La legge finanziaria indebolisce le famiglie con portatori di handicap

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In questo mese di agosto in cui le Borse sono in continua altalena e le manovre economiche stringono sempre più la ‘cinghia’ c’è una categoria (se può essere usata questa parola) che risente di questa crisi. Non sono sicuramente i calciatori, di cui in questi giorni si discute alacremente se devono pagare loro il contributo di solidarietà oppure le società; cosa che potrebbe rivoluzionare il ‘calcio-mercato’ e falsare il prossimo campionato. Intanto è iniziato un braccio di ferro tra le società e l’associazione dei calciatori, che potrebbe proclamare uno sciopero alla prima giornata di campionato. Sono le persone portatrici di handicap.

Infatti l’imminente approvazione della Manovra correttiva, che ha lo scopo di recuperare con certezza i soldi su fisco ed assistenza, avrà effetti pesantissimi per le famiglie ed ancora di più per le persone con grave disabilità. Sulle pensioni di invalidità la manovra prevede subito tagli per 24 miliardi di euro attraverso un progetto di legge-delega per riformare l’assistenza, pubblicato in questi giorni e presto all’esame delle commissioni parlamentari.

Gli invalidi civili titolari di pensione ed i percettori dell’assegno di accompagnamento sono 2.700.000 e la spesa dell’Inps è di circa 16,5 miliardi di euro, mentre i superstiti sono 4.500.000 per una spesa di 28 miliardi di euro; con la legge-delega il Governo intende riordinare pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e pensioni di reversibilità che ammontano a complessivi 44,5 miliardi garantendo un risparmio di 24 miliardi. Gran parte di queste riduzioni riguardano le famiglie e investono le più comuni detrazioni e deduzioni che la maggioranza dei contribuenti applica al momento della presentazione della denuncia dei redditi: detrazioni per lavoro dipendente, deduzioni per la prima casa, detrazioni forfettarie per carichi di famiglia (figli, coniuge…), detrazioni per spese sanitarie e così via.

Fra le agevolazioni è ridotta anche la possibilità di dedurre le spese mediche di assistenza specifica per le persone con grave disabilità (es. infermiere, terapista) nonché di detrarre le spese per ausili, veicoli, sussidi tecnici informatici, cani guida per non vedenti, deduzioni e detrazioni per le badanti. Il direttore responsabile del sito Handylex, Carlo Giacobini, così sintetizza: “Le diminuzioni di detrazioni e deduzioni sono pagate da tutti i contribuenti, inclusi quelli che hanno a loro carico una persona con disabilità. In aggiunta, però, questi ultimi vedranno ridurre anche le specifiche detrazioni e deduzioni a loro riservate e riferibili a maggiori (e inevitabili) spese sostenute. Ad esempio, oltre a detrarre di meno le spese sanitarie – come la generalità dei contribuenti – potranno dedurre cifre inferiori al passato sull’assistenza medica e paramedica, sulle spese per gli ausili, sulle spese per l’assistenza ai non autosufficienti e così via”.

Inoltre le deduzioni per l’assistenza specifica in caso di grave handicap operano sul reddito imponibile, abbassandolo, diversamente dalle detrazioni che invece abbassano percentualmente l’imposta. In futuro, quando quelle deduzioni saranno possibili solo riducendole del 20%, il rischio è che il reddito lordo superi determinate soglie e quindi venga tassato con un’aliquota superiore che in precedenza. Inoltre la manovra economica interviene anche sul patto di stabilità (che impegna Stato ed enti locali a mantenere la spesa entro certi limiti) introducendo i parametri di virtuosità.

Fra i parametri previsti, a fianco del possesso del numero di auto blu, del numero di sedi di rappresentanza ed altri indicatori, è indicato anche il ‘tasso di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale’, cioè di servizi sociali quali case di riposo e di ricovero, asili nido, convitti, campeggi, case per vacanze, ostelli, le colonie e soggiorni stagionali, corsi extra scolastici di insegnamento di arti e sport, gli impianti sportivi, le mense. La disposizione rischia di produrre un effetto deleterio sulle politiche sociali delle regioni, già duramente provate dagli scarsissimi trasferimenti degli ultimi anni, e soprattutto sui cittadini che devono rivolgersi ai servizi pubblici per supporto e assistenza.

Infine l’articolo 40 del Decreto di luglio scorso ha previsto un taglio lineare della quasi totalità delle agevolazioni fiscali per la maggioranza dei contribuenti. Per l’esattezza la diminuzione sarà pari al 5% dal 2012 e al 20% nel 2013, che vuol dire che se fino ad oggi si detraevano 1000 euro di spese sanitarie, dal 2012 se ne detrarranno 950 e 800 nel 2013… Insomma, si può sostenere che chi sostiene l’Italia a non andare a fondo è il portatore di handicap con la propria famiglia.

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