Papa Francesco ai vescovi coreani: custodite la memoria e la sperenza

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Niente diretta tv per l’incontro del Papa con i vescovi della Corea. Il primo evento ecclesiale del viaggio di Francesco nella terra dell’ Estremo Oriente non è on line. Sono le 17,30 a Seoul e a Roma e appena iniziata la mattina. Al suo arrivo il Papa vien ricevuto dal il Presidente della CBCK e Vescovo di Cheju, S.E. Mons. Peter Kang U-il, e dai due cardinali coreani, l’Arcivescovo emerito di Seoul, Card. Nicholas Cheong Jinsuk, e l’Arcivescovo di Seoul e Amministratore Apostolico di P’yŏng-yang, Card. Andrew Yeom Soo-jung. Il Papa visita la cappella, saluta i sacerdoti e i missionari anziani di Maryknoll la Società per le Missioni Estere degli Stati Uniti d’America, poi lo scambio di discorsi e la riflessione del Papa sul compito dei vescovi: essere custodi. Della memoria, quella del martirio dei primi cristiani della Corea che il Papa beatificherà in questo viaggio. “Siete inoltre eredi di una straordinaria tradizione che iniziò e crebbe largamente grazie alla fedeltà, alla perseveranza e al lavoro di generazioni di laici.” Ricorda il Papa, gente affascinata dalla bellezza del Vangelo, e oggi la Corea “da terra di missione, la Corea è diventata oggi una terra di missionari”. E, dice il Papa “essere custodi della memoria significa rendersi conto che la crescita viene da Dio” quindi nessun trionfalismo, ma tenere bene a mente che è Dio che chiama, e non sono i nosti piani pastorali che fanno convertire. Memoria della speranza poi, qualla del Vangelo che ha ispirato i martiri. Quella che porta l’al grazia. alla santificazione. “Voi- dice il Papa- custodite questa speranza mantenendo viva la fiamma della santità, della carità fraterna e dello zelo missionario nella comunione ecclesiale.”

C’è da sviluppare un “gusto spirituale” che ci fa sentire Corpo di Cristo. Lo si fa avendo cura dei giovani, avendo cura dei poveri, avendo cura della predicazione sfuggendo il rischio del puro assistenzialismo “Sono convinto- dice il Papa- che se il volto della Chiesa è in primo luogo il volto dell’amore, sempre più giovani saranno attratti verso il cuore di Gesù sempre infiammato di amore divino nella comunione del suo mistico Corpo.” Il Papa mette in luce le sfide proprie della Chiesa in Corea che combatte la secolarizzazione materialistia: “In tali circostanze gli operatori pastorali sono tentati di adottare non solo efficaci modelli di gestione, programmazione e organizzazione tratti dal mondo degli affari, ma anche uno stile di vita e una mentalità guidati più da criteri mondani di successo e persino di potere che dai criteri enunciati da Gesù nel Vangelo. Guai a noi se la Croce viene svuotata del suo potere di giudicare la saggezza di questo mondo!”

Unità, santità e zelo sono i tre punti di riferimento che il Papa indica ai vescovi del paese che conta solo 3 secoli di vita cristiana, ma anche il maggior numero di santo martiri dell’epoca moderna. Ai laici il Papa riserva un saluto speciale all’uscita dalla sede della Conferenza episcopale, poi il rientro in nunziatura e la cena in privato. Si riparte domattina, a Roma saranno le due di notte, per la grande messa dell’ Assunta nello stadio della Coppa del Mondo del 2002.

Il presidente della Cbck e vescovo di Cheju, mons. Peter Kang U-il, ha descritto con partecipazione e drammaticita’ il dolore per la divisione del popolo coreano in due Stati. Ho  “in cuore il dubbio” ha detto “se saremo capaci di accettare e abbracciare calorosamente il popolo del Nord considerandolo come proprio fratello e nostro prossimo”.

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