Il papa a Sydney. Tutti i discorsi…
GIOVEDI’ 17 LUGLIO
Cerimonia di Benvenuto – Palazzo del Governo
Un discorso programmatico che condensa i punti centrali del viaggio in Australia e ricorda che la GMG è fonte di speranza per la Chiesa e per il futuro del mondo. Benedetto XVI parla alle autorità del Paese, durante la cerimonia di benvenuto nel Palazzo del Governo di Sydney, evidenzia la dimensione spirituale della sua visita, per poi toccare temi cari all’opinione pubblica australiana: il multiculturalismo, le potenzialità di una “Nazione giovane”, il cammino di riconciliazione con gli aborigeni. Centrale il riferimento alle radici più profonde del Paese, al contributo dei cattolici nei campi dell’educazione e della sanità e sulle questioni attuali, all’esempio dei santi, a cominciare dalla beata Mary McKillop. Senza dimenticare, le tematiche ambientali e il dialogo tra le religioni. “Ma prima di ogni altra cosa, – ricorda Benedetto XVI – sono qui per incontrare i giovani”, chiamati alla santità. Questo “è ciò di cui ha bisogno il mondo, più di qualunque altra cosa”. Il testo integrale
Festa di accoglienza dei giovani – Barangaroo
E’ il primo incontro di Benedetto XVI con i giovani della GMG. La riflessione parte dai temi ambientali per arrivare alle ferità dell’umanità: l’alcool, l’abuso di droghe, la esaltazione della violenza e dal degrado sessuale, presentati come divertimento. Spazio poi al monito su libertà e tolleranza spesso separate dalla verità; il rifiuto di una verità assoluta a guidare le nostre vite. E alla confusione morale e intellettuale causata dal relativismo. In realtò. spiega il papa, la dignità dell’ uomo “poggia sulla sua più profonda identità, quale immagine del Creatore, e perciò i diritti umani sono universali, basati sulla legge naturale, e non qualcosa dipendente da negoziati o da condiscendenza, men che meno da compromesso”. La Creazione è buona, conclude Benedetto XVI, ma non si può comprendere senza una “profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile”. Il messaggio che i ragazzi di Sydeny devono portare a tutto il mondo è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo. Il testo integrale
VENERDI’ 18 luglio
Incontro Ecumenico – Cripta della Cattedrale
Terra d’Australia capace di riconoscere l’importanza della libertà religiosa e dunque di consentire ai cittadini di agire sulla base di valori radicati nelle loro più profonde convinzioni, contribuendo così al benessere dell’intera società. Benedetto XVI mette in risalto il ruolo pubblico delle religioni e si sofferma in modo particolare sul campo ecumenico, lodando la “discussione franca e cordiale” che ha portato all’Accordo siglato nel 2004 dai membri del Consiglio Nazionale delle Chiese, documento che “riconosce un comune impegno, indica degli obiettivi, dichiara punti di convergenza, senza passare frettolosamente sopra alle differenze”. Tuttavia, ammette il papa, “il dialogo ecumenico è giunto a un punto critico”. L’obiettivo prioritario deve essere la celebrazione comune dell’Eucaristia: “Anche se vi sono ostacoli da superare, possiamo essere sicuri che un giorno una comune Eucaristia non farà che sottolineare la nostra decisione di amarci e servirci gli uni gli altri a imitazione del nostro Signore”. Il testo integrale
Incontro interreligioso – Arcivescovado
Una lode all’Australia come terra capace di rispettare il diritto alla libertà di religione soprattutto in un’epoca “nella quale alcuni sono giunti a ritenere la religione causa di divisione piuttosto che forza di unità”. Benedetto XVI affronta ancora il rapporto fra religione e vita pubblica e sottolinea la capacità della religione di offrire una visione della persona umana che non si gratifica nella realizzazione di desideri effimeri ma che spinge ad andare incontro alle necessità degli altri e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune. Soprattutto ai giovani, dice Benedetto XVI, sono indirizzate parole tese a dimostrare che “è possibile trovare gioia in una vita semplice e modesta, condividendo con generosità il proprio superfluo con chi è nel bisogno”: la vita come dono e non come un prodotto di consumo. Compito delle scuole, confessionali e non, aiutare I giovani con una adeguata formazione a comprendere la limitatezza e la debolezza dell’uomo e a spingere a non riporre le nostre speranze ultime “in questo mondo che passa”. Il testo integrale
Incontro con i giovani disagiati – Chiesa del Sacro Cuore
