2015 all’insegna della ‘diversamente’ speranza

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L’anno nuovo è iniziato da qualche giorno e tutti già si chiedono: come sarà? Cosa ci porterà? A queste domande non sono capace di rispondere, ma so che se uno lo saprà vivere quotidianamente, senza apprensioni futuristiche, sarà un anno che porterà molte soddisfazioni.

Nei giorni scorsi per me è stato bello leggere l’ultimo articolo di Franco Bomprezzi (deceduto il 18 dicembre scorso, a causa di un’embolia polmonare), in carrozzina per l’osteogenesi imperfetta dalla nascita, scritto per la rivista di ‘Superabile Magazine’ del numero dicembre/gennaio.

Io l’ho conosciuto nel 2002 a Padova, durante la fiera del Terzo Settore, in uno dei miei tanti viaggi ‘social-culturali’. Rimasi affascinato dalla sua forza di volontà di affrontare tutti gli ostacoli, non arrendendosi mai in anticipo senza aver prima lottato.

E’ stato direttore responsabile di DM, periodico della UILDM (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare); fondatore del portale Superando.it, e portavoce di Ledha – Lega per i diritti delle persone con disabilità. Nel 2005 gli fu assegnato il prestigioso ‘Ambrogino d’oro’ e nel 2007 fu nominato cavaliere della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano; nel giugno dello scorso anno era stato nominato consulente di supporto della task force per l’accessibilità dell’Expo 2015 di Milano.

Questo ultimo scritto è una specie di testamento che ci lascia per affrontare con coraggio questo anno, invitando i giovani ad ‘essere leggeri’ e creativi: “Ci vorrebbe un concorso per creativi. Lo dico sinceramente. Sarei davvero ricco se avessi voluto o potuto chiedere royalties su almeno due titoli che sono scaturiti dalla mia mente malata, in condizioni differenti, ma con il medesimo desiderio di individuare parole comprensibili a tutti, e capaci di svegliare chi dorme, anche nel mondo della comunicazione…

Ma mi domando: è possibile che il nostro mondo non riesca a elaborare con fantasia, ironia, leggerezza, coraggio, incoscienza, qualche altra chiave di comunicazione? Possibile che l’alternativa, orrenda, sia stato solo quel ‘diversamente abile’ che tuttora invade e inquina ogni ragionamento sensato sulla pari dignità, sui diritti, sull’inclusione sociale? Forza giovani, scatenatevi. Io vorrei riposarmi”.

Ed esattamente un mese prima della sua prematura morte scriveva nel suo blog del sito di Vita.it la volontà di reagire contro l’eclissi della speranza per una rinascita civile dell’Italia: “Mai come adesso ci vorrebbe uno scatto d’orgoglio, prepolitico, semplicemente di cittadinanza e di appartenenza, capace di farci riprendere il cammino, in ogni campo.

Non è possibile, ragionevolmente, che questo Paese sia completamente a pezzi e soprattutto che la catastrofe stia avvenendo qui e adesso, negli ultimi mesi. Una mancanza siderale di memoria, un ripetuto e cinico tentativo di buttare tutto in caciara, sperando che alla fine crolli questo sistema ma non sapendo minimamente chi e come potrebbe davvero ricostruire un futuro civile e democratico.

Per certi versi sento crescere il desiderio di maniere forti, di scelte autoritarie, di plebisciti che facciano piazza pulita di tutto e di tutti. Come persone impegnate nella comunicazione, nell’informazione di servizio, nel racconto del welfare che cambia, non possiamo chiamarci fuori e lasciare che questo scempio continui indisturbato. A 62 anni voglio continuare a sperare, a vivere, a lottare per fare meglio. E sono certo di non essere il solo”.

Ed il giorno successivo al suo compleanno, ad agosto, definiva la vita, ogni vita, una relazione: “Penso dunque che ciò che ci mantiene realmente vivi e giovani, al punto che davvero non sento il peso degli anni, anzi mi stupisco per primo e mi sorprendo a pensare al futuro con grande voglia di novità e di nuovi apprendimenti ed esperienze, è proprio questa possibilità di incontrare, ascoltare, condividere, partecipare.

In poche parole la nostra vita è relazione. Senza questa spinta fortissima, che implica purtroppo il contrappasso di non riuscire a garantire a ogni persona un contatto adeguato e forte come forse vorrebbe, la mia esistenza sarebbe molto più statica, e probabilmente mi sentirei già arrivato, appagato, magari non del tutto soddisfatto, ma comunque convinto di aver già dato molto.

Se un messaggio mi sento di affidare al blog e a tutti voi, è proprio questo. Non fermarsi mai, provare ogni giorno a rendere pieno di senso il nostro vivere, anche volendo bene a se stessi, per la verità. Non sempre è possibile, non sempre è facile.

Ma guardare all’indietro non aiuta, mentre progettare il futuro ti permette di immaginare un mondo nel quale le nostre battaglie, i nostri ideali, le nostre speranze, in qualche modo potranno avere una risposta. Tutti insieme”. Facciamo nostre queste sue parole e l’anno si potrà vedere in modo ‘diversamente’ bello!

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