Sinodo, la Relatio post non è il documento finale
“La Segreteria generale del Sinodo ribadisce che la Relatio post disceptationem è un documento di lavoro che riassume interventi e dibattiti della prima settimana di lavori e che ora è proposto alla discussione dei circoli minori”. Così Padre Federico Lombardi nel briefing odierno in relazione alle polemiche suscitate dal testo letto ieri mattina dal Cardinale Arcivescovo di Budapest Peter Erdo.
Su questo punto è stato molto preciso anche il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. “Sostanzialmente – ha spiegato il porporato – la nostra idea è che noi stiamo lavorando per mettere nelle mani del Santo Padre un risultato su cui egli stesso poi deciderà in relazione al terzo momento del Sinodo, l’assemblea ordinaria dell’ottobre 2015, che segue il Concistoro del febbraio scorso e quella assemblea straordinaria. Spero emerga bene soprattutto questa dinamica in cui la Chiesa viene coinvolta a vari livelli, per convergere in questo punto finale da mettere nelle mani del Santo Padre per il suo pronunciamento definitivo”. E sui temi caldi – in particolare la questione dei divorziati risposati – il Cardinale Filoni si è rivolto direttamente ai media: “Piacerebbe che anche da parte vostra si aiutasse il lettore a capire questa dinamica, ma soprattutto a vedere in questo momento la ricchezza del dibattito, con la dinamica molto ampia che c’è sul tema della famiglia. Non trattiamo solo un punto o un altro, ma il tema nella sua completezza e vastità”.
La Relatio post disceptationem, ha precisato il Cardinale sudafricano Wilfrid Fox Napier, “potrebbe portare qualcuno a pensare che rifletta l’opinione del Sinodo nel suo insieme, ma è solo un sommario. Sono fiducioso che verrà fuori la visione del Sinodo nel suo insieme e non una visione di un gruppo particolare”.
Nella discussione di ieri pomeriggio si è sottolineato il rischio di fossilizzare la discussione solo su alcuni temi pertanto “fermo restando che la Chiesa deve accogliere chi si trova in difficoltà, sarebbe bene parlare più diffusamente anche delle famiglie che restano fedeli agli insegnamenti del Vangelo, ringraziandole e incoraggiandole per la testimonianza che offrono”.
I Padri sinodali hanno poi voluto fare due puntualizzazioni. La prima circa la quasi assenza della parola “peccato” nella Relatio, la seconda circa gay e convivenze. “In relazione agli omosessuali – si legge nella nota diffusa dalla Sala Stampa Vaticana – è stata evidenziata la necessità di accoglienza, ma con la giusta prudenza, affinché non si crei l’impressione di una valutazione positiva di tale orientamento da parte della Chiesa. La stessa attenzione è stata auspicata nei riguardi delle convivenze”. Nello stesso i Padri sinodali suggeriscono di “dare maggiore accento al tema della donna, della sua tutela e della sua importanza per la trasmissione della vita e della fede” e “di integrare qualche considerazione sulla figura dei nonni all’interno del nucleo familiare”.