L'”approccio permissivo alla sessualità” che “molte voci nella nostra società sostengono” significa “adorare una falsa divinità” che “invece di portare la vita, porta la morte”. Incontrando un gruppo di giovani disadattati nella comunità di recupero dell’Università di Notre Dame, a Sydney, Benedetto XVI punta il dito contro i “falsi dèi”, quasi sempre collegati all’adorazione di tre realtà: “i beni materiali, l’amore possessivo, il potere”. Da qui, l’invito a usare i beni per “portare la vita”, a vivere un amore che non conosca il possesso, rifuggire dalla tentazione di “comportarsi come Dio”, “senza prestare nessuna attenzione alla sapienza o ai comandamenti”. Il papa ammira il “coraggio dei ragazzi nello scegliere di ritornare sulla via della vita”, e aggiunge che adesso sono “ambasciatori di speranza per coloro che sono in situazioni simili”. E ancora: “Amare è ciò per cui siamo stati programmati”. Certo non per relazioni passeggere e superficiali, ma per l’amore che il cuore dell’ insegnamento morale di Gesù” . L’amore è “un programma saldato all’interno di ogni persona, se solo avessimo la saggezza e la generosità di conformarci ad esso, se solo fossimo disposti a rinunciare alle nostre preferenze per metterci al servizio degli altri, per dare la nostra vita per il bene degli altri, e in primo luogo per Gesù, che ci ha amati e ha dato la sua vita per noi. Questo è quanto gli uomini sono chiamati a fare, è ciò che vuol dire essere realmente vivo”. Il testo integrale
SABATO 19 LUGLIO
Santa Messa con vescovi, seminaristi, novizi e novizie – Cattedrale
Un discorso a tutto tondo alla Chiesa d’Australia, con luci e ombre, storie di santità e di scandali, con un invito ad un radicale rinnovamento spirituale e un incoraggiamento a seminaristi e giovani religiosi. Benedetto XVI di fronte ai vescovi e ai sacerdoti australiani non tace la “vergogna” provata a seguito degli abusi sessuali compiuti da alcuni sacerdoti e religiosi su bambini e adolescenti: parla di “grave tradimento della fiducia”, di “condanna inequivocabile” di quei “misfatti” e di “grande dolore”, ricorda che “le vittime devono ricevere compassione e cura” e che invece “i responsabili di questi mali devono essere portati davanti alla giustizia”. Con alcune parole sull’importanza della libertà religiosa e della fede come atto pubblico capace di illuminare la propria vita, il papa indica poi ai seminaristi e ai giovani religiosi, futuro della Chiesa australiana, la preghiera, la meditazione della parola di Dio e la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia,come pratiche da coltivare per dedicare se stessi senza riserve al servizio di Dio e dei fratelli. Il testo integrale
Veglia con i giovani – Ippodromo di Randwick
Una vera catechesi sullo Spirito Santo alla scuola di Sant’ Agostino quella del papa per la veglia della GMG di Sydney, uno dei due grandi appuntamenti del meeting dei giovani di tutto il mondo. Testimonianza e comunione le due chiavi di lettura che il papa propone ai ragazzi. In un mondo fragile, frammentato e ferito la testimonianza dei cristiani deve superare la tentazione della comunità perfetta, una utopia spirituale costruita artificialmente. Occorre, dice il papa, “resistere alla tentazione di andarcene via”. Affrontare la realtà, non sfuggirla. E attraverso lo Spirito, “giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica. In particolare, cominciamo a comprendere perché la ricerca di novità ci lascia insoddisfatti e desiderosi di qualcos’altro.” Ecco allora lo slogan programmatico per i giovani: “fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione!” I doni dello Spirito “ci chiamano ad un’attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa: nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali, nelle lezioni di religione a scuola, nelle cappellanie universitarie e nelle altre organizzazioni cattoliche.” La conclusione del papa è una esortazione. “Alla fine, la vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio. Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni. Liberate questi doni! Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!”. Il testo integrale
DOMENICA 20 LUGLIO
Santa Messa – Ippodromo di Randwick
