Papa Francesco ai giovani dell’ Asia: non abbiate paura di vivere la fede
“Quali giovani che non soltanto vivete in Asia, ma siete figli e figlie di questo grande Continente, avete il diritto e il compito di prendere parte pienamente alla vita delle vostre società. Non abbiate paura di portare la sapienza della fede in ogni ambito della vita sociale”. È il messaggio che papa Francesco ha lasciato ai giovani partecipanti alla messa conclusiva della sesta Giornata della gioventù asiatica (l’Arcivescovo di Bombay e Presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia, card. Oswald Gracias, ha annunciato che la prossima Giornata sarà nel 2017 in Indonesia). Un incontro importante, oltre che significativo sotto più punti di vista, quello del pontefice argentino con le giovani generazioni del Continente. Almeno quattro mila i giovani coreani, che in questi giorni hanno partecipato alla terza giornata loro dedicata nel Paese. Altri due mila, invece sono giunti dai ventitré Stati dell’Asia. Fra di loro, anche trecento cinesi, come riportato stamane da Asia News, che si sarebbero accordati tramite i social network per raggiungere Haemi. “Giovani dell’Asia, alzatevi! La gloria dei martiri risplende su di voi”. Questo il tema della giornata dei giovani, che s’intona con un altro importante momento vissuto da Francesco in questa intensa visita in Corea: la beatificazione, di ieri, dei 124 martiri coreani, primizia della fede del Paese, viva e feconda da molte generazioni – come ha sottolineato papa Bergoglio. Ora, dinanzi a Francesco, i protagonisti erano soprattutto le ultime generazioni coreane. E non solo, perché nel castello di Haemi, dove è stata celebrata l’Eucarestia, i presenti erano circa trenta mila. La catechesi del Papa, però, ha avuto come interlocutori privilegiati proprio i giovani. “Come giovani cristiani non siete soltanto una parte del futuro della Chiesa, siete anche il presente necessario e amato della Chiesa”. Così ha detto loro Francesco, invitandoli a “costruire una Chiesa più santa, più missionaria e più umile, che ama e adora Dio cercando di servire i poveri, i malati, gli emarginati”. Ritorna sull’opzione missionaria papa Bergoglio, chiedendo la collaborazione dei giovani nell’edificazione di una Chiesa “povera e per i poveri”. Commentando il Vangelo di questa domenica , il Papa ha detto che “dobbiamo essere come Cristo che risponde ad ogni richiesta di aiuto con amore, misericordia e compassione”.
Un momento, quello della messa, che è stato un compendio dell’intero viaggio del Papa in Asia. A partire dal sito dove Francesco ha celebrato. Il castello di Haemi, cuore della persecuzione dei martiri coreani: in questa prigione tra il 1790 e il 1880 furono torturati a morte, decapitati e imprigionati migliaia di cattolici. La sede da cui papa Francesco ha presieduto il rito è stata posta proprio accanto a un cancello dietro il quale venivano gettati i corpi dei cattolici. I giovani del continente che guardano ai martiri, a coloro che “hanno saputo mettere Cristo al primo posto”, come aveva detto il Papa ieri, per riceverne la tradizione del messaggio cristiano. “I martiri della Corea hanno lasciato i loro corpi ai persecutori – ha detto Francesco – a noi hanno lasciato la testimonianza perenne che la luce di Cristo scaccia ogni tenebra e l’amore di Cristo trionfa glorioso”.
Dall’esempio dei martiri di ieri alle necessità di comunione dell’Asia. Non si tratta solo dell’unità della famiglia coreana, che Francesco aveva invocato, ma della sinfonia dei giovani che crea unità nel Continente intero. Sul palco allestito per la celebrazione campeggiavano ventitré croci fatte dai giovani, lo stesso numero dei Paesi dell’Asia presenti alla Giornata. Una messa a più voci, con le preghiere dei fedeli lette in diverse lingue. “Rimanete uniti gli uni agli altri, avvicinatevi sempre più a Dio – ha esortato il Papa. ‘Alzati!’, parla di una responsabilità che il Signore vi affida. È il dovere di essere vigilanti per non lasciare che le pressioni, le tentazioni e i nostri peccati o quelli di altri intorpidiscano la nostra sensibilità per la bellezza della santità, per la gioia del Vangelo. Uniti a Cristo e alla Chiesa, possiate camminare su questa strada che certamente vi riempirà di gioia”.