplativa, che accoglie nei suoi chiostri la Parola di Dio nel silenzio eloquente e ne adora la bellezza nella solitudine da Lui abitata, fino ai diversi cammini della vita apostolica, nei solchi della quale germina il seme evangelico nell’educazione dei bambini e dei giovani, nella cura degli infermi e degli anziani, nell’accompagnamento delle famiglie, nell’impegno a favore della vita, nella testimonianza alla verità, nell’annuncio della pace e della carità, nell’impegno missionario e nella nuova evangelizzazione, e in tanti altri campi dell’apostolato ecclesiale”.