Il papa: la fede è un dono da accrescere con la preghiera e la carità

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La fede è un dono che ci apre alla conoscenza Dio come una Persona “che vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita.” La breve riflessione che Bendetto XVI ha proposto ai fedeli a Castelgandolfo per l’ Angelus domenicale ha preso spunto dal Vangelo domenicale. Una donna cananea, cioè non parte del popolo ebraico, che chiede aiuto al Signore per la figlia tormentata dai demoni. “La donna – spiega il papa- non ha timore di gridare a Gesù “Pietà di me”, un’espressione che ricorre nei Salmi (cfr 50,1), lo chiama “Signore” e “Figlio di Davide” (cfr Mt 15,22), manifesta così una ferma speranza di essere esaudita.” Gesù sembra non rispondere e non udire la donna.

Prosegue il papa: “Può sembrare sconcertante il silenzio di Gesù, tanto che suscita l’intervento dei discepoli, ma non si tratta di insensibilità al dolore di quella donna. Sant’Agostino commenta: “Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle la misericordia, ma per infiammarne il desiderio” Infatti è la umiltà e semplicità dimostrata poi dalla donna che insiste anche davanti all’ apparente rifiuto di Gesù a farle ottenere l’ ammirazione del Signore. “Nella sua semplicità e umiltà le basta poco, le bastano le briciole, le basta solo uno sguardo, una parola del Figlio di Dio. E Gesù rimane ammirato per una risposta di fede così grande e le dice: Avvenga per te come desideri” Gesù ci sprona ad accrescere ed approfondire la fede ogni giorno, “ad aprirci e ad accogliere con libertà il dono di Dio.” Lo chiede ai discepoli allora, lo chiede a noi oggi.

“La fede prosegue il papa- ci apre a conoscere e ad accogliere la reale identità di Gesù, la sua novità e unicità, la sua Parola, a vivere una relazione personale con Lui. Il conoscere della fede è un dono di Dio, che si rivela a noi non come una entità astratta senza volto e senza nome, ma come una Persona, che vuole entrare in un rapporto di amore profondo con noi e coinvolgere tutta la nostra vita. Per questo ogni giorno il nostro cuore deve vivere l’esperienza della conversione, passare dall’uomo ripiegato su stesso, all’uomo aperto al’azione di Dio, all’uomo spirituale (cfr 1Cor 2, 13-14), che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e apre la propria vita al suo Amore.” L’invito del papa è ad alimentare la fede con “l’ascolto profondo della Parola di Dio, con la celebrazione dei Sacramenti, con la preghiera personale e con la carità verso il prossimo.” Moltissimi i presenti con bandiere e striscioni.

Il papa ha ricordato in polacco che “Oggi ricorre il 70° anniversario del martirio di San Massimiliano Kolbe nel campo di sterminio di Auschwitz. Il suo eroico amore è segno luminoso della vittoriosa presenza di Dio nel dramma umano dell’odio, della sofferenza e della morte. Preghiamo, affinché attraverso il nostro amore gli uomini in tutto il mondo sperimentino questa divina presenza.” In tutte le lingue il papa ha poi chiesto di “accompagnare spiritualmente con la Preghiera” il Viaggio a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù. Un saluto anche ad un gruppo di fedeli cubani in pellegrinaggio a Roma. Moltissimi i giovani presenti in partenza per Madrid.

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