Papa Francesco: la croce di Gesù è la nostra unica vera speranza

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Perchè esaltiamo la Croce? Perchè in essa si mostra l’amore di Gesù. Il Papa prima della preghiera mariana di mezzogiorno ha spiegato il senso della festa che oggi propone la liturgia: la esaltazione della Croce. La Croce di Gesù esprime due cose: “tutta la forza negativa del male, e tutta la mite onnipotenza della misericordia di Dio.”

Papa Francesco spiega che dalla “Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia il mondo intero. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce.”  Ma attenzione, dice il Papa, non è un segno “magico”! Credere nella Croce di Gesù comporta seguirLo sulla sua via.

Così il pensiero del Papa va “a tanti nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati e uccisi a causa della loro fedeltà a Cristo. Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata. Accade però anche in Paesi e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove concretamente i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni. Perciò oggi li ricordiamo e preghiamo in modo particolare per loro.”

E dopo la preghiera il Papa ha ricordato: “domani, nella Repubblica Centroafricana, avrà inizio ufficialmente la Missione voluta dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per favorire la pacificazione del Paese e proteggere la popolazione civile, che sta gravemente soffrendo le conseguenze del conflitto in corso. Mentre assicuro l’impegno e la preghiera della Chiesa cattolica, incoraggio lo sforzo della Comunità internazionale, che viene in aiuto dei Centroafricani di buona volontà. Quanto prima la violenza ceda il passo al dialogo; gli opposti schieramenti lascino da parte gli interessi particolari e si adoperino perché ogni cittadino, a qualsiasi etnia e religione appartenga, possa collaborare per l’edificazione del bene comune.”

Nei diversi saluti anche un pensiero alle coppie di sposi “che ho avuto la gioia di unire in matrimonio questa mattina” con un affidamento speciale a Maria.

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