Educare alla fede: l’Agesci al servizio della Chiesa
Nel week end della festa dell’Immacolata l’Agesci, Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, ha organizzato i Cantieri di Catechesi, ‘Sulla tua parola’ a Verona, Roma e Catania. I Cantieri di Catechesi sono uno strumento di formazione rivolto ai responsabili dell’associazione per accrescere le competenze di educatori alla fede. Durante il ‘Convegno Fede’ di novembre dello scorso anno, ‘Ma voi chi dite che io sia?’, l’Agesci si era riunita per ripensare al mandato della trasmissione della fede e della evangelizzazione attraverso il linguaggio dell’esperienza scout, per celebrare i 40 anni.
Infatti, l’Agesci, che conta più di 178.000 soci, è un’associazione giovanile educativa che si propone di contribuire, nel tempo libero e nelle attività extra-scolastiche, alla formazione della persona secondo i principi ed il metodo dello scautismo, adattato ai ragazzi e alle ragazze nella realtà sociale italiana di oggi. E’ sorta nel 1974 come iniziativa educativa liberamente promossa da credenti, dall’unificazione di due preesistenti associazioni, l’Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani), maschile, e l’Agi (Associazione Guide Italiane), femminile.
Dopo i primi 40 anni di scautismo in Italia abbiamo chiesto a Marilina Laforgia e Matteo Spanò, presidenti del Comitato nazionale Agesci, di illustrarci le prospettive: “Con la nostra prospettiva di continuare ad accompagnare le nuove generazioni con rinnovato impegno, con confermato slancio e con la consapevolezza che viviamo un tempo in cui più che mai il servizio educativo e volontario è una scelta impegnativa oltre che davvero coraggiosa”.
Quali verbi potrebbero definire meglio lo scautismo?
“Il verbo, in effetti, è la parte del discorso con più immediatezza può trasferire il senso e lo spirito dello scautismo. Lo scautismo è un metodo attivo: si realizza attraverso attività concrete. Scautismo è giocare, esplorare, guidare. Provando a descrivere ‘l’identità pedagogica’ dello scautismo, nella sua semplicità, troviamo che i verbi necessari non sono che i pilastri fondanti della sua pedagogia.
Parliamo del condividere, che significa comunità, educazione del singolo alla vita insieme agli altri. Condividere quello che hai, certo, ma condividere anche quello che sei con gli altri e per gli altri.
L’osservare ed esplorare ci identificano, esprimono quel contatto irrinunciabile dello scout con la natura e con il mondo attorno, quella capacità di intraprendere cammini sempre nuovi con lo sguardo attento, con curiosità, in una dimensione gioiosa della vita.
Il guidare: lo scautismo è un’esperienza in cui il grande aiuta sempre il più piccolo e in questa loro relazione il raccontare, ossia fare tesoro delle esperienze vissute, saper rielaborare le emozioni che da esse derivano e condividere con gli altri quello che ci accade, diventa pilastro irrinunciabile. Promettere, poi, l’impegno che ogni scout prende proporzionalmente alla sua età, per fare del suo meglio e per lasciare il mondo migliore di come lo abbia trovato.
Ed infine, ma non certo per ultimo, servire. Che significa non solo aiutare gli altri, ma accogliere totalmente il prossimo. Il valore educativo del servizio sta nel concepire la realizzazione di sé come ‘il fare la felicità degli altri’. E’ impegno graduale, concreto, disinteressato e costante ad accorgersi degli altri, a mettersi al passo di chi fa più fatica ed a condividere i doni che ciascuno porta”.
Quale è la proposta formativa che l’Agesci fa ad un giovane?
“Lo scopo dell’Associazione è contribuire, secondo il principio dell’autoeducazione, alla crescita dei ragazzi come persone significative e felici. Curiamo la globalità della persona, per suscitare una profonda spiritualità’ e promuoviamo una cittadinanza responsabile. Viviamo insieme ai ragazzi esperienze significative, in cui essi stessi sono autentici protagonisti della loro crescita, mentre noi, come educatori, siamo attenti a riconoscere valori, aspirazioni, difficoltà e tensioni del loro mondo”.
Alla Route Nazionale è stata redatta la ‘carta del coraggio’: quale Italia desiderate?
“Siamo particolarmente soddisfatti del percorso e del processo che ha portato alla stesura della ‘Carta del Coraggio’: un vero esercizio ed autentico esempio di democrazia. E’ una carta di impegni al servizio del nostro Paese e della Chiesa, il pensiero ‘collettivo’ dei ragazzi che hanno partecipato alla Route nazionale.
E’, ancora, l’apertura di un dialogo tra gli adulti, interpreti più veri dei fondamenti della nostra identità, e i giovani che sono cresciuti con noi, che hanno il loro sguardo sul futuro. Vorremo che il nostro Paese desse ai suoi giovani la possibilità di uno sguardo sereno sul loro futuro. Desideriamo un Paese che sa crescere, svilupparsi e contare con fiducia sui giovani, ai quali sa garantire pari opportunità, riconoscendo meriti, capacità e competenze.
Come educatori, e non potrebbe essere diversamente, sogniamo un’Italia che promuova in maniera forte, entro i propri confini, ma con un interesse che li oltrepassa, la cultura della legalità e del rispetto delle regole della democrazia, che tutela i diritti dell’infanzia, che assume politiche di responsabilità piena verso la natura e l’ambiente e iniziative di equa ridistribuzione delle risorse e scelte di economia etica”.
Proiettati verso Jamboree 2015: cosa significa ‘uno spirito di unità’?
“Jamboree è l’incontro che più di tutti sperimenta la fraternità internazionale dello scautismo.
Si tiene ogni quattro anni e letteralmente significa ‘marmellata di ragazzi’. Baden-Powell, il fondatore dello scautismo, gli diede questo nome.
Il 23° Jamboree si terrà in Giappone, la prossima estate con il tema WA: ‘Uno Spirito di Unità’. Il Carattere Kanji 和 (WA) ha diversi significati: unità, armonia, cooperazione, amicizia e pace. WA rappresenta anche il Giappone e la sua cultura.
Il Jamboree dimostrerà, ancora una volta, l’energia degli scout di tutto il mondo e il dinamismo del Movimento Scout. Gli scout seppur di differente di cultura, religione ed esperienze, vivranno insieme, rispettandosi e aiutandosi vicendevolmente. Questo è il senso dello Spirito di Unità dello scautismo”.