Chesterton: amare la realtà, difendere la ragione

“Pensavo di essere giunto alla fine della mia esistenza, lungo un tunnel buio, soffocante…Ho cominciato a leggere Chesterton e la mia vita, letteralmente, ha ripreso forma, luce, sostanza”. Al convegno organizzato il 21 giugno scorso dalla rivista “La Civiltà Cattolica ” – un vero e proprio “Chesterton day” – uno dei relatori, molto giovane, ha introdotto il suo intervento raccontando l’esperienza personale del rapporto con lo scrittore. Un rapporto vissuto non solo da lettore, ma trasformato in qualcosa di ben più profondo, totale: una presenza concreta, un amico a cui chiedere aiuto. Questo autore cattolico per eccellenza, per lunghi decenni scomparso dagli scaffali delle librerie e dalle liste dei libri più letti, in realtà oggi viene riscoperto dagli editori, ma le schiere dei suoi lettori, anzi, di coloro che ne hanno sviluppato una specie di dipendenza, non si sono mai ridotte, se non nel nostro Paese, in tutta Europa e negli States, come dimostra il prestigioso Chesterton Institute della Seton Hall University e la Chesterton Review. Perciò questo tempo estivo potrebbe essere una bella occasione per riscoprire Gilbert K. Chesterton e la sua sterminata produzione.
Magari si potrebbe cominciare dalla sua produzione più nota e popolare, ossia i racconti che hanno per protagonista padre Brown, sacerdote dalla solida formazione teologica ma anche formidabile detective. E’ uscito in questi giorni un volume che li raccoglie tutti, edito dalla Newton Compton, con una bella prefazione di Masolino D’Amico, che racconta anche la genesi del padre investigatore. Le straordinarie avventure del parroco che sconfigge il Male sono pervase dal concetto-base dell’analisi chestertoniana: “L’eresia moderna per lo scrittore è un mancato rispetto del carattere sacro della persona umana”. La sacralità della vita, dell’umano e quindi di tutto quel che succede, nella vita e nella storia: se non esiste più questa convinzione, anche la letteratura, anche la creazione artistica perdono forma e sostanza, diventano autereferianziali, ripiegati su se stessi. Invece, nelle vicende di padre Brown, così come in quelle dei tanti eroi chestertoniani,, emerge con straordinaria evidenza la certezza che la vita sia sacra e unica, un’irripetibile avventura. Anche lo stile diventa armonioso, alto, denso di risonanze poetiche. Le descrizioni di colori, luci, paesaggi, ambienti assumono contorni fantastici, ma dai tratti nitidi: Chesterton amava disegnare e, fino ad un certo punto della propria vita, pensava che quella fosse la sua strada. E così aprire la porta di casa e uscire nel mattino può rivelarsi un’azione misteriosa e densa di conseguenze come quella di calarsi all’interno di una piramide inviolata.
E in fondo cosa c’è davvero di sbagliato nel mondo, al tempo di Chesterton come ai nostri giorni, cosa può fare davvero male? Togliere il senso della meraviglia, dello stupore, cancellare l’idea che la vita è un’avventura che suscita continua sorpresa e umile gratitudine, che la famiglia è un’autentica rivoluzione. Tutte idee adesso decisamente politically scorrett. Ai giovani, soprattutto, nessuno osa spiegare queste cose. Ma lui, il grande e massiccio Chesterton, sempre pronto a imbracciare la penna come una sciabola, continua a ripetere che non c’è gioia maggiore di quella del puro “esserci”, perché, come ricordava Borges citando il suo maestro inglese: “Tutto passerà, resterà solo lo stupore, lo stupore per le cose quotidiane”. Vale pena, allora, di tornare a tuffarsi nelle pagine di questo scrittore che non si ama soltanto, ma chi ti inchioda, ti accompagna, può anche salvarti la vita. E di cui uno come Italo Calvino ha detto una volta: “Avrei voluto essere il Chesterton comunista”. Un vero paradosso, come quelli che piacevano tanto al grande scrittore britannico.
Di Chesterton si parla al Meeting per l’ Amicizia tra i popoli il 23 agosto a Rimini nell’ incontro: “AMARE LA REALTÀ, DIFENDERE LA RAGIONE: GUARDARE IL MONDO CON GLI OCCHI DI CHESTERTON” cui partecipa Alison Milbank, Associate Professor of Literature and Theology at the Department of Theology and Religious Studies, University of Nottingham e Edoardo Rialti, Professore e Traduttore di Letteratura Inglese..