Cei, Bagnasco: ‘Famiglia patrimonio dell’umanità’

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La prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco ha aperto oggi ad Assisi i lavori della 67^ Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana.

Il porporato ha subito ricordato la celebrazione del Sinodo straordinario sulla famiglia dell’ottobre scorso, difendendo senza se e senza ma la famiglia fondata sul matrimonio eterosessuale. “Da ogni dove è risuonata la bellezza e l’importanza irrinunciabile del Vangelo del Matrimonio e della Famiglia, patrimonio e cellula dell’umanità, costituita da un uomo e da una donna nel totale dono di sé; Chiesa domestica, grembo della vita, palestra di umanità e di fede, soggetto portante della vita sociale. Essa è sorgente di futuro. Per questo è irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove figure – seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di troia di classica memoria – per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umano. L’amore non è solo sentimento – è risuonato nell’Aula sinodale – è decisione; i figli non sono oggetti né da produrre né da pretendere o contendere, non sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti più deboli e delicati, hanno diritto a un papà e a una mamma”.

Il Cardinale ha espresso ammirazione e gratitudine “alla moltitudine di famiglie che – nella fedeltà dei giorni e degli anni – con la grazia del sacramento e la fatica quotidiana custodiscono e fanno crescere la loro comunità di vita e d’amore”. Alle famiglie ferite Bagnasco ha ricordato che “la Chiesa, in quanto maestra sicura e madre premurosa, pur riconoscendo che per i battezzati non vi è altro vincolo nuziale che quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che faticano nel cammino della fede. Anche a loro, e alla prassi sacramentale dei divorziati e risposati, il Sinodo ha pensato con quella cura pastorale che vuole rispecchiare l’esempio di Cristo”. Necessaria – secondo il presidente della Cei – “una educazione affettiva incisiva, una preparazione al matrimonio più adeguata che aiuti innanzitutto a riscoprire la fede”. Tra le difficoltà che incontrano le famiglia anche quelle “economiche – a volte al limite della miseria – che incidono sulla tenuta del nucleo familiare. Anche per questo i Padri hanno richiamato con forza la necessità di ulteriori sforzi perché la piaga della povertà venga superata e sia stabilmente rimossa”. Esiste ancora il desiderio di famiglia “in specie tra i giovani, e motiva la Chiesa ad annunciare senza sosta e con convinzione profonda il Vangelo della famiglia”.

Il destino delle famiglie è legato a quello del Paese. Dai Vescovi arriva un messaggio: tenere “desta la speranza, di non scoraggiarsi nelle difficoltà persistenti e, per certi aspetti, crescenti come la disoccupazione che non accenna ad invertire la direzione”. “L’occupazione – nonostante l’impegno dei responsabili – è in discesa. Da quanto ascoltiamo, ci auguriamo che si ragioni non solo in termini di finanza, ma innanzitutto di produzione e sviluppo, assicurando con ogni sforzo che il patrimonio industriale e professionale, di riconosciuta eccellenza, possa rimanere saldamente ancorato in casa nostra. Si sta perdendo una generazione. Che cosa sarà di tanti giovani? È questa la globalizzazione?”. Il pensiero di Bagnasco torna alle famiglie che sono “destinatarie di un primo doveroso sostegno, a cui auspichiamo ne seguano altri. La famiglia – come definita e garantita dalla Costituzione – continua ad essere il presidio del nostro Paese, la rete benefica – morale e materiale – che permette alla gente di non sentirsi abbandonata e sola davanti alle tribolazioni e alle ansie del presente e del futuro”. Non è mancato poi il riferimento alle “scuole cattoliche, che sono scuole pubbliche non private, non sono le scuole dei ricchi, ma di coloro che si privano di molto per l’educazione dei figli, il loro vero tesoro; pagano le tasse come tutti, ma senza ricevere dallo Stato ciò che ricevono gli altri”. E alla politica il Cardinale infine chiede di rifondare se stessa, “rimettere cioè a fuoco che cosa vuol dire stare insieme, lavorare insieme per essere che cosa. Siamo in mezzo ad una crisi culturale da prendere sul serio”.

Tema centrale dell’Assemblea è la formazione e la vita del Clero. “Sappiamo – ha detto il presidente della Cei – che il sacramento dell’Ordine fa di ogni Vescovo una cosa sola con i suoi presbiteri, e di essi con il proprio Vescovo. Si potrebbe dire che il Vescovo appartiene ai presbiteri e i presbiteri appartengono al Vescovo: è un legame di natura sacramentale”. Citando Papa Francesco, il Cardinale ha ribadito come sia “importante promuovere e curare una formazione qualificata che crei persone capaci di scendere nella notte senza essere invase dal buio e perdersi; di ascoltare l’illusione di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza disperarsi e precipitare nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità. Serve una solidità umana, culturale, affettiva, spirituale, dottrinale per essere capaci di predicare il Vangelo anche quando è controcorrente rispetto al pensare”. I Vescovi sono aperti all’ascolto dei sacerdoti a cui rinnovano “gratitudine e affetto, confermando l’impegno ad essere reperibili e vicini con l’ascolto, l’incoraggiamento, la parresia e il sostegno”.

Dopo aver ricordato il Convegno Ecclesiale di Firenze, dal 9 al 13 novembre 2015, e l’Assemblea di maggio 2015 il Cardinale Bagnasco ha fatto il punto sulla visita di una delegazione della Cei a Gaza. Bisogna – ha auspicato – “tener viva l’attenzione della Comunità internazionale perché i gravissimi problemi, che causano migliaia di vittime e di sofferenze, siano risolti in modo equo e definitivo nel rispetto dei diritti, nella sicurezza e nella pace per tutti. Isolare gli estremisti è interesse comune, e la via della moderazione e del dialogo è spesso lunga e con esiti alterni, ma è la vera alternativa alla via della violenza”. Bagnasco è infine tornato sul terribile fenomeno della cristianofobia. “È sconcertante toccare con mano il pervicace progetto di eliminare la presenza cristiana dalla Terra Santa come da altre regioni sia del Medio Oriente che dei Balcani e della Terra, attraverso una persecuzione a volte evidente e brutale , altre volte subdola e mascherata, ma non per questo meno violenta. Noi non possiamo tacere: le comunità cristiane di tutto il mondo leveranno la voce come un’onda contro questa ingiustizia che sa di genocidio, e che raggiunge l’abiezione di crimine contro l’umanità. È una sconfitta non di una parte, ma dell’intera civiltà”.

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