La Chiesa è solidale con la vita

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Ormai da 37 anni la prima domenica di febbraio è dedicata alla vita ed in quella del 2015 la riflessione si incentra sull’essere ‘solidali per la vita’. Il messaggio dei vescovi italiani si apre con una frase pronunciata da papa Francesco nell’Angelus conclusivo della Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro:

“I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita”. Ed il trait d’union tra le due generazioni, quelli che collegano e fanno da ponte, sono principalmente i genitori, che possono vivere contemporaneamente l’esperienza di figliolanza e di paternità/maternità. Ecco questo messaggio della Chiesa italiana è dedicato soprattutto a noi, che educhiamo al futuro senza dimenticare il passato.

E’ vero ciò che dicono i vescovi, citando l’esortazione apostolica ‘Evangelii Gaudium’: “Quando una famiglia si apre ad accogliere una nuova creatura, sperimenta nella carne del proprio figlio ‘la forza rivoluzionaria della tenerezza’ e in quella casa risplende un bagliore nuovo non solo per la famiglia, ma per l’intera società”.

Infatti l’esperienza del genitore/figlio è nella tenerezza, cioè in quel rapporto fondamentale e costitutivo che è insito in tutti noi, ma che si alimenta solo con un gesto paterno/filiale. Solo accogliendo un figlio/a, che è creatura, oppure un anziano/a da cui è stato procreato, il genitore comprende di esser partecipe al ‘progresso’ (nel senso letterario dal latino progredior: andare avanti linearmente) della società.

Da padre comprendo meglio questa ‘forza rivoluzionaria’; è triste oggi vedere che molti vogliono arrestare questa rivoluzione. Invece io voglio rimanere rivoluzionario, come quando ero un giovane.

In questo mi accompagnano le parole di Papa Francesco che al n^ 288 dell’esortazione appena citata, afferma che la tenerezza non è una virtù dei deboli, ma dei forti. Solo il ‘forte’, il coraggioso (colui che sperimenta nuove vie ed apre nuove strade), è capace di andare avanti; il debole si arresta davanti alla prima difficoltà.

Quindi la vita, dicono i vescovi, è un investimento: effettivamente lo è in tutti i sensi. E’ un investimento, in quanto procreare la vita significa profondere tutte le forze, anche economiche, per garantire un futuro certo. Non sicuro, perché il cristianesimo non garantisce la sicurezza (ed il messaggio invita all’accoglienza di altre famiglie); ma certo, in quanto abbiamo la certezza della promessa di Dio ad Abramo di un ‘grande popolo’ subito e della vita eterna.

Chi non è capace di garantire entrambi le situazioni, è un menzognero. E la fantasia nel procreare apre molte strade da percorrere senza indugio: “La fantasia dell’amore può farci uscire da questo vicolo cieco inaugurando un nuovo umanesimo…

La costruzione di questo nuovo umanesimo è la vera sfida che ci attende e parte dal sì alla vita”, riprendendo le parole del papa al n^ 75: “Ma vivere fino in fondo ciò che è umano e introdursi nel cuore delle sfide come fermento di testimonianza, in qualsiasi cultura, in qualsiasi città, migliora il cristiano e feconda la città”.

Senza vita le città muoiono!

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