Il Papa: ‘La speranza cristiana non è semplice ottimismo’

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“Dobbiamo chiederci con molta sincerità: siamo davvero testimoni luminosi e credibili di questa attesa con il Signore e di questa speranza? Le nostre comunità vivono nella attesa calorosa della sua presenza o appaiono stanche, intorpidite?”. E’ quanto si è domandato il Papa stamane nel corso dell’Udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro. “Corriamo anche noi – ha ammonito Francesco – il rischio di esaurire l’olio della fede e della gioia? Stiamo attenti”.

Il Pontefice ha invitato i fedeli a chiedersi cosa accadrà al termine della storia. Citando San Paolo Papa Bergoglio ha risposto – e fatto ripetere tre volte – “e così per sempre saremo con il Signore”. “Sono queste – ha aggiunto – tra le più belle del Nuovo Testamento, parole semplici con una densità grande di speranza: nel pronunciarle il nostro cuore non può non sentirsi confermato in modo forte nella speranza”. Il futuro che ci attende vedrà “tutte le genti e tutti i popoli radunati insieme in questa città, la Gerusalemme nuova, come in una tenda: sarà la tenda di Dio! E in questa cornice gloriosa non ci saranno più isolamenti, prevaricazioni e distinzioni di alcun genere, ma saremo tutti una cosa sola in Cristo”.

Proprio “la speranza cristiana – ha ancora spiegato Francesco – non è semplicemente un desiderio, un auspicio, non è ottimismo. Per un cristiano, la speranza è attesa fervente, appassionata del compimento ultimo e definitivo di un mistero, il mistero dell’amore di Dio, nel quale siamo rinati e già viviamo. Ed è attesa di qualcuno che sta per arrivare: è il Cristo Signore che si fa sempre più vicino a noi, giorno dopo giorno, e che viene a introdurci finalmente nella pienezza della sua comunione e della sua pace”.

Compito della Chiesa è pertanto quello “di mantenere accesa e ben visibile la lampada della speranza, perchè possa continuare a risplendere come segno sicuro di salvezza e possa illuminare a tutta l’umanità il sentiero che porta all’incontro con il volto misericordioso di Dio”. “La Chiesa – ha concluso Papa Francesco – è il popolo di Dio che segue il Signore Gesù e che si prepara giorno dopo giorno all’incontro con Lui. Saranno delle vere e proprio nozze perchè Cristo con la sua morte e risurrezione ci ha davvero sposato e fatto di noi come popolo la sua sposa”.

Concludendo l’udienza il Papa ha citato Santa Teresa di Gesù – di cui ricorre oggi la memoria liturgica – e San Giovanni Paolo II. “Domani – ha ricordato Francesco – ricorre l’anniversario dell’elezione alla Sede di Pietro di san Giovanni Paolo II. Questi due santi sono uniti dall’affidamento di se stessi a Dio, dalla dedizione alla Chiesa e dalla vita mistica. Impariamo da loro la radicalità evangelica e la crescita nella piena comunione con Dio”.

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