Haiti, la speranza cinque anni dopo

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Ci sono anche Wilfrid Macena, Mackenson pierre e Sandy J.L. Louiseme alla conferenza su Haiti in Vaticano, convocata da Papa Francesco a cinque anni esatti dal terremoto che squassò la nazione. Tutti e tre, hanno perso una gamba nel terremoto. E tutti e tre sono tornati a giocare a calcio, grazie allo sforzo dei Cavalieri di Colombo.

Hanno giocato anche il 9 gennaio, sul campo di calcio dei Cavalieri di Colombo a Roma, con il suggestivo sfondo della Cupola di San Pietro. I tre sono stati curati dal progetto dei Cavalieri di Colombo “Healing Haiti’s Children”. È stata solo una delle iniziative dei Cavalieri di Colombo in favore della popolazione di Haiti, decimata dal terremoto del 12 gennaio 2010, che ha causato circa 230 mila morti.

Subito dopo il terremoto, i Cavalieri di Colombo hanno donato 1,7 milioni di dollari, e hanno offerto assistenza medica con la loro organizzazione partner medishare. Grazie a questo progetto, almeno 1000 bambini che hanno perso un arto nel terremoto hanno potuto ricevere cure e protesi.

Tra questi, i tre giovani atleti, che sono stati dotati di un arto artificiale sofisticatissimo, che permette loro di giocare a calcio. Ne hanno dato una dimostrazione al campo dei Cavalieri di Colombo a Roma. Insieme a loro, altri giovani di Haiti che hanno subito l’amputazione degli arti, e che – insieme ai tre – si sono uniti al Team Zaryen, ovvero alla squadra di calcio composta da atleti amputati di Port au Prince (la capitale di Haiti) e dei villaci vicini.

Zaryen significa tarantola, un nome che è stato dato alla squadra perché la tarantola ha maggiore determinazione quando perde una gamba.

La storia della formazione della squadra è stata raccontata nel documentario “Unbreakable: A Story of Hope and Healing in Haiti,” che ha vinto il premio come “documentario più ispiratore” al DocMiami International Film Festival’s Florida Documentary Film Festival che si è tenuto lo scorso settembre.

credit photo: Daniel Ibanez / CNA

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