I giovani sono chiamati ad essere profeti di speranza e artefici di rinnovamento della società, ma anche della Chiesa: nella difesa della vita e dell’amore puro, nella speranza. La messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù dà modo al papa di tornare sul tema dello Spirito Santo: una riflessione che parte dalla definizione della sua forza, per arrivare ad indicazioni concrete per la vita di tutti i giorni. Benedetto XVI chiarisce che il potere dello Spirito è il “potere della vita di Dio”. Un amore che può sprigionare forza “solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro”. È quanto hanno sperimentato i santi, come dimostrano anche le iniziative di bene che hanno lasciato. E voi, – chiede il papa in modo provocatorio, che cosa lascerete alla prossima generazione? L’auspicio è che possa operare “una nuova generazione di cristiani”, “chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta”. Una nuova era in cui “l’amore non sia avido ed egoista” e “la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”. I giovani devono “essere profeti di questa nuova era”, rispondendo così al “deserto spirituale” delle società attuali, ma anche all’esigenza della Chiesa di rinnovarsi, rimanendo “sempre giovane nello Spirito”. Il testo integrale
Angelus – Ippodromo di Randwick
Nella riflessione prima della recita dell’Angelus, Benedetto XVI parla della scena dell’annunciazione, “il momento cardine nella storia del rapporto di Dio con il suo popolo”. Maria “rappresentava tutta l’umanità”, spiega il papa. “Nel messaggio dell’angelo, era Dio ad avanzare una proposta di matrimonio con l’umanità. E a nome nostro, Maria disse di sì”. E ancora: “Nelle fiabe, i racconti terminano qui, e tutti “da quel momento vivono felici e contenti”. Nella vita reale non è così facile. Molte furono le difficoltà con cui Maria dovette cimentarsi nell’affrontare le conseguenze di quel “sì” detto al Signore”. Una testimonianza di fedeltà che riguarda anche i cristiani di oggi. Al termine, l’atteso annuncio: nel 2011 la Giornata mondiale della gioventù tornerà in Europa. Appuntamento a Madrid, nel 2011. Il testo integrale
Incontro con Benefattori e Organizzatori
Un incontro essenziale con gli organizzatori e i sostenitori della Giornata mondiale della gioventù per ringraziare della buona riuscita dell’evento. “Sono certo, – dice il papa – che la vostra partecipazione ai preparativi di questa Giornata Mondiale della Gioventù vi ha permesso di fare una particolare esperienza della forza dello Spirito Santo. Senza dubbio, nella preparazione di questo grande raduno internazionale, e nell’impegno di far fronte ad ogni possibile eventualità, avete avuto momenti di timore e di preoccupazione, e perfino momenti di paura e di trepidazione circa l’esito finale della vicenda! Ora, volgendovi indietro, potete constatare l’abbondante raccolto che lo Spirito ha suscitato mediante le vostre preghiere, la vostra perseveranza e il vostro duro lavoro”. “Possano la gioia spirituale, la soddisfazione e l’appagamento, che tutti abbiamo sperimentato in questi giorni, costituire una sorgente inesauribile di benedizioni per le vostre vite”. Il testo integrale
LUNEDI’ 21 LUGLIO
Saluto ai volontari della Giornata Mondiale della Gioventù – Domain
Al termine della Giornata Mondiale della Gioventù, il ringraziamento personale del papa, “uno per uno”, va ai volontari che con “tanta generosità” hanno portato il loro aiuto materiale e spirituale per la riuscita dell’evento. Dopo l’impegno, i timori e le preoccupazioni – dice – “potete constatare l’abbondante raccolto che lo Spirito ha suscitato mediante le vostre preghiere, la vostra perseveranza e il vostro duro lavoro: quanti buoni semi avete seminato in questi pochi giorni!”. L’invito rivolto a ciascuno di loro è quello a “non dubitare della verità della promessa di nostro Signore, secondo cui ogni volta che noi Gli offriamo la nostra creatività, le nostre risorse, le nostre stesse persone, noi le riceviamo poi in cambio con abbondanza”. Il testo integrale
Cerimonia di congedo – Aeroporto di Sydney
Le ultime parole del papa prima della partenza sono un ringraziamento alle autorità australiane per quanto fatto nella preparazione dell’evento, una veloce rivisitazione dei momenti più importanti della sua visita e il ringraziamento ad ogni giovane per aver dato una “testimonianza eloquente dell’opera vivificante dello Spirito Santo, presente ed attivo” nei loro cuori: “La Chiesa – dice il papa – può rallegrarsi dei giovani di oggi ed essere colma di speranza per il mondo di domani”. Benedetto XVI riparte per Roma con la preghiera che per ogni partecipante vi sia un viaggio di ritorno a casa sicuro e con la benedizione al popolo dell’Australia. Il testo integraleGIOVEDI’ 17 LUGLIO
Cerimonia di Benvenuto – Palazzo del Governo
