Maria, un volto nel mondo
Quando, durante la guerra, Karol Wojtyla era operaio alla Solvay, venne investito da un camion che non lo aveva visto. Non c’era nessuno sulla strada, solo una donna che lo vide, lo aiutò, chiamò i soccorsi e poi scomparve nel nulla. Di quella donna, Karol Wojtyla non ha saputo nulla. Ma non lo ha mai abbandonato la convinzione che fosse stata proprio la Vergine Maria. La stessa Vergine da cui si sentirà salvato dall’attentato del 13 maggio 1981, giorno della Madonna di Fatima. Per quanto riguarda il triregno (che Wojtyla non volle mai indossare, preferendo una mitria), lo stesso Giovanni Paolo II ne diede un’interpretazione innovativa, spiegandolo nella Messa di inizio pontificato come la triplice missione di Cristo di “sacerdote, profeta-maestro e re”. E a Maria, Giovanni Paolo II volle dedicare l’intero pontificato. Perché Maria è l’immagine della fede. Ma qual è l’immagine di Maria? A seconda dei luoghi, si è declinato in modi diversissimi il modo di rappresentare la madre di Gesù nel corso dei secoli. Un’immagine, quella di Maria, che unisce anche le religioni.
I cattolici la venerano, e non si contano più le apparizioni. L’Islam la inserisce tra le quattro elette, accanto a Fatima la luminosa, figlia del Profeta, e alle sue due spose Khadija e Aisha. In India, il volto di Maria può comparire accanto a Gesù adolescente, affiancata da un poster di Ganesh benedicente in trono. Si afferma che il primo ritratto della Vergine col Bambino in braccio sia opera dell’apostolo Luca e che, stando alla tradizione, quello che più gli si avvicina sia la “Madonna di Smolènsk”, icona prototipale proveniente da Bisanzio e poi custodita nella omonima città, situata 250 chilometri a sud-ovest di Mosca. Ma poi, icone, dipinti, raffigurazioni sono state lasciate sempre alla fantasia dei loro autori. Che si sono rifatti alla tradizione, ma anche – con fantasia – alla cultura alla quale era destinato il volto di Maria. Così in Cina, nella cattedrale di Pechino, è venerata l’immagine della Vergine con in braccio il bambino: i tratti sono orientali, gli abiti anche, Maria appare come un membro della famiglia imperiale.
Allo stesso modo, per le strade di Pechino si possono trovare immagini del cuore immacolato di Maria dalle fattezze molto occidentali. In Africa, Madonne di colore, con tratti africani e abiti leggeri, che non hanno nulla a che vedere con le Madonne nere. Diffusissime in tutta Europa (la più famosa è la Vergine Nera di Czestochowa), le Madonne nere sono di due tipi: quelle che in origine erano di carnagione chiara, e che poi sono annerite a causa dell’ossidazione dei pigmenti che ne coloravano il volto e della lunga esposizione al fumo delle candele votive, oppure sono (come si è visto per l’Africa, ma ce ne sono anche in America Latina) fusioni sincretiche con i culti locali. Il culto delle Vergini Nere si diffuse durante il Medioevo, ad opera di grandi figure di riformatori religiosi, come Bernardo di Chiaravalle. Il quale rivela di aver ricevuto l’illuminazione un giorno in cui si trovava a pregare nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine, in contemplazione di una statua di una Madonna Nera.
Si dice che dopo che egli avesse pronunciato le parole “Monstra te Matrem” (Mostrati, o Madre), Maria si premette il seno, e tre gocce del suo latte caddero direttamente dalla sua bocca. E molte Madonne nere, scolpite e dipinte, vengono tradizionalmente attribuite all’apostolo Luca, lo stesso cui la tradizione ortodossa fa risalire la prima icona mariana. E’ un culto misterioso, cui sono stati dedicati libri. Sono più di quattrocento, nel mondo, i santuari dedicati alle vergini nere, e il numero cresce se consideriamo dipinti ed icone conservati in dipinti particolari. In Italia, la Vergine Nera più nota è sicuramente quella del santuario di Loreto, nelle Marche. E nel Lazio sono quindici le immagini di Madonne nere conosciute, di cui nove a Roma (a Santa Maria Maggiore, Santa Maria in Trastevere e Santa Maria del Popolo le più note). Ed è di carnagione un po’ scura anche la Virgen Morenita di Guadalupe (Messico), che ha un ruolo importantissimo per i cattolici latinoamericani. L’immagine rappresenta una giovane di circa 15 anni, alta 143 centimetri, né india né occidentale.
Un meticcio, e un’immagine profetica, perché nel 1531, quando iniziò il culto dell’immagine che si era formata miracolosamente sul grembiule di un contadino indio, i meticci non esistevano ancora. Il volto di Maria ha assunto sempre più tratti simbolici, che prescindono dalla precisione della raffigurazione. Ma come era veramente Maria? Nessuno può ragionevolmente rispondere a questa domanda, non esistendo raffigurazioni dell’epoca. Ma c’è un ritratto, a Bondone (in provincia di Trento) che la tradizione vuole sia stata la stessa Vergine ad aver dipinto. Arrivata nel Paese con la culla di Gesù sulle spalle, commossa dall’accoglienza semplice che aveva ricevuto, poso la culla a terra (il profilo pare sia ancora visibile in un masso nel torrente Bondone), entrò nella chiesa di San Lorenzo e dipinse su tela il suo vero volto. Il ritratto è ancora là.