Madrid: dialogo tra le religioni

“Oggi la religione fa paura. Molti ritengono che le guerre e violenze vengano scatenate dalle religioni. Le religioni non favoriscono le guerre, non fomentano le guerre. Sono gli adepti delle religioni che fanno le guerre. Io mi auguro che questa conferenza di Madrid faccia capire alla gente che le religioni sono al servizio dell’uomo e non contro l’uomo”. Così si è espresso il card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, alla vigilia della conferenza per il dialogo interreligioso di Madrid.
Decisa al termine della Conferenza internazionale islamica svoltasi a La Mecca nel giugno scorso, l’iniziativa costituisce “un evento molto importante poiché chi lo ha promosso non è soltanto il capo di uno stato islamico, il re saudita Abdallah, quanto piuttosto il custode delle due sante moschee, cioè i luoghi sacri più significativi dell’islam”, ha precisato Tauran. La Santa Sede ha accolto con viva soddisfazione l’invito, soprattutto perché “si tratta di un’occasione storica e molto importante d’incontro fra le tre religioni abramitiche. Una cosa che a papa Benedetto XVI sta molto a cuore e non ha mancato mai di sottolinearlo dall’inizio del suo pontificato”.
“Io vado con spirito aperto — ha aggiunto il cardinale — perché sento che in questi ultimissimi tempi il clima è cambiato. C’è più apertura, più rispetto, più desiderio di conoscere l’altro, anche se ovviamente fino a oggi i contatti sono avvenuti e avvengono a livello di grandi personalità del mondo islamico”. La Santa Sede annette a questo incontro di Madrid, al quale interverranno rappresentanti delle religioni musulmana, cristiana ed ebraica, “una grande importanza” ha sottolineato il cardinale, aggiungendo la speranza che si possa finalmente giungere “a qualcosa di concreto da subito”.
Da parte del Vaticano, ha detto il card. Tauran al quotidiano, c’è tutto “il desiderio di cogliere i segni concreti che potranno venire da questo incontro per restituire a tutte le religioni il ruolo che compete loro nella costruzione di un mondo pacificato, attento alla conservazione del creato, dedito alla formazione delle nuove generazioni, nel pieno rispetto di tutti e di ciascuno”.