Un discorso programmatico che condensa i punti centrali del viaggio in Australia e ricorda che la GMG è fonte di speranza per la Chiesa e per il futuro del mondo. Benedetto XVI parla alle autorità del Paese, durante la cerimonia di benvenuto nel Palazzo del Governo di Sydney, evidenzia la dimensione spirituale della sua visita, per poi toccare temi cari all’opinione pubblica australiana: il multiculturalismo, le potenzialità di una “Nazione giovane”, il cammino di riconciliazione con gli aborigeni. Centrale il riferimento alle radici più profonde del Paese, al contributo dei cattolici nei campi dell’educazione e della sanità e sulle questioni attuali, all’esempio dei santi, a cominciare dalla beata Mary McKillop. Senza dimenticare, le tematiche ambientali e il dialogo tra le religioni. “Ma prima di ogni altra cosa, – ricorda Benedetto XVI – sono qui per incontrare i giovani”, chiamati alla santità. Questo “è ciò di cui ha bisogno il mondo, più di qualunque altra cosa”. Il testo integrale
Festa di accoglienza dei giovani – Barangaroo
E’ il primo incontro di Benedetto XVI con i giovani della GMG. La riflessione parte dai temi ambientali per arrivare alle ferità dell’umanità: l’alcool, l’abuso di droghe, la esaltazione della violenza e dal degrado sessuale, presentati come divertimento. Spazio poi al monito su libertà e tolleranza spesso separate dalla verità; il rifiuto di una verità assoluta a guidare le nostre vite. E alla confusione morale e intellettuale causata dal relativismo. In realtò. spiega il papa, la dignità dell’ uomo “poggia sulla sua più profonda identità, quale immagine del Creatore, e perciò i diritti umani sono universali, basati sulla legge naturale, e non qualcosa dipendente da negoziati o da condiscendenza, men che meno da compromesso”. La Creazione è buona, conclude Benedetto XVI, ma non si può comprendere senza una “profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, una dignità che è conferita da Dio stesso e perciò inviolabile”. Il messaggio che i ragazzi di Sydeny devono portare a tutto il mondo è la speranza offerta dal Vangelo di Gesù Cristo. Il testo integrale
VENERDI’ 18 luglio
Incontro Ecumenico – Cripta della Cattedrale
Terra d’Australia capace di riconoscere l’importanza della libertà religiosa e dunque di consentire ai cittadini di agire sulla base di valori radicati nelle loro più profonde convinzioni, contribuendo così al benessere dell’intera società. Benedetto XVI mette in risalto il ruolo pubblico delle religioni e si sofferma in modo particolare sul campo ecumenico, lodando la “discussione franca e cordiale” che ha portato all’Accordo siglato nel 2004 dai membri del Consiglio Nazionale delle Chiese, documento che “riconosce un comune impegno, indica degli obiettivi, dichiara punti di convergenza, senza passare frettolosamente sopra alle differenze”. Tuttavia, ammette il papa, “il dialogo ecumenico è giunto a un punto critico”. L’obiettivo prioritario deve essere la celebrazione comune dell’Eucaristia: “Anche se vi sono ostacoli da superare, possiamo essere sicuri che un giorno una comune Eucaristia non farà che sottolineare la nostra decisione di amarci e servirci gli uni gli altri a imitazione del nostro Signore”. Il testo integrale
Incontro interreligioso – Arcivescovado
Una lode all’Australia come terra capace di rispettare il diritto alla libertà di religione soprattutto in un’epoca “nella quale alcuni sono giunti a ritenere la religione causa di divisione piuttosto che forza di unità”. Benedetto XVI affronta ancora il rapporto fra religione e vita pubblica e sottolinea la capacità della religione di offrire una visione della persona umana che non si gratifica nella realizzazione di desideri effimeri ma che spinge ad andare incontro alle necessità degli altri e a cercare vie concrete per contribuire al bene comune. Soprattutto ai giovani, dice Benedetto XVI, sono indirizzate parole tese a dimostrare che “è possibile trovare gioia in una vita semplice e modesta, condividendo con generosità il proprio superfluo con chi è nel bisogno”: la vita come dono e non come un prodotto di consumo. Compito delle scuole, confessionali e non, aiutare I giovani con una adeguata formazione a comprendere la limitatezza e la debolezza dell’uomo e a spingere a non riporre le nostre speranze ultime “in questo mondo che passa”. Il testo integrale
Incontro con i giovani disagiati – Chiesa del Sacro Cuore
