L’Assunta madre di speranza. Il Papa incoraggia la Chiesa di Corea

Condividi su...

Parole e gesti di speranza. Papa Francesco – al secondo giorno in Corea del Sud – incontra i fedeli nella grande Messa al World Cup Stadium di Daejeon, nella Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria e Festa nazionale della Liberazione della Repubblica di Corea. L’assunzione della Madonna “ci mostra il nostro destino quali figli adottivi di Dio”, un destino di “vittoria sul peccato e sulla morte” e di vita eterna. Un destino le cui tracce si trovano già nel nostro presente, dice Francesco, come dimostra il fatto che in questo giorno i coreani possono riconoscere “l’amorevole intercessione di Maria operante nella storia della nazione e nella vita del popolo”. Una amorevole intercessione che è presente anche e soprattutto nei momenti drammatici, come è stato il naufragio della nave traghetto Se-Wol, il 16 aprile scorso, in cui centinaia di ragazzi hanno perso la vita.

Francesco ha incontrato i parenti delle vittime già ieri al suo arrivo, e poi oggi, prima della Messa, insieme a otto ragazzi superstiti. Domattina, in nunziatura, battezzerà Lee Ho-Jyn, il padre di uno dei ragazzi morti nel naufragio, che si era avvicinato al Cristianesimo già da due anni. E nel pomeriggio, dopo aver pranzato con un gruppo di giovani asiatici, anche il Papa ha indossato un braccialetto giallo, colore simbolo con cui i coreani mostrano il lutto per le vittime di quel naufragio.

Francesco ha ricordato l’episodio anche durante l’Angelus, affidando alla Madonna “coloro che hanno perso la vita” e “quanti soffrono le conseguenze di questo grande disastro nazionale. Il Signore accolga i defunti nella sua pace, consoli coloro che piangono, e continui a sostenere quanti così generosamente sono venuti in aiuto dei loro fratelli e sorelle”. Alla protezione della Madonna il Papa ha affidato in particolare i giovani, radunati a Seoul da tutta l’Asia: “Possano essere araldi gioiosi dell’alba di un mondo di pace, secondo il disegno benedetto di Dio!” Con loro Francesco ha diversi incontri in questi giorni, che culmineranno nella Messa di domenica, a chiusura della Gmg asiatica. Nel corso della Messa ha voluto rivolgere loro una parola di speranza: “guardiamo a Maria come Madre della nostra speranza”. La sua assunzione “ci mostra che la nostra speranza è reale”.

Questa speranza “è l’antidoto contro lo spirito di disperazione che sembra crescere come un cancro in mezzo alla società che è esteriormente ricca, ma tuttavia spesso sperimenta interiore amarezza e vuoto. A quanti nostri giovani tale disperazione ha fatto pagare il suo tributo! Possano i giovani che sono attorno a noi in questi giorni con la loro gioia e la loro fiducia, non essere mai derubati della loro speranza!”

Alla “Madre della Chiesa in Corea” si è quindi rivolto il Papa chiedendo “di guidare i nostri sforzi per trasformare il mondo secondo il piano di Dio, e di rendere capace la Chiesa in questo Paese di essere più pienamente lievito del suo Regno all’interno della società”. Il Paese che il Papa visita in questi giorni è uno dei più dinamici dal punto di vista economico, tuttavia l’altra faccia del benessere mostra una società più chiusa in se stessa, pervasa dalla mentalità materialista e consumistica. È un Paese tra i più dinamici anche dal punto di vista della fede: le adesioni al cristianesimo crescono a ritmo vertiginoso. Un dato che – come ha detto ai vescovi – se deve far gioire, non deve però scadere in toni trionfalistici. Francesco lo ripete oggi ai fedeli riuniti nello stadio: “Combattano il fascino di un materialismo che soffoca gli autentici valori spirituali e culturali e lo spirito di sfrenata competizione che genera egoismo e conflitti. Respingano modelli economici disumani che creano nuove forme di povertà ed emarginano i lavoratori, e la cultura della morte che svaluta l’immagine di Dio, e viola la dignità” dell’uomo. I cattolici coreani sono eredi di una storia scritta in gran parte con il sangue dei martiri: “siete chiamati a valorizzare questa eredità e a trasmetterla alle future generazioni. Ciò comporta per ognuno la necessità di una rinnovata conversione alla Parola di Dio e un’intensa sollecitudine per i poveri, i bisognosi e i deboli in mezzo a noi”.

151.11.48.50