Papa Francesco: ascolto, confronto e sguardo sulla famiglia

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“Ascolto”, “confronto”, “sguardo”. Sono le tre parole, le tre stelle polari che papa Francesco ha indicato nella veglia di preghiera ai padri che da domani saranno riuniti nel sinodo straordinario sulla famiglia. Le decine di migliaia di persone che oggi pomeriggio hanno raggiunto piazza San Pietro non dimenticheranno facilmente le emozioni che hanno vissuto. Una veglia insieme a papa Francesco, nell’immediata vigilia del sinodo straordinario sulla famiglia. Ecco, allora, quello che Francesco stima il nuovo percorso della pastorale del matrimonio e della famiglia, le tre parole chiave.

“Dallo Spirito Santo per i padri sinodali chiediamo, innanzitutto, il dono dell’ascolto: ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama”. Un refrain sentito tante volte da Francesco. Ma il Papa va oltre, e chiede ai padri sinodali di intercettare i segni dei tempi.

“Accanto all’ascolto, invochiamo la disponibilità a un confronto sincero, aperto e fraterno, che ci porti a farci carico con responsabilità pastorale degli interrogativi che questo cambiamento d’epoca porta con sé. Lasciamo che si riversino nel nostro cuore, senza mai perdere la pace, ma con la serena fiducia che a suo tempo non mancherà il Signore di ricondurre a unità”. Un atto di fede, dunque, nell’opera di tessitura di unità da parte di Dio. Il segreto, per Francesco, “sta in uno sguardo: ed è il terzo dono che imploriamo con la nostra preghiera. Perché, se davvero intendiamo verificare il nostro passo sul terreno delle sfide contemporanee, la condizione decisiva è mantenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo — Lumen gentium — sostare nella contemplazione e nell’adorazione del suo volto. Se assumeremo il suo modo di pensare, di vivere e di relazionarsi, non faticheremo a tradurre il lavoro sinodale in indicazioni e percorsi per la pastorale della persona e della famiglia”.

Invoca, lo Spirito, papa Francesco, chiedendogli di sciogliere “i nodi che impediscono alle persone di incontrarsi”, di sanare le ferite che sanguinano, di riaccendere la speranza. Lo farà anche alla fine, quando la piazza è illuminata dalle fiaccole dei presenti, benedetti dal Papa. “Lo Spirito ci conceda quella carità creativa che consente di amare come Gesù ha amato”. La fantasia della carità, e ancora “la comunione di vita assunta dagli sposi, la loro apertura al dono della vita, la custodia reciproca, l’incontro e la memoria delle generazioni, l’accompagnamento educativo, la trasmissione della fede cristiana ai figli”. Sono le ricette che papa Francesco indica perché “la famiglia continua ad essere scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a una società giusta e solidale”.

“A quel punto, il nostro ascolto e il nostro confronto sulla famiglia, amata con lo sguardo di Cristo – chiuderà Francesco – diventeranno un’occasione provvidenziale con cui rinnovare – sull’esempio di San Francesco – la Chiesa e la società”. C’è ancora spazio per la bellezza della famiglia oggi, e proprio da essa, dall’incontro con le fonti dell’esperienza cristiana, può scaturire una nuova stagione missionaria.

Sono venuti da tutto il Paese, hanno raggiunto Roma e riempito la piazza culla della cristianità sin dalle prime ore del giorno. Tante famiglie, padri e madri con figli; tanti giovani, per accogliere l’abbraccio e il sorriso di papa Francesco. “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, questo il tema dell’incontro. Questo lo spunto per i 191 padri sinodali e gli altri addetti diretti ai lavori per un’assise (5 – 19 ottobre, in attesa di quella ordinaria del prossimo anno), su cui c’è grande attesa.

Perché le sfide sono veramente tante. “Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla Sua Chiesa – dice Francesco – dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’ ‘odore’ degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 1): a quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia”.

A partire dal Vangelo – dice papa Francesco – nel quale si rinvieneuna forza e una tenerezza capaci di vincere ciò che crea infelicità e violenza. Si, nel Vangelo c’è la salvezza che colma i bisogni più profondi dell’uomo”.

Da giorni, da mesi, sui quotidiani non si fa che puntare sul sinodo. Tante le sfide che attendono i padri sinodali, e a cui le famiglie di tutto il mondo guardano con grande attenzione.

Proprio tre coppie, in realtà, sono state oggi le protagoniste prima che Francesco pronunciasse il suo messaggio. Antonio e Roberta, di Benevento, fidanzati incamminati verso il matrimonio; Margherita e Marco, una coppia di sposi di Novara: ai loro quattro figli si è unita una bimba in affido familiare; Antonella e Nicola di Tivoli, che dopo essere stati separati per sei anni, dopo una storia travagliata, hanno ritrovato l’unità e sono tornati a vivere insieme. Storie di vita vera, vissuta. In famiglia.

La Chiesa italiana ha organizzato la veglia (con tanto di invito ad accendere una luce per la famiglia in ogni casa, in piazza accese anche sette lampade in rappresentanza di tutte) per manifestare – come si è rivolto al Papa il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – anche la “gratitudine a ogni uomo e a ogni donna che, in questo tempo complesso, si affidano con fiducia a un progetto di vita familiare”. Un tempo difficile, appunto, in cui la cultura “spesso produce non senso, appartenenza debole e disaffezione al bene comune”, in cui – parola del presidente – “avvertiamo nel nostro cuore il peso dell’incertezza e del disagio che attanagliano soprattutto i giovani”. Un tempo che “umilia la vita nascente ed emargina gli anziani, con il risultato di impoverire il tessuto dell’intera società”. Al cardinale Bagnasco ha fatto eco il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino. “Il progetto del Santo Padre è quello di mettere al centro della nostra riflessione e preghiera la famiglia. Attraverso la famiglia assicuriamo non soltanto il futuro, ma anche il presente della nostra società”. Come recita l’Instrumentum Laboris del Sinodo, “c’è nostalgia di famiglia”. Piazza San Pietro oggi lo sta testimoniando.

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