L'”approccio permissivo alla sessualità” che “molte voci nella nostra società sostengono” significa “adorare una falsa divinità” che “invece di portare la vita, porta la morte”. Incontrando un gruppo di giovani disadattati nella comunità di recupero dell’Università di Notre Dame, a Sydney, Benedetto XVI punta il dito contro i “falsi dèi”, quasi sempre collegati all’adorazione di tre realtà: “i beni materiali, l’amore possessivo, il potere”. Da qui, l’invito a usare i beni per “portare la vita”, a vivere un amore che non conosca il possesso, rifuggire dalla tentazione di “comportarsi come Dio”, “senza prestare nessuna attenzione alla sapienza o ai comandamenti”. Il papa ammira il “coraggio dei ragazzi nello scegliere di ritornare sulla via della vita”, e aggiunge che adesso sono “ambasciatori di speranza per coloro che sono in situazioni simili”. E ancora: “Amare è ciò per cui siamo stati programmati”. Certo non per relazioni passeggere e superficiali, ma per l’amore che il cuore dell’ insegnamento morale di Gesù” . L’amore è “un programma saldato all’interno di ogni persona, se solo avessimo la saggezza e la generosità di conformarci ad esso, se solo fossimo disposti a rinunciare alle nostre preferenze per metterci al servizio degli altri, per dare la nostra vita per il bene degli altri, e in primo luogo per Gesù, che ci ha amati e ha dato la sua vita per noi. Questo è quanto gli uomini sono chiamati a fare, è ciò che vuol dire essere realmente vivo”. Il testo integrale
SABATO 19 LUGLIO
Santa Messa con vescovi, seminaristi, novizi e novizie – Cattedrale
Un discorso a tutto tondo alla Chiesa d’Australia, con luci e ombre, storie di santità e di scandali, con un invito ad un radicale rinnovamento spirituale e un incoraggiamento a seminaristi e giovani religiosi. Benedetto XVI di fronte ai vescovi e ai sacerdoti australiani non tace la “vergogna” provata a seguito degli abusi sessuali compiuti da alcuni sacerdoti e religiosi su bambini e adolescenti: parla di “grave tradimento della fiducia”, di “condanna inequivocabile” di quei “misfatti” e di “grande dolore”, ricorda che “le vittime devono ricevere compassione e cura” e che invece “i responsabili di questi mali devono essere portati davanti alla giustizia”. Con alcune parole sull’importanza della libertà religiosa e della fede come atto pubblico capace di illuminare la propria vita, il papa indica poi ai seminaristi e ai giovani religiosi, futuro della Chiesa australiana, la preghiera, la meditazione della parola di Dio e la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia,come pratiche da coltivare per dedicare se stessi senza riserve al servizio di Dio e dei fratelli. Il testo integrale
Veglia con i giovani – Ippodromo di Randwick
Una vera catechesi sullo Spirito Santo alla scuola di Sant’ Agostino quella del papa per la veglia della GMG di Sydney, uno dei due grandi appuntamenti del meeting dei giovani di tutto il mondo. Testimonianza e comunione le due chiavi di lettura che il papa propone ai ragazzi. In un mondo fragile, frammentato e ferito la testimonianza dei cristiani deve superare la tentazione della comunità perfetta, una utopia spirituale costruita artificialmente. Occorre, dice il papa, “resistere alla tentazione di andarcene via”. Affrontare la realtà, non sfuggirla. E attraverso lo Spirito, “giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica. In particolare, cominciamo a comprendere perché la ricerca di novità ci lascia insoddisfatti e desiderosi di qualcos’altro.” Ecco allora lo slogan programmatico per i giovani: “fate sì che l’amore unificante sia la vostra misura; l’amore durevole sia la vostra sfida; l’amore che si dona la vostra missione!” I doni dello Spirito “ci chiamano ad un’attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa: nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali, nelle lezioni di religione a scuola, nelle cappellanie universitarie e nelle altre organizzazioni cattoliche.” La conclusione del papa è una esortazione. “Alla fine, la vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell’amore di Dio. Accogliendo la potenza dello Spirito Santo, anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni. Liberate questi doni! Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!”. Il testo integrale
DOMENICA 20 LUGLIO
Santa Messa – Ippodromo di Randwick
