La mattina del Papa tra gli educatori del Masci e le suore di Maria Ausiliatrice
Una festa con il Papa per i 60 anni del Masci il Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani, una riflessione di Francesco sulla parola “strada”. Fare strada in famiglia, “cellula della società, e il luogo primario dell’educazione.” Un luogo dove nascono le vocazioni, tutte. Una strada che nasce dal Sacramento del matrimonio, e dove tutti hanno un compito educativo e dove il “dialogo tra i coniugi, ascolto e confronto reciproco sono elementi essenziali perché una famiglia possa essere serena e feconda.”
E poi fare strada nel creato perché, dice il Papa “il nostro tempo non può disattendere la questione ecologica, che è vitale per la sopravvivenza dell’uomo, né ridurla a questione meramente politica: essa infatti ha una dimensione morale che tocca tutti, così che nessuno può disinteressarsene.” Per gli scout “vivere a più stretto contatto con la natura, come fate voi, implica non solo il rispetto di essa, ma anche l’impegno a contribuire concretamente per eliminare gli sprechi di una società che tende sempre più a scartare beni ancora utilizzabili e che si possono donare a quanti sono nel bisogno.”
E poi la città, con strade, quartieri dove gli scouts sono chiamati ad essere lievito: “ È importante saper proporre con gioia i valori evangelici, in un leale e aperto confronto con le varie istanze culturali e sociali. In una società complessa e multiculturale, voi potete testimoniare con semplicità e umiltà l’amore di Gesù per ogni persona, sperimentando anche nuove vie di evangelizzazione, fedeli a Cristo e fedeli all’uomo, che nella città vive spesso situazioni faticose, e a volte rischia di smarrirsi, di perdere la capacità di vedere l’orizzonte, di sentire la presenza di Dio. Allora la vera bussola da offrire a questi fratelli e sorelle è un cuore vicino, un cuore “orientato”, cioè con il senso di Dio.”
Poi il Papa saluta lasciando ai ragazzi e agli educatori un compito: “il cristiano si allena per essere un buon discepolo missionario del Signore Gesù, ascoltando assiduamente la sua Parola, avendo sempre fiducia in Lui, che non delude mai, soffermandosi con Lui nella preghiera, cercando di essere pietra viva nella comunità ecclesiale.”
Poco prima il Papa aveva incontrato le partecipanti al XXIII Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice che ha per tema: “Essere, oggi, con i giovani casa che evangelizza”.
Ancora una volta il Papa ha indicato alle religiose la necessità “di “uscire”, di mettersi in cammino verso le tante zone di confine geografiche ed esistenziali, con una attenzione preferenziale ai poveri e alle diverse forme di esclusione. Ce ne sono tante!”
E ovviamente di coinvolgere i giovani rendendoli responsabili della evangelizzazione dei loro coetanei e le ha invitate ad affrontare “la sfida dell’interculturalità e individuando percorsi per rendere efficaci i vostri interventi apostolici in un contesto – quello giovanile – permeato dal mondo virtuale e dalle nuove tecnologie, specialmente quelle digitali.”
Alle suore ha ripetuto “un consiglio che in questi giorni ho dato a un altro gruppo di religiosi: l’unità. Mai, mai fra voi invidia, gelosie, non permetterle queste cose! E unità in casa. Ma il più pericoloso è il terrorismo nella vita religiosa: è entrato, il terrorismo delle chiacchiere. Se tu hai qualcosa contro una sorella, vai e lo dici in faccia. Ma mai questo terrorismo, perché una chiacchiera è una bomba che tu getti sulla comunità e la distrugge. Unità senza il terrorismo delle chiacchiere.” Poi ha ricordato la vita quotidiana delle suore: “Stando nei cortili con i bambini, nelle aule con gli alunni, con i giovani nelle città reali o nei “quartieri virtuali”, nei mercati con le giovani donne, voi accostate realtà e problemi sempre nuovi che vi interpellano. Siate per tutti missionarie di speranza e di gioia, testimoniando i valori propri della vostra identità salesiana, specialmente la categoria dell’incontro, aspetto fondamentale del vostro carisma: esso è una sorgente sempre fresca e vitale a cui potete attingere quell’amore che rivitalizza la passione per Dio e per i giovani”