El Escorial: la custodia della storia di Spagna

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Quello che tutti chiamano semplicemente El Escorial è in effetti un complesso di edifici davvero unico, a cominciare dal territorio che lo ospita che fa parte di due comuni: El Escorial (popolarmente chiamato “Escorial di sotto”) e San Lorenzo de El Escorial (detto “Escorial di sopra”). In questa vasta area si trova il Complesso monumentale del Monastero dell’Escorial chiamato anche San Lorenzo de El Escorial. Il complesso monumentale, voluto da re Filippo II come residenza reale, risale al XVI secolo e fu eretto nell’area oggi chiamata Escorial, ma due secoli dopo, a seguito di una divisione territoriale, ai tempi di Carlo III, tutti i fabbricati sono rimasti dentro i limiti del nuovo comune, appunto, San Lorenzo de El Escorial; perciò ciò che veniva chiamato “Monastero de El Escorial” acquistò anche il nome di “Monastero di San Lorenzo de El Escorial”. Sul nome, “Escorial”, non esiste una versione unica definitiva e documentata. Le ipotesi sono diverse: luogo preposto alle “scorie”? Oppure il nome di un tipo di castagno delle Indie (aesculus); riferimento all’oscurità creata da boschi molto fitti.

Il Complesso Monumentale è formato dal Palazzo, in passato residenza della famiglia reale, la Basilica, con le Cripte per seppellire i sovrani e i loro parenti vicini, e il Monastero, attualmente sotto la responsabilità degli Agostiniani. El Escorial è legato strettamente al pensiero del suo ispiratore e realizzatore, Felipe II, e agli architetti, dal primo all’ultimo: Juan Bautista de Toledo, Juan de Herrera, Juan de Mijares, Gian Battista Castello “El Bergamasco” e Francisco de Mora, che seppero tradurre materialmente il volere del sovrano che desiderava un complesso multifunzionale. La pianta dell’edificio ha la forma di una graticola in ricordo del supplizio di morte subito da san Lorenzo arso vivo. L’impressione che si ricava è di austera freddezza nonostante la sua grandiosità e rispecchia l’ortodossia cattolica e la grandezza imperiale di Filippo II che ne seguì le fasi della costruzione. Il Re amava riposare in questo luogo e vi volle trascorrere i suoi ultimi giorni fino alla morte, avvenuta nel 1598. È considerato a ragione un tempio della storia, della cultura e dell’arte dei secoli XVI-XVII, particolarmente felici per la Spagna. A costruzione completata furono chiamati dall’Italia e dalla Spagna gli artisti più accreditati del tempo: Pellegrino Tibaldi, Alonso Sánchez Coello, Leone e Pompeo Leoni, Tiziano, El Greco, Gómez de La Mora, Giovanni Battista Crescenzi, Diego Velázquez, Luca Giordano, Luca Cambiaso, Giovanni Battista Castello, Monegro, Carvajal, Francisco Navarrete, Granello, ed altri. Del complesso fanno parte il Palacio de los Austrias, i Nuevos Museos, ricchi di dipinti di grandi artisti spagnoli, italiani e fiamminghi, fra gli altri El Greco, Velázquez, Tiziano, Tintoretto, Veronese, Bosch, le Salas Capitulares, aule per le sedute del Capitolo con soffitti decorati con “grottesche” di artisti genovesi del secolo XVI.

Estremamente significativa la Biblioteca fu voluta da Filippo II, che intendeva riunire in questa sala tutto il sapere del tempo. Negli eleganti scaffali dell’italiano G. Frecci trovano posto molti libri di valore, fra cui grandi collezioni di manoscritti greci, ebraici ed arabi, manoscritti medievali, incunaboli, cinquecentini, ecc. Vi si trovano i libri di Carlo V e autografi di santa Teresa d’Ávila. La Casita del Principe è un piccolo edificio dalle forme neoclassiche eretto a est del monastero nel 1772 da Juan de Villanueva per il principe e futuro re Carlo IV. Il papa viene ricevuto nella “ Lonja”, un grande spazio, a forma di “L”, antistante l’ingresso principale a El Escorial Con la parola “lonja” si definisce, nella ricca tradizione architettonica spagnola, uno spazio destinato alla vendita di merci all’ingrosso, dunque uno spazio associato ai commercianti.

Poi si reca nel “Patio de los Reyes”, il grande cortile, che la tradizione locale chiama anche “L’anticamera dell’eternità”, e corrisponde ad una vasta superficie antistante la Basilica che confina con la grande scalinata prima di arrivare ai cinque portici delle porte del tempio. Vi saranno riunite 1600 religiose di varie congregazioni contemplative. Subito dopo il Papa arriva nella Basilica per incontrare i giovani professori universitari. La Basilica di San Lorenzo, perché il suo titolo è un privilegio papale, è considerata una delle maggiori opere dell’architettura spagnola a pianta quadrata; infatti, si tratta di un quadrato perfetto (50 x 50 m) con 4 pilastri disposti in posizione centrale che danno origine a tre navate in qualsiasi direzione. Questo tipo di pianta corrisponde a ciò che nel XV secolo era la concezione dell’armonia universale e che ovviamente si rifletteva anche nei luoghi sacri. I suoi elementi più caratteristici sono le tre navate e una grande cupola, che Juan Bautista de Toledo, l’architetto tentò di farla somigliare il più possibile alla Cupola di San Pietro.

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