I giovani sono chiamati ad essere profeti di speranza e artefici di rinnovamento della società, ma anche della Chiesa: nella difesa della vita e dell’amore puro, nella speranza. La messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù dà modo al papa di tornare sul tema dello Spirito Santo: una riflessione che parte dalla definizione della sua forza, per arrivare ad indicazioni concrete per la vita di tutti i giorni. Benedetto XVI chiarisce che il potere dello Spirito è il “potere della vita di Dio”. Un amore che può sprigionare forza “solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro”. È quanto hanno sperimentato i santi, come dimostrano anche le iniziative di bene che hanno lasciato. E voi, – chiede il papa in modo provocatorio, che cosa lascerete alla prossima generazione? L’auspicio è che possa operare “una nuova generazione di cristiani”, “chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta”. Una nuova era in cui “l’amore non sia avido ed egoista” e “la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”. I giovani devono “essere profeti di questa nuova era”, rispondendo così al “deserto spirituale” delle società attuali, ma anche all’esigenza della Chiesa di rinnovarsi, rimanendo “sempre giovane nello Spirito”. Il testo integrale
Angelus – Ippodromo di Randwick
Nella riflessione prima della recita dell’Angelus, Benedetto XVI parla della scena dell’annunciazione, “il momento cardine nella storia del rapporto di Dio con il suo popolo”. Maria “rappresentava tutta l’umanità”, spiega il papa. “Nel messaggio dell’angelo, era Dio ad avanzare una proposta di matrimonio con l’umanità. E a nome nostro, Maria disse di sì”. E ancora: “Nelle fiabe, i racconti terminano qui, e tutti “da quel momento vivono felici e contenti”. Nella vita reale non è così facile. Molte furono le difficoltà con cui Maria dovette cimentarsi nell’affrontare le conseguenze di quel “sì” detto al Signore”. Una testimonianza di fedeltà che riguarda anche i cristiani di oggi. Al termine, l’atteso annuncio: nel 2011 la Giornata mondiale della gioventù tornerà in Europa. Appuntamento a Madrid, nel 2011. Il testo integrale
Incontro con Benefattori e Organizzatori
Un incontro essenziale con gli organizzatori e i sostenitori della Giornata mondiale della gioventù per ringraziare della buona riuscita dell’evento. “Sono certo, – dice il papa – che la vostra partecipazione ai preparativi di questa Giornata Mondiale della Gioventù vi ha permesso di fare una particolare esperienza della forza dello Spirito Santo. Senza dubbio, nella preparazione di questo grande raduno internazionale, e nell’impegno di far fronte ad ogni possibile eventualità, avete avuto momenti di timore e di preoccupazione, e perfino momenti di paura e di trepidazione circa l’esito finale della vicenda! Ora, volgendovi indietro, potete constatare l’abbondante raccolto che lo Spirito ha suscitato mediante le vostre preghiere, la vostra perseveranza e il vostro duro lavoro”. “Possano la gioia spirituale, la soddisfazione e l’appagamento, che tutti abbiamo sperimentato in questi giorni, costituire una sorgente inesauribile di benedizioni per le vostre vite”. Il testo integrale
LUNEDI’ 21 LUGLIO
Saluto ai volontari della Giornata Mondiale della Gioventù – Domain
Al termine della Giornata Mondiale della Gioventù, il ringraziamento personale del papa, “uno per uno”, va ai volontari che con “tanta generosità” hanno portato il loro aiuto materiale e spirituale per la riuscita dell’evento. Dopo l’impegno, i timori e le preoccupazioni – dice – “potete constatare l’abbondante raccolto che lo Spirito ha suscitato mediante le vostre preghiere, la vostra perseveranza e il vostro duro lavoro: quanti buoni semi avete seminato in questi pochi giorni!”. L’invito rivolto a ciascuno di loro è quello a “non dubitare della verità della promessa di nostro Signore, secondo cui ogni volta che noi Gli offriamo la nostra creatività, le nostre risorse, le nostre stesse persone, noi le riceviamo poi in cambio con abbondanza”. Il testo integrale
Cerimonia di congedo – Aeroporto di Sydney
Le ultime parole del papa prima della partenza sono un ringraziamento alle autorità australiane per quanto fatto nella preparazione dell’evento, una veloce rivisitazione dei momenti più importanti della sua visita e il ringraziamento ad ogni giovane per aver dato una “testimonianza eloquente dell’opera vivificante dello Spirito Santo, presente ed attivo” nei loro cuori: “La Chiesa – dice il papa – può rallegrarsi dei giovani di oggi ed essere colma di speranza per il mondo di domani”. Benedetto XVI riparte per Roma con la preghiera che per ogni partecipante vi sia un viaggio di ritorno a casa sicuro e con la benedizione al popolo dell’Australia. Il testo integrale