Bagnasco agli scouts: non abbiate paura di credere e di amare

Condividi su...

Cosa significa avere coraggio? Lo ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco agli scouts italiani riuniti a san Rossore per la “route nazionale”. Il coraggio della libertà, non quella del “nichilismo allegro che fa il tiro a segno con ogni principio e valore usando l’arma della scelta individuale, poiché – si dice – è la scelta che rende buono o cattivo il nostro comportamento, giusto o ingiusto.” Una libertà da “sfondati” da gente senza fondamenti, che porta a passioni tristi. “Siamo liberi, invece, – ha detto Bagnasco a 30 mila ragazzi- quando scegliamo il bene, perché solo il bene costruisce la nostra umanità, ci fa bene anche quando non corrisponde alla nostra soddisfazione, alla pulsione immediata, al nostro interesse.” E ci vuole il coraggio di amare che “è un continuo esodo, cioè un uscire da noi stessi, dal nostro piccolo mondo non per perdere il nostro io, ma per ritrovarlo più bello nel dono, in un intreccio di vita dove l’esperienza quotidiana del limite e del bisogno proprio e altrui non è una sciagura, ma è la porta d’accesso al reale, spazio d’ incontro, di servizio e d’ amore.” E poi il coraggio più grane di tutti: essere cristiani. Il coraggio di essere liberi e di amare. “Credere vuol dire uscire dall’angolo chiuso e riparato di se stessi, del proprio piccolo orizzonte, e camminare sulle acque, così come ha fatto Pietro nel Vangelo di oggi.” Il cardinale rilegge le pagine del Vangelo della liturgia di oggi con delle domande. Perché Gesù “non risolve i problemi del mondo, perché permette il male? Perché non ti fai vedere perché io creda, perché rafforzi la mia fede: vederti un attimo solo!” Ma anche quando ci viene incontro non lo riconosciamo perchè “ i nostri occhi sono appesantiti, perché il nostro cuore è distratto.”

Il coraggio che ci da il Signore significa che dove c’è Lui “il mondo prende colore e la vita è piena di luce. Le sofferenze restano tali, il peccato resta peccato, ma tutto ha un senso diverso, perché ovunque Gesù ci precede, anche negli abissi umani, per farsi trovare da noi e trasformare le nostre tempeste in grazia.” E poi quella affannosa ricerca di Pietro di una prova, “ la ricerca e la pretesa delle prove esterne, che ben conosciamo anche noi: non ho la prova e quindi non posso credere.” é allora che cominciamo ad affondare: “Quando si comincia a seguire Gesù, ma poi si distoglie lo sguardo da Lui e si guardano i nostri limiti, le fragilità ricorrenti, i peccati, quando ci si fa distrarre dai possibili dubbi, quando si pretende che tutto sia chiaro nel giro di poco…allora si comincia ad affondare.”

Credere significa arrendersi all’amore di Dio: “Significa incontrarLo nella luce della sua Parola, nell’abbraccio dell’Eucaristia, nella Confessione perché tutti siamo peccatori! Con Lui, sempre con Lui, che ha portato sulla terra il “noi” di Dio. Affidarsi a Gesù significa accogliere il giogo della sua parola, dei suoi comandamenti: giogo dolce non perché non chieda impegno, ma perché è un giogo d’amore. E chi ama fatica, ma non si affatica. Credere a Cristo significa accoglierlo intero, Lui il Capo e la Chiesa le sue membra. Abbiamo il coraggio di accoglierLo intero? Di non prostrarci a quanti dicono: Cristo sì, Chiesa no?” Un coraggio e una fiducia che la Chiesa ha nei giovani perchè, conclude Bagnasco: “ c’è bisogno di fiducia in una società rappresentata come persa e disperata, dove sembra che la bellezza e il bene siano cancellati dall’orizzonte. Ma voi sapete che così non è, e non lo sarà mai. E’ il vostro cuore a dirvelo, è la vostra presenza a testimoniarlo.”

Angelo Bagnasco ha una storia personale legata allo scoutismo. Dal 1970 al 1985 è stato assistente ecclesiastico del gruppo scout, prima ASCI e divenuto dal 1974 AGESCI, Genova 10.

151.11.48.50